Diablo 2 Resurrected ha riportato in auge un grande classico del passato, che ancora a vent’anni di distanza si conferma come un giocatore imprescindibile nel campo degli hack ‘n slash. Un’operazione molto fedele al prodotto originale, tanto che molte vecchie dinamiche interne della community si sono immediatamente riverificate. Prima tra tutte l’economia di Diablo 2, uno dei lati del gioco più ricchi di storia e trasportata di peso in questo remake dopo anni d’evoluzione e assestamento.
Oggigiorno se si nomina Diablo non è raro che si pensi al terzo capitolo della saga, e per molti la prima cosa che vi si associa è la sua casa d’aste, il tentativo di Blizzard Entertainment di “regolarizzare” la compravendita di oggetti di gioco tra gli utenti permettendo anche di usare soldi reali – e lucrare sopra le transazioni senza tanti fronzoli. Un supporto utile ma dall’intento non molto simpatico di partenza, sfociata in un vero e proprio odio da parte dei giocatori quando ben presto ha rovinato tutti gli equilibri del gioco ed è risultata palese una certa tendenza nel design del titolo atta a massimizzare i guadagni anziché garantire un’esperienza gratificante. In seguito al forte contraccolpo ricevuto Blizzard ha fatto marcia indietro, chiudendo la casa d’aste e col tempo modificando e ampliando parecchio il gioco, riabilitando così l’immagine del suo prodotto ma lasciando un ricordo indelebile e per nulla positivo di quel primo periodo nella mente delle persone. La reazione dei giocatori fu così dura probabilmente anche perché per anni avevano vissuto un modello totalmente diverso e libero: quello dell’economia di Diablo 2. Un mercato complesso, per nulla previsto e supportato dal gioco, che è sbocciato spontaneamente dalla community, con le sue regole, le sue valute e le sue trappole.
I PRIMI PASSI
L’unico strumento implementato nativamente dal re degli hack and slash è una semplice schermata di scambio: all’interno di una partita, cliccando su un altro giocatore, si apre l’interfaccia dedicata dove ognuna delle parti può posizionare degli oggetti e vedere quanto offerto dall’altro. Se entrambi sono soddisfatti, si preme il tasto di conferma ed avviene la transazione.
Un’operazione semplice, un veloce baratto per disfarsi di un pezzo d’equipaggiamento raro ma non necessario al nostro personaggio corrente, ottenendo in cambio qualcosa di nostro interesse. Prassi quanto mai necessaria in un gioco dove la quantità di armi, vestiario e accessori è tanto elevata quanto la parsimonia con cui vengono elargiti. È ben presto evidente a chiunque si cimenti in Diablo 2 che durante una normale partita riuscire a ottenere esattamente ciò che serve per creare la “build” desiderata è utopistico, la statistica è contro di noi. E se per caso siete curiosi di sapere cosa succede quando una persona pacata e tranquilla completa il suo ”holy grail”, cioè la collezione di tutti gli oggetti unici e componenti di set del gioco, che senza scambi richiedono centinaia o migliaia di ore per essere trovati, ecco un comodo video esemplificativo. Occhio al volume delle casse!
È quindi naturale che questi scambi non si siano fermati a collaborazioni occasionali tra compagni di gruppo, ma si sia invece creato un fenomeno ben più strutturato ed esteso. Proprio come nel mondo reale, il primo ostacolo da superare è stato il limite intrinseco del baratto, cioè la necessità di una doppia coincidenza dei bisogni. Chi desidera un prodotto deve trovare una persona che lo possegga, e al tempo stesso abbia interesse a qualche prodotto che egli stesso possiede. La soluzione la conoscete: creare una moneta.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO PIÙ STRUTTURATO ED ESTESO ERA INEVITABILE

La preziosa Pietra di Jordan, uno degli unici due anelli del gioco (anzi, il solo, per parecchio tempo) a offrire il potente bonus “+1 a tutte le abilità” oltre a risolvere i problemi di mana.
In parallelo, si risolveva l’altro bisogno base per l’economia, ovvero la formazione di un luogo di ritrovo dove condurre gli affari. Una partita può ospitare solo otto giocatori in contemporanea, quindi non è certo piazzandosi in un’area pacifica a esporre le proprie offerte ai pochi presenti che si può trovare un acquirente. Per fortuna avviando Diablo 2 in multigiocatore ci si ritrova davanti all’elenco di tutte le partite aperte sul proprio server, liberi di decidere a quale unirsi o di creare la propria inserendo un breve titolo a descriverne l’intento. Questa lobby si trasforma quindi rapidamente in un bazar, dove tra partite dedicate alla progressione o al farming abbondano abbreviazioni sullo stile “N Ume O 10SoJ”, che sta per “Need Ume’s Lament, Offer 10 Stones of Jordan”.

