Nella Zona il tempo si è fermato, ma le ombre continuano a muoversi. S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition riporta in vita l’incubo radioattivo più affascinante mai concepito tra rovine, anomalie e destini spezzati. E malumori.
Sviluppatore / Publisher: GSC Game World / GSC Game World Prezzo: € 39.99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, GOG, Epic Game Store), PS5, Xbox Series X|S Data di uscita: Già disponibile
Se c’è una cosa che la Zona non dimentica mai, è il tuo odore. Puoi provare a cambiarlo, darti una ripulita, metterti addosso una giacca nuova o rifare il look al PDA, ma quando varchi di nuovo quella linea invisibile tra il mondo dei vivi e quello dei disperati, lei ti riconosce.
E ti aspetta. A braccia aperte, o forse no. La recente S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition è proprio questo: il ritorno di un vecchio amore malato, con lo zaino pieno di loot e ricordi in spalla, le cicatrici ancora addosso e qualche cerotto digitale a cercare di mascherarle. Talvolta maldestramente, come nel caso di questa trilogia i cui capitoli in versione enhanced sono acquistabili anche singolarmente (€ 19,99 cad.)
S.T.A.L.K.E.R. TRILOGY EE: RITORNO A CASA (RADIOATTIVA)
Se per qualche motivo non aveste mai sentito parlare del fenomeno S.T.A.L.K.E.R. e vi foste persi il culto post-sovietico di GSC Game World, ecco un breve ripasso di storia videoludica. Parliamo di una saga che, dal 2007 in poi, ha ridefinito il concetto di survival FPS open world. Parliamo di un franchise diventato immortale, entrato nel pantheon dei videogiochi più influenti di sempre dall’ingresso principale, senza chiedere il permesso a nessuno, al massimo ha lanciato un bullone dall’uscio per avvisare di fargli posto. Shadow of Chornobyl (2007), Clear Sky (2008) e Call of Pripyat (2009) non sono semplici sparatutto in prima persona con anomalie e mostri mutanti: sono racconti di disperazione e avidità, storie di stalker che vivono e muoiono in una terra contaminata dalla stupidità umana. La Zona è una protagonista silenziosa e sempre vigile, un personaggio vivo che cambia umore e faccia a seconda di chi la attraversa. E cambia te, spesso per sempre.
Chiunque abbia calcato il fango di Cordon o percorso i cunicoli infestati di Pripyat sa che S.T.A.L.K.E.R. non è mai stato solo un videogioco. È qualcosa di molto simile a un rituale, per qualcuno quasi una questione di fede. È folklore tossico e mitologia radioattiva. È vivere in prima persona Pic-Nic sul Ciglio della Strada dei fratelli Strugackij, è concedersi un’immersione nei recessi più reconditi di una terra dove gli errori umani hanno fatto fiorire mostri, laddove ogni passo può essere l’ultimo. La trilogia originale era un manifesto impolverato di decadenza post-sovietica, con i suoi muri scrostati, i poster di propaganda mezzi lisi e i graffiti in cirillico che raccontavano più di mille asettiche cutscene.
S.T.A.L.K.E.R. non è mai stato solo un videogioco: è qualcosa di molto simile a un rituale, per qualcuno quasi una questione di fede
Molti ambienti, svuotati di quei dettagli a loro modo entrati nell’immaginario collettivo e nei cuori dei tanti stalker di vecchia data, in veste enhanced appaiono più poveri, meno autentici. È un po’ come se la Zona, casa dolce casa per innumerevoli poveri diavoli, avesse perso memoria di sé. Per un universo narrativo che deve il suo forte carisma anche alla stratificazione di simboli e detriti storici, è un colpo durissimo. E la community lo ha percepito. La reazione non è stata delle più comprensive, nonostante delle attenuanti neanche troppo generiche. È una decisione che ha diviso la comunità e non poco, indispettendo chi viveva la saga come un affresco sporco e impietoso della decadenza post-URSS. Non è solo questione di nostalgici reazionari, attenzione: molti utenti su Steam si sono lamentati di una sterilizzazione ambientale che, al di là del discorso Russia – Ucraina, spezza l’immersione e il senso di luogo vissuto. Perché è vero: in S.T.A.L.K.E.R. ogni muro raccontava una storia. E adesso, in certi punti, resta solo cemento grigio e silenzio. Non è la stessa cosa.
COSA CAMBIA DAVVERO
Questa Enhanced Edition si presenta come una versione modernizzata dei tre capitoli, raccolti in un’unica confezione digitale e (finalmente) disponibili anche su console oltre che su PC. Ma non aspettatevi un remake, e nemmeno un vero remaster. La trilogia riceve un aggiornamento grafico su tutte le piattaforme, con effetti visivi atmosferici avanzati come raggi crepuscolari, riflessi dinamici e illuminazione globale avanzata. Texture e modelli 3D per PNG, armi e ambienti sono stati migliorati, con shader avanzati per gli effetti di acqua e umidità e skybox aggiornati per un mondo più dinamico. Sulla carta, i filmati pre-renderizzati in 4K migliorano la narrazione e il campo visivo modificato migliora la visibilità in combattimento. I giocatori su console PlayStation 5, PlayStation 5 Pro e Xbox Series X|S possono scegliere tra una varietà di modalità, ma non ho potuto verificare. Il supporto per tastiera e mouse è stato aggiunto per le console e l’integrazione con mod.io consente la creazione e la condivisione di mod multipiattaforma. I giocatori su PC invece, oltre alle migliorie elencate, ottengono anche l’ottimizzazione per Steam Deck, l’accesso a Steam Workshop per le mod, salvataggi nel cloud per il backup dei progressi e il supporto completo per i gamepad.
