Se esiste qualcosa di unico e trascendentale negli ARPG e nei RPG è di sicuro il loot, utile per migliorarsi, per potenziarsi, per arrivare a uno scontro con un boss con le carte in regola giuste per non soccombere al primo colpo. E gli anelli, in questo senso, vanno in aiuto dei comuni mortali. In Sacred, grande opera dimenticata e seminale del genere ARPG, questi ancestrali strumenti avevano un’utilità enorme per affrontare le bestie demoniache di Ancaria, provenienti dalle oscure profondità della terra.
“Ancaria dorme”: a pronunciare questa frase, poco prima che l’opera permettesse di scegliere il proprio personaggio nel classico stilema à la Diablo, era Gianni Musy, il doppiatore di Gandalf in The Lord of the Rings. In produzioni simili, che prendono dal fantasy e dalla cultura europea (specie dal nord Europa), sono talvolta degli oggettini minuscoli a cambiare le sorti di una battaglia qualsiasi. Nella cultura popolare, infatti, gli anelli simboleggiano le principali emozioni umane: l’amore, ma soprattutto l’eternità.
GLI ANELLI NELLA STORIA: TRA RELIGIONE CRISTIANA E CULTURA CELTICA
Queste opere generate dall’uomo, create in oro, argento, in bronzo o in rame, non erano solamente usati come degli ornamenti. Si credeva, in tal senso, che dentro di loro risiedesse l’essenza vitale di una persona. Pensando alla fede nuziale, per esempio, un vedovo o una vedova poteva reputare che al suo interno fosse contenuto lo spirito dell’amato o dell’amata passati a miglior vita. La religione Cristiana, sin dagli albori, cercò di trasmettere al prossimo questo tipo di contatto etereo, che si formulava talvolta come una promessa eterna. Ma ben prima che i cristiani si prendessero questa libertà, sottraendola dalle origini, i celti, i salassi e altre popolazioni simili che pregavano Epona, dea dei cavalli e dei muli, donavano degli anelli al prossimo perché, al suo interno, si pensava che fosse presente la pace eterna, una sorta di luogo ancestrale in cui la vita continuava in un’altra forma.
Il ritrovamento di anelli in Irlanda, in Britannia e in altri luoghi, rappresenta come essi siano stati fondamentali nel corso dei secoli. Anche oggi, a distanza di così tanto tempo, questi oggetti sono rilevanti, specialmente nella letteratura. Da Dante e a Petrarca fino a passare per Manzoni, Leopardi, nonché altri esponenti della poetica moderna e della prosa degli ultimi due secoli. L’anello non è solamente un mezzo per rappresentare un legame verso qualcuno, ma è un modo formale per indicare il proprio potere, la propria forza, e per contenere, come dimostrato nel fantasy, il rapporto con gli elementi cardine del mondo. Poi esistono i videogiochi, da Sacred a Baldur’s Gate 3, e si capisce meglio di cosa si sta parlando. Nel mondo comune si chiama potenziarsi e avere un asso nella manica; io lo definisco in un modo diverso: un potere assoluto.
QUANDO PORTI TROPPO PESO…
Serve un anello che alleggerisca il carico che si trasporta, o che ne aumenti il vigore, come racconta FromSoftware con l’Anello di Havel, il quale ha una storia bellissima, legata alla lore di Lordran. Ottenere un anello simile non è semplice, specie se si è nuovi del mondo di gioco. D’altronde, è divenuta una regola raccoglierlo prima di avanzare verso l’oblio. Il gesto tecnico, tuttavia, è affrontare Havel senza lasciarci le penne, compito non particolarmente semplice, considerando che serve abilità e molta pazienza per risolvere il problema.
Un anello del genere, oltre ad alleggerire, agevola il sistema di combattimento. Ma soprattutto, va in soccorso delle varie schivate da adoperare nel corso dell’avventura, proprio per concentrarsi in seguito ai vari modi utili per affrontare il viaggio con la pazienza necessaria e per fronteggiare creature abbiette. Insomma, non è mai saggio levare pezzi d’armatura in Dark Souls, a meno che non sia assolutamente necessario farlo: per schivare e cose del genere, è una concreta manna dal cielo; poi se si tratta di dover affrontare ciò che si ha tra i piedi, magari qualche nemico in più rispetto al normale, il tutto diventa ancora più importante.
Un anello del genere, oltre ad alleggerire, agevola il sistema di combattimento
ANELLI CHE ALLUNGANO LA VITA, LETTERALMENTE
In una larghissima parte degli ARPG a visuale isometrica, come i capisaldi di cui ho parlato poco più sopra, un anello è un oggetto che cambia talvolta l’intera build di un personaggio. Non lo peggiora, se qualcuno sta pensando a questo, a meno che si non si tratti di un anello che vincola a un’anima, come quello creato da Celebrimbor e Talion (ex fabbro della Prima e Seconda Era, trucidato da Sauron subito dopo la creazione degli Anelli del Potere donati ai popoli di Arda), due personaggi che, nel corso de L’Ombra della Guerra, si sono trovati a dover ricrearne uno, poiché l’altro era andato perduto chissà dove (era alla Contea, giusto per far capire la linea temporale).
Ora, nonostante delle libertà coraggiose da parte di Monolith, quel momento era fighissimo. Un anello del tutto nuovo, donato a Shelob, che permetteva il controllo mentale degli orchi, e di creare appunto un’armata per sconfiggere il re degli Stregoni di Angmar e Sauron in persona. Tralasciando quel disastro perpetrato anni fa, che contamina in modo vergognoso tutto ciò che riguarda il Silmarillion e il ritorno di Sauron, esistono videogiochi come Diablo, Sacred e Path of Exile che hanno fatto uso degli anelli in un modo più intelligente.
Un anello del tutto nuovo, donato a Shelob, che permetteva il controllo mentale degli orchi
Quindi, insomma, sia in Path of Exile che in Diablo gli anelli possono incentivare al recupero di mana e di vitalità, mentre si triturano gli avversari. In Sacred, invece, ricordo bene che gli anelli più forti, talvolta, scatenavano fulmini e saette sui nemici. Penso che opere come quelle appena citate siano riuscite a raccontare meglio come il fantasy si sia incastrato nei videogiochi. Questo è un valore aggiunto incredibile, specie se pensiamo al valore degli anelli nella cultura passata e attuale.