La lobby di gioco. Vedete il messaggio “Gem Activated”? Compare cliccando sulla gemma viola al centro dell’interfaccia, e insistendo potreste anche avere la fortuna di leggere “Perfect Gem Activated”! Non serve a nulla, ma se vi piacciono le storie di fantasmi troverete un sacco di teorie incredibili a riguardo tra i giocatori di vecchia data.
Nota bene: in Diablo 2 Resurrected versione console non c’è questa lobby, almeno per ora. L’algoritmo di gioco cerca in automatico una partita adatta al vostro livello di avanzamento, con giusto una manciata di filtri generici a disposizione. Una mancanza davvero pesante che distrugge questa vecchia prassi e non solo, costringendo a meno immediate vie esterne anche per organizzare il più banale degli scambi.
SCOSSONI ECONOMICI
Con questi strumenti Diablo 2 sviluppa la sua vera e propria economia interna autogestita dagli utenti. La semplicità con cui si entra nel giro è vincente, e con il diffondersi di transazioni le leggi di domanda e offerta stabiliscono con precisione i tassi di cambio e la preziosità di moneta e prodotti. Un neofita che si imbatte in qualcosa di prezioso può facilmente chiedere una valutazione ai più esperti, che prontamente risponderanno “ci puoi fare tot SoJ” oppure “Charsi’s food” – espressione amichevole per invitare a venderlo al compratore meno schizzinoso, cioè un NPC che paga in misere monete d’oro virtuali.
LA DISTINZIONE FRA PERSONAGGI LADDER E NON-LADDER CAUSAVA SQUILIBRI REGOLARI NELL’ECONOMIA

Charsi e la sua fucina sono un appuntamento fisso per scaricare la paccottiglia raccolta nell’ultimo dungeon sfortunato, e in Resurrected sono ancora più belle.
Visto che non possono avvenire scambi tra personaggi Ladder e Non-Ladder si formano due economie distinte, entrambe sconvolte a ciascun reset. In Ladder è come se ogni volta si tornasse all’età della pietra, tutti quanti ricominciano senza averi e i primi oggetti preziosi trovati hanno un valore immenso data la scarsissima disponibilità. Ma anche la moneta di scambio è assente, ancora da generare e far entrare in circolo, limitando le possibilità. Solo col passare delle settimane e l’iniezione di moneta e prodotti si torna man mano alla normalità conosciuta. All’opposto, quando a Ladder conclusa i personaggi che da mesi accumulano ricchezza al suo interno finiscono in Non-Ladder iniettano nel secondo mercato una gran quantità di beni esclusivi. Il risultato è un mondo dinamico e che si rinfresca ciclicamente, dove soprattutto in Ladder anche un nuovo arrivato può costruire la sua fortuna.
Nota bene 2: in Diablo 2 Resurrected i contenuti Ladder-only sono stati estesi anche alla Non-Ladder e al giocatore singolo, oltre ad essere in programma un redesign ancora ignoto nella costruzione della classifica (dobbiamo aspettarci ricompense in base al piazzamento come da moda?) e dei reset più frequenti. Se ne saprà di più in futuro, per ora la modalità non è disponibile.
FALSARI E TRUFFATORI
Altri terremoti però hanno riscritto più volte l’economia di Diablo 2, stavolta non per modalità di gioco previste ma a causa di agenti esterni. Come da tradizione, dove c’è da arricchirsi – anche virtualmente – la gente si fa furba e senza scrupoli. Si diffusero in fretta software hack e metodi per sfruttare i glitch esistenti per duplicare indefinitamente un oggetto o per crearne di eccezionalmente potenti, come la fusione di due parole runiche o anelli con le statistiche di un’armatura. La pratica della duplicazione, in gergo “duping”, sarà una piaga che accompagnerà più o meno tutta la vita del titolo, in una costante battaglia tra Blizzard e certi utenti a colpi di patch correttive, ricerca e cancellazione dei doppioni e ban degli account contro metodi sempre nuovi per aggirare le regole da parte dei falsari; se per caso volete saperne di più sulla storia del duping, vi rimando a questo interessante approfondimento.
IL DUPING CAUSÒ SCOSSONI SIGNIFICATIVI ALL’INTERNO DELL’ECONOMIA CHE SI ERA CREATA, SPINGENDO BLIZZARD STESSA A INTERVENIRE PIÙ VOLTE

