“L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare a non avere più paura: è questa la meta ultima dell’uomo”.
A proferire queste parole, qualche tempo addietro, fu Italo Calvino. Le impresse a fondo ne “Il Sentiero dei Nidi di Ragno”, un romanzo narrativo che parlava della Resistenza e, in generale, dell’occupazione nazifascista. E attualmente, però, questo aforisma è stato ripreso addirittura dai Modena City Ramblers, un gruppo folkloristico modenese che s’ispira ai gruppi irlandesi e alle canzoni popolari nostrane. Attraverso le parole di Calvino, tuttavia, si percepisce immediatamente la potenza della sua scrittura quanto del suo messaggio finale: l’uomo è piccole, fallace, crudele e miserevole. Ma è anche di buon cuore, speranzoso e di grande lealtà. Parlare di ucronie, riflettendo sulla Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda, considerando i tempi che corrono, è sempre curioso.
Quando il discorso lo si applica in modo diretto ai videogiochi, si crea un collegamento che va ben oltre lo schermo e, soprattutto, le aspettative che chiunque avrebbe se ne scoprisse le meraviglie. La letteratura ha parlato dell’amore fra un soldato tedesco e una giovane donna. La sua scrittrice, un’ebrea francese uccisa ad Auschwitz, non concluse mai quell’idillio d’amore, e ne fu fatto un film, specie per mostrare l’occupazione nazista dei territori occupati. Intanto che si affrontava il discorso con il sentimento più bello al mondo, c’era un altro tipo d’approccio, che esplorava maggiormente un’ideologia estremista, con Steven Spielberg che propose al mondo Schindler’s List nel 1992. Dopodiché, qualche anno dopo questo capolavoro del cinema internazionale, arrivò un modo differente di parlare del nazismo attraverso l’ironia e la freddezza brutale di Quentin Tarantino, e il suo Bastardi senza Gloria. E se da una parte si esplorava l’odio nazista e lo strapotere del Terzo Reich, dall’altra il comunismo di Stalin, che aveva messo nel cassetto Marx e Lenin, si propose nel cinema con Il Nemico alle Porte, o il film di propaganda sovietico Lenin in ottobre. E poi libri, tanti libri, moltissimi libri sull’argomento.
Quando Adolf Hitler invase la Polonia, era sicuro di poter conquistare l’Europa in poco tempo e prendersi anche qualcosa in più. Intanto che questo avveniva, gli Alleati non credevano nuovamente di rivivere le stesse sensazioni del 1914, con lo scoppio della Grande Guerra. Com’è scritto nei libri di storia, la guerra di Hitler è stata persa a Stalingrado, aprendo un fronte che non poteva controllare. E qualche anno dopo, con l’Unione Sovietica che sottobanco contava le sue testate atomiche e sognava di arrivare nello Spazio prima degli americani, cercò in ogni modo l’attuale supremazia tecnologica. Wolfenstein e Atomic Heart, in tal senso, sono i due grandi esempi che mi hanno sempre trasmesso qualcosa che andasse ben oltre il classico videogioco in prima persona. Nel caso specifico, Wolfenstein è certamente l’opera cui sono affezionato maggiormente, e le peripezie di William Joseph B.J Blazkowicz mi sono entrate nel cuore da diverso tempo. Questa è un’altra storia, e ammetto che non si possa dire lo stesso del Compagno Maggiore protagonista di Atomic Heart di Mindfush, che su The Games Machine è stato molto apprezzato.
