Hirilun – Recensione

PC PS5 Switch Xbox Series X

Correre, scattare, saltare, planare, senza scopo alcuno se non limare qualche decimo di secondo dal proprio Personal Best. Non c’è altro, e non ci sarebbe tempo per altro, in Hirilun.

Sviluppatore / Publisher: Gone Mad Studios / Meridian4 Prezzo: 9.99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: AssentePEGI: Assente Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox, Switch Data d’uscita: Già disponibile

La vita scorreva placida a Brufolandia, prima dell’arrivo del drago Sputacatarro. No, cambiamo. La bella principessa per sbaglio ha bevuto la Pozione della Flatulenza Maggiore, e ora il castello è avvolto da una nube mefitica. Nemmeno. Non è facile iniziare la recensione di un gioco che non ha una storia alle spalle, forse non siamo più abituati a selezionare semplicemente la voce “Play” senza tutta una serie di complicati preamboli, ma questa volta va così, dunque vi risparmio pietosi tentativi di ricamarci una trama attorno.

In realtà un’informazione piccola piccola ce l’abbiamo: Hirilun sarebbe nome della città eponima di questo first person runner sviluppato da Gone Mad Studios e distribuito da Meridian4. Qui si mette in campo la crudele filosofia del time attack più estremo: hai chiuso il percorso in un buon tempo? Forse, e dico forse, potrai sbloccare il livello successivo. Altrimenti sei condannato a riprovare in eterno gli stessi salti, con un occhio sull’azione e un occhio incollato al timer che avanza inesorabilmente, certo di essere già in grave ritardo.

HIRILUN: FAITH DI MIRROR’S EDGE A SIN CITY

Hirilun è un inno al parkour. Dovendo trovare titoli dalla filosofia simile, si potrebbero citare Mirror’s Edge e il sequel Mirror’s Edge Catalyst, ripuliti di tutto ciò che non sia strettamente indispensabile al correre come pazzi. Via le armi, via i nemici, via una protagonista carismatica come Faith e, già che ci siamo, via anche i colori. Tutte le ambientazioni sono rappresentate in bianco e nero, nel senso più stretto del termine, ovvero utilizzando solo il bianco e il nero, con qualche sporadica apparizione di un paio di tonalità di grigio.

L’agognato checkpoint sembra vicino, forza, corri!

Non ci sono ombre, a volte pare non vi siano nemmeno poligoni giacché le sezioni all’interno di tunnel, condotti, e stretti cunicoli, sembrano realizzate in wireframe. In questo mondo diversamente variopinto si stagliano solo il rosso scarlatto del traguardo e dei checkpoint intermedi, e il giallo delle gemme da raccogliere per fermare il cronometro giusto per un istante o poco più. Una fotografia che ricorda vagamente Sin City, anche se il trionfo della decadenza rappresentato da Frank Miller è stato rimpiazzato con ambienti asettici e geometrici che sembrano usciti da qualche fantaprototipo concepito per lo sfortunato Virtual Boy di Nintendo. Con un gameplay ridotto all’osso e una rappresentazione grafica così minimalista, su cosa avranno puntato gli sviluppatori di Gone Mad Studios per catturare l’attenzione dei giocatori? Sui percorsi, ovvero sul level design.

NON DITE “SOLO SEI”, SARÀ UN’IMPRESA VEDERLI TUTTI

Scorrendo il menù delle opzioni ci si rende subito conto che ci sono solo sei livelli. Non è chiaro se ne verranno aggiunti altri in seguito, probabilmente dipenderà dal successo di Hirilun, tuttavia non fatevi condizionare da questo numero, dato che vederli tutti non sarà certo una passeggiata, anzi preparatevi a sudare sette camicie e rinnegare altrettante divinità solo per sbloccare il terzo, dato che gli unici livelli liberamente accessibili sono i primi due. Dopodiché, per accedere ai successivi, è necessario collezionare stelline. Come si ottengono? In base al tempo impiegato per giungere al traguardo.

Siamo molto in alto, mancare una piattaforma significherebbe cadere e ricominciare dall’inizio.

