Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii – Recensione

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Continua la deriva narrativa della serie Like a Dragon (Yakuza) che stavolta vede protagonista quel pazzoide di Goro Majima in una delle sue avventure più folli di sempre. Pirate Yakuza in Hawaii è proprio quello che vi aspettereste da un gioco con questo titolo, una storia piratesca ambientata in un paradiso caraibico, ma anche molto molto di più… forse anche troppo!

Sviluppatore / Publisher: Ryu Ga Gotoku Studio / SEGA Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo (mini-giochi) PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S Data di lancio: 20 febbraio 2025

NORD, SUD, OVEST, EST

Quanto si divertono quei matti dell’RGG Studio. Sono partiti con fare serioso raccontandoci l’epopea di Kazuma Kiryu per poi cambiare prospettiva con i due Judgment e il luna park post-apocalittico di Ken il Guerriero, ma da quando non c’è più il Drago di Dojima a tenerli a freno hanno completamente mollato gli ormeggi con la serie Yakuza.

Non c’è più il Drago di Dojima a tenerli a freno, e RGG Studio ha completamente mollato gli ormeggi

Se pensavate che Infinite Wealth fosse una sublime follia preparatevi ad ingranare un’altra marcia e partire a braccetto con il più pazzo di tutti: Goro Majima! Ritroviamo il nostro in fin di vita su una spiaggia, salvato da un bimbetto dagli occhi svegli di nome Noah che se ne va in giro con un cucciolo di tigre credendo che sia un gatto, insieme al quale scopre di non ricordare nulla del suo passato. La facciamo breve: non avendo indizi su cosa sia accaduto e dove andare, Goro decide di fare ciò che gli riesce meglio, addentare la vita come viene, improvvisando. In questo caso significa malmenare un gruppo di pirati, impossessarsi della loro nave e salpare insieme ad un’improvvisata ciurma alla ricerca del suo passato e di un famigerato tesoro.

Le isole dove potrete sbarcare in cerca di tesori sono dei mini-dungeon dalla morfologia spesso ripetitiva, ma alcuni nascondono anche trappole e insidie nascoste.

Quello che vi abbiamo raccontato è solo l‘incipit di un gioco la cui trama spesso prende pieghe inaspettate, si contorce un po’ per ritornare lineare subito dopo e cambiare poi di nuovo direzione. Come dicevamo poco fa, RGG si è divertita a mescolare le carte, mixando una nuova storia con il passato del protagonista, ma nel farlo di tanto in tanto ha perso la bussola e il risultato è un minestrone con qualche sorpresa e un po’ di confusione.

ARTI (POCO) MARZIALI

Forse vi sarete chiesti più volte come il gameplay sfaccettato di Like a Dragon potesse venire adattato ad un’avventura piratesca, dal sistema di combattimento alle molteplici attività accessorie che da sempre caratterizzano la serie. Per riuscirci RGG ha preso tutto (o quasi) quanto visto nei giochi precedenti, lo ha cosparso di spezie caraibiche, innaffiato di rum ad alto numero di ottani e gli ha dato fuoco! Partiamo proprio dal combat system, che in Pirate Yakuza in Hawaii ritorna al free-form e mette in campo due nuovi stili di combattimento per Goro: Cane Pazzo e Lupo di Mare.

La storia è un minestrone di ex-membri Yakuza, pirati, adepti di un’oscura setta, vecchi cercatori di tesori e via dicendo. Seguirla non è sempre facilissimo.

Il primo è legato al suo passato di Yakuza rissoso, molto dinamico e veloce, mentre il secondo rappresenta la nuova vita piratesca e lo vede impugnare due sciabole che possono anche essere lanciate a mo’ di boomerang. Come da tradizione una veloce pressione di un tasto permette di passare da uno stile all’altro per mixare le tecniche e utilizzare le coreografiche mosse speciali che si sbloccano dopo aver riempito il solito indicatore di combo.

