L’estate è notoriamente il momento in cui, complici le vacanze, spesso anche chi durante l’anno snobba il gaming su dispositivi mobile si ritrova a darci dentro con smartphone e tablet. Motivo in più per dedicarsi a qualche titolo bello ciccioso in cui investire più di qualche ora, senza dimenticare qualche filler importante con cui divertirsi qualche minuto sotto l’ombrellone. Il gioco dell’estate l’ho già scelto, ed è sicuramente Motorsport Manager Mobile 2, ma siccome ho iniziato la mia (ennesima) carriera nel mondo del racing da poco più di 24 ore, ho deciso di parlarvi del titolo di Playsport Games in separata sede nei prossimi giorni, dopo aver macinato un bel po’ di chilometri con il mio team.
The Lion’s Song
L’avventura realizzata dagli austriaci Mipumi Games avrebbe forse meritato uno spazio più corposo, anche perché il titolo è disponibile anche su Steam (dove, segnalo, il primo episodio è gratuito), eppure nella sua versione mobile probabilmente raggiunge il suo apice di fruibilità, nella misura in cui i quattro episodi di cui si compone la saga sono brevi e godibili ampiamente anche sul lettino o sul divano di casa, al fresco, a patto di avere un bel paio di cuffie. Stiamo parlando di un’avventura grafica di stampo narrativo che mescola elementi molto classici dei punta e clicca (in termini di interfaccia) con la oramai altrettanto canonica struttura ad albero di Telltale Games, dove ogni dialogo forgia l’esperienza del singolo giocatore e può cambiare non tanto l’andamento della narrazione quanto la percezione del racconto. Sono due le particolarità del titolo austriaco: la prima è la grafica in pixel art totalmente virata sui toni seppia e ocra, che dona un look vintage esteticamente irresistibile all’opera; il secondo tratto distintivo, e vero fiore all’occhiello della produzione, è il tema trattato, ovvero il genio, l’ispirazione e la creatività. Grazie a un bellissimo lavoro svolto sull’ambientazione, ovvero l’Austria e Vienna di inizio secolo scorso, fra un riferimento a Klimt (presente come PNG) e un altro a Mahler, The Lion’s Song riesce a raccontare in maniera vibrante e incredibilmente originale il senso di inadeguatezza e frustrazione che anche (e soprattutto) un genio può provare nel momento in cui la sua incredibile forza creativa deve trovare compimento in un’opera. Bellissima la scelta dei due autori di inserire tra i protagonisti anche una matematica, in maniera da parlare di ispirazione ed estro non solo da un punto dell’arte propriamente detta. In questo modo i primi tre episodi raccontano la vita tormentata di tre caratteri molto diversi, eppure legati dai propri demoni e messi alla prova da una società rigida, dai canoni precisi e da forti pregiudizi. Il quarto episodio, invece, rivela il senso ultimo dell’opera, e mette insieme i diversi pezzi. Il risultato è un viaggio bellissimo nel cuore della creatività umana, tra sentimenti, passioni e senso del dovere, raccontato in maniera delicata e reso secondo me memorabile dal clima da Grand Tour e da classico letterario in grado di riscaldare i cuori di tutti coloro che hanno desiderato, almeno una volta nella vita, di vivere nella grande Vienna dei caffè letterari. Il gioco è tutto in italiano, e, benché privo di doppiaggio, ha una colonna sonora in grado di essere parte integrante della narrazione in maniera quasi commovente. Insomma, se vi piacciono le avventure narrative, The Lion’s Song è dalle parti del capolavoro.
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FRAMED 2
FRAMED, uscito tre anni fa, è stato uno dei giochi che ha capito per primo il potenziale del gaming mobile inteso come linguaggio a sé stante. Si trattava di un puzzle game in cui il cuore dell’esperienza era quello di riordinare, ruotare e disporre alcune vignette in maniera tale da permettere ai protagonisti del gioco, di fuggire con una misteriosa valigetta senza intoppi. L’unione di stealth, puzzle game situazionale e senso tattile dell’esperienza funzionava benissimo, per quanto, a tratti, le situazioni descritte dai fumetti si facevano un po’ troppo caotiche e di lettura non sempre agevole. Il seguito, che in realtà è un prequel, risolve tutti i problemi del precedente capitolo e migliora il gioco sotto qualsiasi aspetto, permettendo al concept di Loveshack di esprimersi in tutto il suo potenziale. Ambientato in una stilosissima città ispirata a Hong Kong, i due ladri in silhouette si muovono sinuosi tra le vignette sulle note di melodie jazz, mentre i nostri pollici corrono veloci sullo schermo per mettere a posto tutti i pezzi e creare una via di fuga salvifica. Bella l’idea che in alcuni momenti ci sia bisogno di sostare rapidamente le stesse tessere per creare un diversivo al momento giusto, e l’introduzione di variazioni sul tema come il poter sfruttare contestualmente gatti e cani per distrarre le guardie è quantomai apprezzabile. Stilisticamente siamo sempre su livelli altissimi, grazie ad animazioni fluidissime e soprattutto a un gran gusto minimalista, in grado di descrivere benissimo le situazioni e la personalità dei personaggi nonostante i pochi dettagli e la scelta di rappresentarli attraverso silhouette nere. Non mancano alcuni schemi un po’ concitati dove, necessariamente, bisognerà trovare la via d’uscita tramite un po’ di trial and error, però tutto sommato le situazioni proposte sono tutte piacevoli e appassionanti. Insomma, tutto molto bene, anche e soprattutto il prezzo, davvero invitante!