Wolfenstein e Atomic Heart, in tal senso, sono i due grandi esempi che mi hanno sempre trasmesso qualcosa che andasse ben oltre il classico videogioco in prima persona
LE UCRONIE NEI VIDEOGIOCHI: LE SFUMATURE DI WOLFENSTEIN
Parlare di Wolfenstein, lo ammetto, è sempre curioso e mi diverte parecchio. Se da una parte si racconta di una serie storica (e in generale di Wolfenstein 3D), dall’altra si tratta inevitabilmente del nuovo ciclo iniziato con MachineGames nel 2014 con Wolfenstein: The New Order. Il mondo, ormai completamente soggiogato dal potere dell’Asse, è in mano a Hitler. Il protagonista è un soldato statunitense, uno dei più abili ed esemplari, l’unico a servire il Paese con abdicazione e decision, anche se quest’ultimo non gli ha mai regalato nulla, trattandolo non come una risorsa, ma ulteriore carne da cannone. Gli Alleati hanno perso, Adolf Hitler si è impossessato di ogni capitale europea attraverso l’utilizzo della bomba atomica, e intanto il suo strapotere si allargava ben oltre la Luna. L’ucronia utilizzata da MachineGames, non molto dissimile da quella di Dick, racchiude l’essenza stessa di un futuro alternativo in tutta la sua bassezza. Ha vinto l’odio, con Hitler che è diventato esattamente cosa sperava, e la società nazista che imperversa ovunque, salvo nella parte occidentale degli Stati Uniti sotto al dominio giapponese. Sia The Man in the High Castle quanto Wolfenstein raccontano di un mondo surreale, che nessuno attualmente contemplerebbe.
Hitler sognava di una cupola ben più grande di San Pietro nel bel mezzo della città di Berlino che sostituisse il Reichstag. Il ministro Speer, all’epoca, stava fondando esattamente le radici della nuova Germania e del mondo intero, con Berlino come capoluogo del nazismo. All’interno di Wolfenstein, infatti, Blazkowicz nota la medesima cupola di cui sto parlando che sovrasta l’intera cittadina, sfiorando addirittura il cielo occupato dagli Zeppelin con la svastica ben in vista. La Gestapo ormai controlla la vita di chiunque e la tecnologia nazista, arrivata al suo culmine, ha dato vita a macchine senzienti e a uomini più potenti, perfetti e ariani.
In Wolfenstein, sebbene le macchine e l’uomo vengano piegati alla volontà dei nazisti, si nota che il Lebensborn ha comunque una sua radice particolareggiata nella società tedesca
Mentre in The Man in High Castle queste verità vengono a galla dopo poco tempo, in Wolfenstein il giocatore impara a conoscere un contesto folle e dominato dalla paura. In una missione dedicata agli Stati Uniti, proprio in Wolfenstein: The New Order, Blazkowicz affronta il suo passato e le sue origini ebraiche, confrontandosi con un padre razzista legato all’ideologia del Terzo Reich, ma anche a quella del Ku Klux Klan, con quest’ultimo che ha preso il potere negli Stati Uniti. Cambiata in peggio, dominata dai nazisti e dal timore delle bombe atomiche che Hitler ha scoperto prima di tutti gli altri, ormai i pochi sopravvissuti combattono nell’oscurità, con lo scopo di liberare gli Stati Uniti. L’Europa, al contrario, è completamente perduta, soggiogata per sua volontà allo strapotere nazista
.Il compito delle ucronie, specie nella letteratura mondiale, è fornire un racconto alternativo che possa risultare surreale
LA CORSA ALLA SCIENZA DELL’UNIONE SOVIETICA
Se Wolfenstein, la Svastica sul Sole e The Man in the High Castle hanno mostrato in modo deciso cosa sarebbe accaduto se Adolf Hitler avesse vinto la guerra, Atomic Heart va in una direzione totalmente opposta, presentando però dei contesti divergenti. Si parla di scienza, società sovietica nella cima della catena alimentare e di uno strapotere immenso che ormai domina il mondo e, soprattutto, la società alternativa dell’epoca. La Guerra Fredda, insomma, è stata vinta senza sparare un colpo, con i sovietici che hanno costruito dei robot da legare indissolubilmente all’umanità. Nel frattempo, però, si sono lasciati andare al vaneggiamento di quel potere e il comunismo, che è al massimo della sua potenza, può estendere la sua mano anche all’estero.