L’estrema fedeltà all’originale di Diablo 2 Resurrected è un ottimo risultato agli occhi dei vecchi fan, tuttavia proprio questa vicinanza tra i due titoli farà sì che i bot si adatteranno molto velocemente al remake.
Altra tragedia per i giocatori tutti d’un pezzo, o benedizione per i pigri, è stato l’arrivo dei bot, dei software che pilotano il personaggio al posto vostro e programmati per raccogliere gli oggetti migliori, lasciati a farmare per giorni senza sosta. Anche questa scorciatoia si diffuse a dismisura, inflazionando ulteriormente il mercato ed espandendo ancora di più il divario tra utenti “legit” e chi non si fece problemi a sporcarsi le mani. Ovviamente, anche nei bot si inserivano malware per derubarne gli utilizzatori. In tutto questo marasma era inevitabile che prima o poi qualcuno facesse la fatidica offerta: “ma posso pagare con soldi reali?”. Ovviamente sì. I maggiori fruitori di bot e duping erano infatti persone intente a trasportare questa ricchezza virtuale nel mondo esterno, creando vere e proprie reti di rifornimento e siti terzi dove organizzare le vendite. Non penso di sbagliare definendoli tutti illegali, dato che l’EULA di gioco vieta espressamente queste pratiche. Non era affatto raro ritrovarvi con un personaggio che si aggiungeva alla vostra partita, annunciava in chat le offerte del giorno, lasciava un link e salutava: ecco a voi un bot adibito ad agente pubblicitario.
LA SECONDA VENUTA DI DIABLO 2
Nonostante l’instabilità, i molteplici ambienti e le modalità losche, in qualche maniera il gioco avanza, ci si diverte e continua il suo successo (anche perché diciamocelo, è una droga). L’economia di Diablo 2 ha quindi un altro enorme scossone nel 2003 con l’arrivo della patch v1.10 e un corposo redesign del titolo: nuove meccaniche, nuovi oggetti, nuove formule di crafting, ribilanciamenti, barriere tra le classi che si frantumano. Insomma, è un gioco nuovo. Da un giorno all’altro bisogna riscrivere i manuali, studiare nuove build, cercare spasmodicamente oggetti prima non così importanti.