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Mini DAYZ
L’altro giorno ho passato il link al Baccigalupi si è imbellito tutto, e dunque vi prego di immaginare il nostro marmista felice e contento nel suo universo fatto di infetti, zombi e depauperamento totale delle condizioni igieniche. È con il suo spirito goliardico e la sua pronuncia toscobritannica che bisogna affrontare l’inferno di Mini DAYZ, una versione in miniatura, e totalmente single player, del titolo di Bohemia Interactive, sviluppata dallo stesso team ceco, che vuole farci soffrire anche quando siamo al mare. Nonostante la grafica in pixel art, infatti, Mini DAYZ non lascia niente al caso ed è una vera e propria esperienza survival, ambientata su un’isola generata casualmente, che unisce un po’ di elementi di roguelike per rendere le continue morti edificanti e meno frustranti. Il gioco funziona bene, il sistema di controlli è reattivo grazie allo stick virtuale e i comandi posti lateralmente sullo schermo, e nonostante sia minimale e semplice come concept, riesce a prendere non poco, fra momenti d’esplorazione ragionata di un open world essenziale ma tutto sommato convincente e sequenze d’azione in cui spesso e volentieri la fuga è la migliore soluzone. Un po’ perché per armarsi a puntino bisogna avere la fortuna di raggiungere le armi prima che gli infetti ci bracchino, un po’ perché il combattimento non è esattamente il fiore all’occhiello dell’opera, un po’ come l’interfaccia, non sempre elegantissima. Al netto di ciò, però, gli amanti dei survival riusciranno a divertirsi parecchio. Menzione d’onore al tutorial, estremamente ben fatto e capace di imbellirti, punirti e metterti una scimmia addosso come poche nel mondo. Ultimo punto a favore del gioco: non ci sono acquisti in-app, ed è completamente gratuito.
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Virtua Tennis Challenge
Il nuovo arrivato nell’ambito della raccolta SEGA Forever è Virtua Tennis Challenge, versione essenziale e priva di diritti ATP del super classico di tennis arcade di SEGA. In realtà il gioco era già disponibile per mobile, ma semplicemente questa versione lo rende gratuito per tutti in cambio di inserzioni pubblicitarie più o meno invasive (cinque secondi di pausa pubblicitaria alla fine di ogni game) rimovibili versando un obolo di due euro e spiccioli. Come tutti i titoli che stanno arrivando su SEGA Forever anche Virtua Tennis ha luci ed ombre: intanto sono spariti, o non sono riuscito a trovarli, e in tal caso sono ben nascosti, i controlli tradizionali con virtual joypad, e dunque si è costretti a imparare l’interessante, ma molto difficile da padroneggiare, sistema touch e gesture pensato per rendere l’esperienza fattibile anche su schermi piccoli. Per carità, alla fine si gioca anche bene, ma il controllo e la mira di alcuni colpi è davvero impresa ardua. Molto meglio, invece, con un controller Bluetooth, ottimamente supportato e in grado di restituire tutto il feeling da sala giochi. Non manca il classico tour mondiale con cui scalare la classifica sconfiggendo avversari nei soliti (per la serie) match con i set a tre game, la possibilità di sfidare amici tramite Bluetooh o sconosciuti tramite internet, così come una modalità allenamento con cui prendere confidenza con i comandi. Le prestazioni sono tutto sommato sufficienti, nonostante qualche calo di frame rate che la conversione mobile si porta dietro da cinque anni. Insomma, per la nuova release su SEGA Forever si poteva forse fare meglio. Tuttavia, Virtua Tennis è sempre un concentrato di adrenalina e divertimento unico, magari non esattamente realistico, ma in grado di far salire la fotta a tutti gli amanti del tennis. E siccome i giochi della nobile arte della racchette sono sempre troppo pochi, è pur sempre un bel divertimento estivo alla vigilia della finale di Wimbledon e, soprattutto, in vista dell’annuncio, previsto per la Gamescom, di Tennis World Tour.
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Football Blitz
Football Blitz è il “giochino” della settimana, quello da “una partita e poi smetto” e privo anche di qualsivoglia profondità. Si tratta di calcio arcade 1vs1 con un solo tasto, con grafica cartoonesca, giocatori in costumi improbabili, e, se vogliamo, anche poco coraggio nel gameplay. Eppure, il titolo di UAB Applava ha un enorme pregio, quello di poter essere giocato in multiplayer locale sullo stesso device ruotandolo in verticale, dando vita a sfide all’ultimo sangue e, soprattutto, degne dei cabinati in versione tavolino da cocktail che andavano di moda un tempo. Il gioco, come detto, non è nulla di che, ma proprio per questo è adatto a tutti ed è capace di tirar fuori il peggio di voi. In single player, va detto, vincere le cinque partite di seguito della World Cup non è esattamente facile, ma una volta fatto difficilmente lo utilizzerete di nuovo. In multi, invece, fate attenzione a scegliere bene gli avversari perché state affidando comunque lo schermo del vostro smartphone a un avversario… e se gli si chiude la vena sono problemi.
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