Generalmente, con un tempo incredibilmente buono si guadagna una stellina, correndo alla velocità della luce ne riceverete due, e se riuscite a entrare in simbiosi con la PS5 potrete ambire alla terza stellina. Questo per darvi un’idea di quanto stretti siano i tempi che ci sono concessi. La mia prima run, per farvi un esempio, è stata chiusa in nove minuti abbondanti.

SCATTO, DASH E PLANATA

Il nostro protagonista senza nome corre veloce e salta, e teoricamente potremmo completare ogni percorso senza ricorrere ad alcuna abilità speciale, a discapito di un tempo degno di nota. Ecco quindi venire in nostro soccorso lo scatto per avere uno speed boost, la possibilità di planare invece che cadere come sacchi di patate, e una specie di ipersalto che potremmo paragonare al dash dei vari platformer, o magari, per citare un gioco recente dove c’è molto da arrampicarsi, proprio al dash di Ghostrunner. Sono poteri ovviamente limitati, ciascuno con la propria barra di energia che consente di tener d’occhio la situazione e, a seconda della mappa nella quale ci stiamo cimentando, possono ricaricarsi o meno.

La verticalità di alcune sezioni ci costringe a folli discese.

La loro gestione è fondamentale, e solo in seguito a molti tentativi saremo in grado di capire quali sono i giusti momenti in cui utilizzarli. Perchè alla fine la chiave del successo risiede in due elementi: la profonda conoscenza delle mappe, e il sapiente utilizzo dei powerup. Questo, supponendo che siate macchine e inanelliate salti precisi al millipixel uno dietro l’altro. Altrimenti, tutto finirà alle ortiche. Una piattaforma mancata, un atterraggio troppo in avanti, un bonus fermatempo non raccolto, ogni insignificante svista può trasformare una run eccezionale in una pessima prova.

DEDICATO A UN PUBBLICO HARDCORE

Come molti time attack, Hirilun si rivolge all’utenza hardcore. Chiunque può farci una partitella, trovando anche soddisfazione nello scoprire percorsi alternativi – ogni mappa ne ha almeno due o tre, e chissà quale sarà il migliore – e abbassare pian pianino il tempo per arrivare al traguardo. Tuttavia un approccio casual non solo non vedrà il vostro nome comparire nelle classifiche mondiali, il che non sarebbe nemmeno un grosso problema data la keyword “casual”, ma rischia anche di non farvi sbloccare tutti i percorsi, e minare il vostro divertimento.

La città di Hirilun ha un’architettura molto particolare.

Ricordiamo infatti che non c’è una storia di background e non c’è nulla da fare se non correre come forsennati, dunque se puntate semplicemente a portare il vostro sederino al traguardo, l’entusiasmo è destinato a scemare in fretta. Speedrunner e content creator invece andranno a nozze con incredibili video per tramandare ai posteri le loro mirabolanti galoppate. Lo accendiamo? Solo per chi è disposto a investirci parecchio tempo e gode di una coordinazione coordinazione oculo-manuale da Terminator.

In Breve: Hirilun non scherza e si presenta subito per quello che è: un first person runner velocissimo, difficile e punitivo, in cui anche il più piccolo errore può fare la differenza tra un’ottima run e una prova fallimentare. Richiede molto tempo per imparare a memoria il percorso ottimale, per poi farvi amaramente scoprire che in realtà esiste un modo molto più veloce per raggiungere il traguardo, anche se richiede una precisione ancora maggiore. Sicuramente destinato a un pubblico hardcore, che non ha paura di provare lo stesso salto centinaia di volte prima di trovare la perfezione. Un gioco per pochi, ma a quei pochi piacerà.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: L’ammiraglia Sony non ha problemi a gestire il minimalismo di Hirilun, tuttavia la presenza di soli due colori e l’assenza di ombre rende a volte difficile capire a quale distanza e altezza siano effettivamente alcune piattaforme.

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Pro

  • Immediato: si entra e si gioca / Livelli frenetici e labirintici

Contro

  • Pochi percorsi difficili da sbloccare / Gira le spalle al pubblico casual
7.6

Buono

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