L’importanza delle Sinergie, cioè i bonus passivi a un’abilità guadagnati assegnando punti ad un’altra abilità ad essa associata, sono una delle novità della v1.10 che cambieranno profondamente Diablo 2.
È in questo periodo che la valuta popolare cambia, mettendo da parte le SoJ per eleggere a nuova moneta la runa Ist. I motivi sono i soliti: conosciuta, di valore pratico e accertato, di dimensioni ridotte, rara ma non troppo. Concorre anche il “piccolo” fatto che nel frattempo Blizzard ha corretto i limiti implementativi delle SoJ e finalmente riesce a identificare e cancellare i nuovi risultati del duping, anche se restano accumulate grandi scorte di vecchi falsi. Per eliminarle senza troppa eleganza inserisce un nuovo evento di gioco, il duro scontro con Diablo Clone, che si verifica solo quando un buon numero di SoJ (variabile tra 75 e 120 circa) viene venduto agli NPC nelle partite del server. C’è quindi bisogno di gettare al vento la vecchia valuta per partecipare ai nuovi contenuti! Assurdo? Beh, non preoccupatevi, con un po’ di fortuna prima o poi vi troverete sullo stesso server dove un duper ha deciso di spendere un po’ di SoJ taroccate fino a leggere la fatidica scritta “Diablo cammina sulla Terra”.
IL CONTROVERSO D2JSP
Finalmente arriviamo all’attuale centro nevralgico del mercato di Diablo 2, ovvero il sito d2jsp.org e il suo forum. Qui gli utenti trovano un modo di organizzare scambi ben più strutturato e affidabile rispetto alla lobby di gioco, costruendo di fatto un corrispettivo videoludico di eBay. I giocatori pubblicano annunci, ricercano pezzi, scambiano valutazioni, l’affidabilità delle persone viene misurata in feedback. C’è anche un notevole sforzo per combattere i disonesti “scammers” che non rispettano gli accordi o vendono oggetti duplicati, grazie a moderatori che seguono attentamente le transazioni e in caso di irregolarità accertate proseguono a bandire il colpevole e risarcire la vittima. Addirittura, si può richiedere che un controllore assista a scambi particolarmente importanti, così da avere un testimone affidabile in caso di problemi.
D2JSP RESE PIÙ SEMPLICE LE TRANSIZIONI TRAMITE L’ISTITUZIONE DEL “FORUM GOLD”. CERTO, QUESTO ERA UN MECCANISMO ESTERNO AL GIOCO, E PORTAVA CON SÈ TUTTA UNA SERIE DI ALTRI PROBLEMI E CONSIDERAZIONI
Il forum ha anche permesso di conservare un’utilissima storia degli oggetti, tracciando ogni loro passaggio di consegna nel tempo. Quelli estremamente rari, infatti, hanno il concreto rischio di essere dei duplicati, e quindi a rischio di sparire dall’inventario. Sapere che tale arma è stata usata da Pippo per tre anni, che l’ha venduta a Pluto a questo prezzo con uno scambio certificato dal sito, e ora lui dopo due anni la offre a Paperino è un’assicurazione incredibilmente utile, soprattutto unita al livello di reputazione delle persone coinvolte e di eventuali altri testimoni chiamati a garantire per loro. Non dimentichiamo che chi prova a imbrogliare viene espulso dal forum perdendo tutti i suoi fg, e che seppur sia possibile comprare fg per soldi reali non è possibile fare il viceversa. Chi è ricco su d2jsp lo è solo su d2jsp – a meno che in qualche modo non riesca a rigirare quanto ottenuto sui siti loschi citati prima, e sono sicuro che purtroppo qualcuno saprà come farlo.

È facile pensare che il gioco e l’economia di Diablo 2 ruotino attorno solo a oggetti unici e parole runiche, ma in realtà ci sono sorprese in tutte le categorie: questo elmo all’apparenza semplice vale parecchio.
L’altra faccia della medaglia? Per molti d2jsp è simbolo di bot, di inflazione, di speculazione, di distruzione delle barriere naturali del gioco. Gli fg guadagnati in Non-Ladder possono essere spesi in Ladder, quindi non è più proprio vero che dopo un reset si riparte da zero. D2jsp supporta anche giochi come Magic: The Gathering Arena, Diablo III e diversi altri, usando sempre gli stessi fg e spostando risorse da un ambiente all’altro. Data la possibilità di far circolare e accumulare enormi volumi di fg, i grandi signori degli hack e della rivendita d’oggetti è probabile sfruttino il sito. C’è anche chi non è disposto a dimenticare l’origine fumosa di d2jsp, nato come sito di sviluppo e distribuzione di un bot, anche se è da parecchio tempo che s’è riconvertito abbandonando tale scena.
Nota Bene 3: su d2jps è già presente da un pezzo una sezione per Diablo 2 Resurrected, dove fin da prima del rilascio c’era già gente con un potere d’acquisto inimmaginabile senza mai aver avviato il gioco. Ciao poveri!

Uno degli oggetti più costosi passati da d2jps, acquistato per la bellezza di cinquantunomila forum gold.
Sono passati ormai ventun anni e nonostante tutto l’economia di Diablo 2 resta in piedi, anche se traballante. D2jsp è il punto di riferimento e va a gonfie vele ancora oggi, dopo tanti anni di servizio. Ma anche il mondo parzialmente slegato degli scambi nella lobby di gioco resta funzionale, nonostante i vaticini infausti dei detrattori dei forum gold. Sarà interessante vedere come la storia continuerà con Resurrected tra cambiamenti alla Ladder, al modo di usufruire il gioco, con nuove battaglie degli sviluppatori per impedire utilizzi impropri, come gli utenti aggireranno i limiti presenti su console, quali nuove community al passo coi tempi nasceranno… ci vediamo per scoprirlo sulla sommità del Monte Arreat!
Questo articolo è stato scritto per The Games Machine da Frequenza Critica, il blog italiano di approfondimento videoludico.