La Guerra Fredda, insomma, è stata vinta senza sparare un colpo, con i sovietici che hanno costruito dei robot da legare indissolubilmente all’umanità
La società sovietica, che viene rappresentata attraverso la propaganda al pari di quella nazista, è dominata allo stesso modo da tante strutture diverse, dai volti simbolo della Madrepatria e dalla presenza dei simboli più rilevanti della cultura del tempo. La falce e il martello, in tal senso, rappresentano il popolo e i suoi sforzi, mentre la stella è quel segno dell’avvenire che protegge ogni cittadino sovietico. Cosa affronta il Compagno Maggiore, chiamato comunemente P-3, è una società in balia di cambiamenti repentini che non lasciano il tempo a nessuno di abituarcisi. A differenza della Germania nazista e delle aspirazioni di Adolf Hitler, non si sa esattamente se l’Unione Sovietica sarebbe diventata come quella raccontata in Atomic Heart. Eppure, quanto viene mostrato è una preservazione totale dell’ideologia comunista che si allarga non soltanto alle branche più ricche, alle forze militari e a quella legate in modo indissolubile all’ideologia, bensì proprio alla popolazione.
A differenza della Germania nazista e delle aspirazioni di Adolf Hitler, non si sa esattamente se l’Unione Sovietica sarebbe diventata come quella raccontata in Atomic Heart
Basarsi unicamente su questo è una limitazione e non approfondisce la questione: la società comunista, se applicata al mondo intero, ai robot e alle mire tecnologiche sovietiche proposte all’interno di Atomic Heart, avrebbe condotto a un contesto in cui il dominio totale dell’URSS nell’economia del mondo avrebbe dettato le regole, com’è di fatto conclamato all’interno del videogioco di Mindfush. Il più grosso timore dei sovietici all’interno del videogioco, dopo l’incidente del Complesso Vavilov e Pavlov, è che si venisse a sapere proprio delle disavventure vissute dal Compagno Maggiore.
Immagino già i cartelloni pubblicitari che svettano sopra San Francisco, New York e Chicago: “I nostri robot, almeno, non vi ammazzano”
DA UN ESTREMO ALL’ALTRO
Raccontare il nazismo e il comunismo, specie in un periodo storico del genere, non è affatto semplice, specialmente nei videogiochi. Le ucronie, però, lo permettono anche per approfondire cosa sarebbe stato se la Germania avesse vinto la guerra e se l’Unione Sovietica fosse riuscita a primeggiare nel progresso tecnologico. C’è da aggiungere, però, che anche gli Stati Uniti conservano una loro ucronia, la stessa che in tanti, specie i giocatori più affezionati, ricordano con piacere. Parlo di Fallout, sviluppato da Bethesda, in cui il mondo – a causa delle bombe atomiche – è completamente disintegrato. Esistono solo comunità di sopravvissuti e le grandi cittadine urbane, una volta centri nevralgici del sogno americano, sono completamente disintegrate. Tutto per sottolineare che sì, la guerra non cambia mai e l’uomo, però, ha scelto il suo fato. Lo fecero in Germania nel 1933, e accadde nel 1917 in Russia con i bolscevichi che presero il potere, trucidando i Romanov earrivando all’interno del Palazzo d’Inverno.
Il panorama dei videogiochi, inoltre, ha proposto tante altre opere che parlano di ucronie. Penso a Metal Gear e Singularity. Fallout, tuttavia, è il più semplice da analizzare perché è la diretta conseguenza di cosa effettivamente disse Einstein sulla bomba atomica. “L’uomo ha costruito la bomba atomica, ma nessun topo si costruirebbe una trappola per topi”. L’uomo è stato capace di farlo, arrivando a testare gli ordigni nucleari su Hiroshima e Nagasaki, e dopodiché nel Pacifico. Nell’ucronia di Fallout, del mondo è rimasto molto poco. Giusto qualche sopravvissuto, uno su tutti un padre alla ricerca di un figlio scomparso. Quei Vault, scavati in profondità, dimostrano che l’umanità ha saputo cavarsela. Quanto è costato? Tutto, e forse anche di più. Come accennavo prima, la guerra non cambia mai.