Arrivati alla fine di Pirate Yakuza in Hawaii è difficile non sentirsi soddisfatti, nonostante la ripetitività di alcune attività

Nelle fasi di gioco esplorative dovrete vedervela da soli ma il gioco ha un livello di difficoltà piuttosto accomodante, che si alza solo in presenza di alcuni scontri speciali ma non diventa mai disonesto. Le cose cambiano quando dovrete conquistare isole o abbordare navi pirata nemiche, in questi casi Goro sarà affiancato da selezionati elementi del suo equipaggio (che possono includere anche delle guest star e persino animali) che lotteranno in modo indipendente e con i quali potrete anche avviare folli combo di coppia. Fin qui siamo ancora in un ambito pseudo-normale, ma più avanti nel gioco potreste venire in possesso anche di poteri speciali legati a quattro strumenti musicali indemoniati che alzeranno ulteriormente il livello di follia, che ne dite ad esempio di un esercito di squali fantasma che attacca senza remore qualsiasi cosa si trovano davanti? Questi elementi, come molti altri nel gioco, sono però opzionali e venirne in possesso dipenderà solo dalla vostra voglia di andarvene in giro a scoprire cose… e in questo Pirate Yakuza in Hawaii ha pochi rivali.

TERRA, MARE E VIE DI MEZZO

Nonostante le mappe siano piuttosto piccole, RGG le ha ancora una volta farcite di attività, incluse molte di quelle già viste nei precedenti capitoli del franchise. Non mancano le solite sale arcade, bar, ristoranti, golf, biliardo, servizi di consegne a domicilio, oscuri giochi giapponesi, ma una volta sbarcati ad Honolulu vi imbatterete anche in storie secondarie che oltre ad avere un alto tasso di follia giapponese sono anche divertenti e vi permetteranno di sbloccare membri speciali per la ciurma e ottenere preziosi bonus.

La personalizzazione di Majima arriva anche agli anelli che indossa. Ognuno garantisce bonus in battaglia ma anche in alcuni mini-giochi.

Da circa metà gioco in poi avrete piena libertà di seguire la storia principale o andarvene in giro a farvi gli affari vostri per partecipare a tour fotografici, andare a caccia di taglie, catturare insetti da trasformare in succose ricette, diplomarvi in varie materie e persino allestire un improvvisato ricovero per animali. Preferite andarvene per mare? Personalizzate la vostra bagnarola, potenziatela, scegliete il giusto equipaggio, incoraggiatelo a dovere e sterminate quei bastardi dei Devil Flags che imperversano nei sette mari o andate alla ricerca degli oltre 60 tesori nascosti su isole che fungono da micro-dungeon un po’ ripetitivi ma comunque divertenti.

Membri della Yakuza e Pirati hanno molte cose in comune e Goro Majima è diventato il perfetto trait-d’union tra i due mondi

Arrivati alla fine di Pirate Yakuza in Hawaii è difficile non sentirsi soddisfatti dell’esperienza, nonostante la ripetitività di alcune attività si faccia sentire da un certo momento in poi. Di cose da fare però ce ne sono davvero tante e l’umorismo che pervade l’intera avventura rende tutto assai divertente, si sente però la mancanza di una storia non necessariamente più seria ma un po’ più coesa. Membri della Yakuza e Pirati hanno molte cose in comune e Goro Majima è diventato il perfetto trait-d’union tra questi due mondi, un testimonial che ci auguriamo di rivedere in futuro. Questa sua uscita piratesca è stato un puro divertissement per il team RGG (che intanto è al lavoro sul ben più corposo e ambizioso Project Century) e siamo certi che lo sarà anche per i fan di Like a Dragon.

In Breve: Un Like a Dragon un po’ diverso dal solito. Una divertente avventura con protagonista il pazzo Goro Majima. Dopo aver perso la memoria, l’ex-Yakuza dovrà imbarcarsi (letteralmente) alla volta di nuove mete per riscoprire il suo passato e affrontare un presente che lo vede a capo di una nave pirata. Tutti gli elementi dei capitoli precedenti tornano in versione caraibica ma il tasso di follia arriva a livelli mai toccati prima.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: A fronte di un pacchetto tecnico/grafico che su PlayStation 5 non lascia sbalorditi, Pirate Yakuza in Hawaii offre un’esperienza di gioco soddisfacente, con poche sbavature che alla fine sono sempre le stesse tra fenonemi di pop-up, qualche texture pigra e telecamere che negli spazi più angusti soffrono un bel po’. Il vecchio motore di gioco però se la cava ancora benone e in alcuni casi, anche con svariati elementi su schermo, gestisce tutto con solidità abbassando furbescamente il livello di dettaglio.

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Pro

  • Mappe piccole ma tantissime attività, su terra e mare / I combattimenti navali sono semplici ma diverten / Una storia pazza, folle, fuori di testa...i.

Contro

  • ...ma la trama di tanto in tanto perde la bussola. / Alcune attività un po' ridondanti e il mission design non è certo da Oscar.
8.5

Più che buono

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