Il pacchetto enhanced- gratuito per chi possiede gli originali, dimenticavo di dirlo – migliora soprattutto l’accessibilità: interfaccia più leggibile, ruota delle armi, inventario meno pachidermico, supporto completo al controller e HUD ricalibrato per i 16:9. Ho testato la nuova trilogia su un PC equipaggiato con Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD NVMe, e ciascun capitolo gira fluido sia in 1440p sia in 2160p (meglio senza che con FSR attivo in modalità Nativa). La trilogia supporta il 4K, ma le texture e i modelli poligonali sono ancora quelli del vecchio motore X-Ray — ritoccati giusto quanto basta per non sembrare relitti di un’epoca lontana. Le migliorie più concrete, a conti fatti, si trovano nella qualità della vita: una mappa più agile, supporto alle mod più snello, caricamenti più rapidi, meno scocciature nel gestire il loot.
Si narra che sia meglio restarsene a gironzolare nella Zona originale, godendosi la prima trilogia ultra moddata
VECCHI DIFETTI, NUOVE RUGHE
Purtroppo, oltre alla questione estetica, la Enhanced Edition eredita buona parte dei problemi tecnici delle versioni originali e ci aggiunge qualche nuova magagna. Bug di pathfinding, compenetrazioni ambientali, NPC che si incastrano, problemi coi salvataggi e altro (i devs sono al lavoro, la patch 1.0.1 è solo la prima toppa). Eppure, nonostante tutto, la Zona continua a essere un posto che ti trattiene. Per il sound design ambientale, per le anomalie che brillano nel buio, per i dialoghi sghembi dei mercanti e le spedizioni notturne a caccia di artefatti tra i relitti dei Sukhoi. A livello ludico, i tre capitoli restano invecchiati bene nella sostanza. Shadow of Chornobyl con i suoi molteplici finali, Clear Sky che tenta di ordinare le fazioni e Call of Pripyat, probabilmente il più maturo e coeso, ancora oggi offre sequenze di gioco capaci di mettere i brividi. La tensione rimane intatta, così come la sensazione di solitudine e il terrore puro quando il contatore Geiger impazzisce senza motivo. Impossibile provare altrove sensazioni così.
La Zona è sempre la Zona, c’è poco da fare. Chi si avvicina alla serie oggi dovrebbe forse tenere a mente che questa Enhanced Edition non è il modo migliore in assoluto per scoprirla. Su PC le versioni originali, potenziate con le mod, offrono esperienze visivamente e ludicamente da leccarsi i baffi. La Enhanced Edition di S.T.A.L.K.E.R. resta una buona porta d’ingresso per i neofiti o per chi vuole vivere qualche giorno da stalker del passato senza impazzire dietro patch e configurazioni. Dal punto di vista tecnico, la Enhanced Edition è esattamente ciò che dice di essere: un aggiornamento cosmetico parziale dei tre capitoli originali. Meglio non chiederle di più, però.
S.T.A.L.K.E.R. TRILOGY EE: UNA CONCLUSIONE ANOMALA
L’accoglienza a dir poco tiepida su Steam ha radici profonde. I fan storici di S.T.A.L.K.E.R. sono una delle community più affezionate e dure, abituata da anni a rattoppare i giochi di GSC Game World con mod che li trasformano in esperienze più moderne, credibili e letali. Per loro questa Enhanced Edition è poco più di un update grafico venduto a prezzo pieno (40 euro) che fa meno di quanto già offrano le mod gratuite. E lo fa grattando via parte di quell’identità sporca e scomoda che ha reso la saga un culto, una ragione in più per impedirgli di mandare giù col sorriso sulle labbra quanto proposto da GSC Game World. Per quanto riguarda la questione “derussiazione”, la decisione dello studio ucraino da un lato è sicuramente comprensibile data la situazione attuale e quanto tocchi GSC Game World da vicino; suppongo che gli sviluppatori non immaginassero di sollevare un simile vespaio, ma considerando quanto la saga sia apprezzata nell’Est ci sta anche che la maldestra manovra della Enhanced Edition non passi inosservata.
Il nuovo pubblico, magari attratto dal nome storico o dalla promessa di una Zona rimodernata, rischia di trovarsi davanti a un’esperienza grezza e impietosa come quella originale, ma priva di quel fascino derivato dal contesto post-sovietico credibile, autentico. Senza l’affetto nostalgia e senza le mod a tappare i buchi, la Enhanced Edition fatica a imporsi tra i vecchi stalker che hanno già penetrato la Zona fino a toccarle il cuore e adesso faticano ad apprezzarla col trucco sbavato, irriconoscibile e fredda.
la Zona resta la Zona, maliziosa e letale con i suoi frangenti carichi di tensione che ti si conficcano dentro, nell’anima, schegge impazzite di un’esperienza che ti accompagnerà nella tomba