Si possono stravolgere o rileggere gli stilemi classici di un genere? Shyamalan ci prova con Trap, thriller dal sapore Hitchcockiano dove un serial killer (Josh Hartnett) viene messo sotto scacco dall’FBI che gli ha teso una trappola, tentando di catturarlo un tranquillo pomeriggio in cui ha portato la figlia al concerto della sua cantante preferita, Lady Raven.
In senso stretto, quello di Shyamalan è un prodotto che si può anche difficilmente definire un thriller, giacché di fatto lo è solo nelle premesse, per poi diventare un complesso e strutturato discorso sulle maschere che assumiamo per sopravvivere nel mondo odierno.
Cooper è sì uno spietato serial killer (con qualche piccolo problema con la madre defunta), ma anche un amorevole padre e fa di tutto per consolidare questa certezza. Lo fa prendendo i posti migliori per il concerto, cercando di far salire la figlia sul palco così che le altre amiche di scuola, quelle antipatiche e inclini al bullismo, la possano vedere cantare con la superstar e farsi rodere il fegato.
Ma Cooper è anche un uomo a cui stanno dando la caccia; alla perdita del controllo, la sua psiche malata e il corpo iniziano a rispondere per istinto di sopravvivenza superiore e dunque, evolvere per rimanere in vita (ricordate Split? Chi ha sofferto è più evoluto).
Poi, quando pensiamo di essere dentro un film che viviamo dagli occhi di un serial killer, dove la fuga dall’FBI ci fa tifare per lui, ecco che le carte in tavola cambiano nuovamente, spostandosi su un personaggio inedito: Lady Raven.
Non entrerò in ulteriori dettagli, vi basti sapere che il concerto di Trap è solo a metà del film che, poi, prenderà una strada totalmente diversa. Probabilmente quella più caotica nel modo in cui viene gestita, piena di twist narrativi in cui il focus non è più vedere la fuga di Cooper, bensì assistere alle ore che lo porteranno a una cattura più o meno probabile.
L’eroina delle giovanissime, una sorta di ibrido tra Taylor Swift e Lady Gaga, è proprio Lady Raven, che da persona fenomenale ma anche indifesa diventa una guerriera dalla spada e lo scudo lucenti. Il punto di vista cambia, così come la maschera, e la cantante diventa davvero una persona importante agli occhi di tutti, aiuterà l’FBI a dare la caccia al killer.
Trap è un film di immedesimazione pura, di continui stravolgimenti nel modo in cui la narrazione detta i tempi del film. Quando siamo sicuri di essere arrivati alla fine ecco un twist, poi un altro e un altro ancora, alcuni magari forzati, altri terribilmente affascinanti per continuare a seguire questo flusso di pazzia che renderà Cooper una persona a cui, persa ogni tipo di maschera, resterà solo l’ombra dei suoi tic e delle sue fissazioni, tese in un abbraccio paranoico senza alcun filtro.
Magari Trap non è esattamente un’esperienza nuova, meglio definirlo un thriller fortemente inedito, di quelli che non si vergognano di inserire qualche momento ilare all’interno di situazioni non proprio piacevoli. Una giostra di personaggi uno più folle dell’altro da riportare alla solita regola del cinema di Shyamalan: dipende tutto da noi, dalla nostra capacità di aprire la porta della mente del regista ed entrare in quella storia. Se ci riuscirete, capirete subito quanto sia prezioso Shyamalan al cinema di oggi.
VOTO 8
Genere: thriller
Publisher: Warner Bros
Regia: M. Night Shyamalan
Colonna Sonora: Herdis Stefansdottir
Interpreti: Josh Hartnett, Ariel Donoghue, Alison Pill, Saleka
Durata: 105 minuti