C’è chi venera i cari bei “giochi di una volta” accontentandosi di essere una copia sbiadita e fuori tempo massimo, e chi, come Hotshot Racing, ne fa suo lo spirito per deliziare il giocatore moderno con derapate che si sciolgono in bocca.
Sviluppatore / Publisher: Lucky Mountain, Sumo Digital / Curve Digital Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Locale e Online PEGI: 3 Disponibile Su: PC (Steam, Microsoft Store), PlayStation 4, Xbox One, Switch
Vedi uno screenshot o un video di Hotshot Racing e pensi a Virtua Racing e a Daytona U.S.A., e ci sta, perché è quella l’ispirazione, un’atmosfera che sembra essere stata chiusa sottovuoto per poi essere liberata nell’aria di queste piste dai colori saturi, stilizzate con poligoni crudi, raccontate come un party motoristico senza fine, senza notte, la luce che balla sfrenata tra mezzogiorno pieno e tardo pomeriggio, golden hour che celebra una golden age.
Ma Lucky Mountain e Sumo Digital non sono come quegli yuppie decaduti che affollano gli happy hour milanesi convinti che il loro fascino e il loro portafogli siano rimasti quelli degli anni ’80, vivendo di rendita fino a metà ’90 per poi sopravvivere in un lunghissimo, patetico sogno. Dietro Hotshot Racing c’è gente che legge i tempi e li interpreta, che sa benissimo che oggi Virtua Racing è talmente essenziale da sembrare un prototipo e che le NASCAR di Daytona derapavano un po’ per finta, ruotando sul proprio asse, con lo stesso movimento che fa un bimbo con i modellini.
Qui si parte dal nuovo millennio inoltrato, con quell’OutRun 2 e la joint venture tra AM2 e Sumo che ha inventato un nuovo modo di intendere il racing arcade, quello del traverso morbido, da tirare per tutta la lunghezza della curva, come a volerne ricalcare i contorni, pizzicando il freno per annullare l’aderenza, come se fossero quelli inibitori di chi è al centro della sala con un drink di troppo in corpo mentre le casse spingono una traccia troppo travolgente per poter stare fermi. Irresistibile!
TIME EXTENDED
Hotshot Racing, più che un tributo, è l’ennesimo traguardo volante tagliato a cronometro spento, countdown scaduto, un bypass al cuore di un genere che, generazione dopo generazione, ha sempre più bisogno di idee fresche e di sviluppatori tanto folli da puntare sul cavallo (vapore) perdente, dove i soldi li porta a casa Mario Kart (con l’ottavo episodio vetta del genere a data da destinarsi) e agli altri (pure all’ottimo Team Sonic Racing di Sumo) restano le briciole.
60 fps di cemento che fluidificano panorami capaci di utilizzare lo stile low-poly in modo pazzesco, strepitoso, tra citazionismo e pura libertà artistica
Continua nella prossima pagina…
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