A volte la prima impressione è quella che conta, ma ripensandoci non è sempre un male. Scopriamo il perché nella nostra recensione di Soul Hackers 2.
Sviluppatore / Publisher: Atlus / SEGA Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S Data di lancio: 26 agosto 2022
Dopo aver terminato il gioco investendo oltre trentacinque ore, posso confermare senza remore l’impressione elucubrata in sede di anteprima: Soul Hackers 2 è un dungeon crawler vecchia scuola, un esponente della dinastia Megami Tensei ben riuscito ma privo di particolari guizzi capaci di conferirgli una decisa personalità; tuttavia, sono certo che piacerà agli appassionati della serie, non ancora sazi dopo il pantagruelico Shin Megami Tensei V o in febbrile attesa del prossimo Persona.
SOUL HACKERS 2: OSCURO FUTURO
Alla fine del ventunesimo secolo il mondo è giunto a una fase di stagnazione socioeconomica, e tutti attendono con ansia una nuova rivoluzione: fortunatamente per i più annoiati, la fine del mondo pare dietro l’angolo.
Due società di evocatori di Demoni (un nome collettivo che raggruppa tutte le creature sovrannaturali) si contendono le Alleanze, ovvero flussi di policromatica energia capaci di garantire poteri e abilità particolari a chi le possiede; queste sono il lascito dell’Essere Supremo, destinato a tornare una volta riunite. C’è chi vuole evocarlo per riscrivere la storia e chi preferisce evitare di vaporizzare millenni di evoluzione, tuttavia, ignorata da tutti, una terza fazione è nata dal flusso di dati digitali con cui l’uomo condivide simbioticamente la sua esistenza. Aion è un’intelligenza informatica che vede nel decesso dell’umanità la sua stessa fine; per questo, dopo infiniti calcoli, decreta che la morte di due particolari soggetti possa rappresentare l’evento scatenante per l’apocalisse, e per proteggerli manda sulla terra Ringo e Figue, due costrutti dalle sembianze di slanciate e belle signorine. Un’idea neppure troppo stramba, considerando che c’è chi ha costruito una macchina del tempo partendo da una DeLorean. Una volta messo piede sulla terra, le due ragazze si troveranno però immediatamente senza lavoro, dato che troveranno i loro protetti già deceduti; incapace di accettare il fallimento, Ringo utilizzerà il cosiddetto “hackeraggio dell’anima” per sfidare le leggi del creato e riportare in vita Harrow, un evocatore di Demoni che pare condividere un insospettabile trascorso col suo assassino.
VIOLARE L’ANIMA TI SALVA LA VITA
Nel suo incontestabile classicismo, Soul Hackers 2 si distingue grazie a una presentazione audiovisiva discreta, che bilancia una conta poligonale oggettivamente modesta con un ottimo uso dei colori e una direzione artistica riuscita, capace di donare alla distopica Tokyo in cui sono ambientate le vicende un’aria di esoterismo dettata dalla convivenza tra esseri umani e creature ultraterrene. Certo, i quartieri in cui potremo aggirarci non brillano per i particolari e sono limitati da anacronistiche pareti invisibili e telecamere fisse, ma è difficile non sorridere di fronte al gigantesco Black Frost che sostituisce il caratteristico Godzilla dell’Hotel Gracery Shinjuku nell’ennesima rivisitazione di Kabukicho. Il cuore del gioco ruota attorno alla classica formula dei Megami Tensei, con sortite nei labirinti intervallati da attività secondarie utili per acquisite equipaggiamento migliore e fondere Demoni; c’è da dire che il numero dei dedali imposti dalla trama non è particolarmente alto, ma quelli avanzati sono parecchio lunghi e caratterizzati da particolari gimmick come infernali teletrasporti a senso unico.
Inoltre, una ricca serie di spedizioni supplementari può avvenire tra i corridoi dell’Axis, una costruzione che giace in fondo al mare e che funge da base operativa per Aion. Qui troverete tre percorsi dedicati alle anime dei rispettivi compagni d’avventura di Ringo, tutti opportunamente strappati dal gelido abbraccio della morte tramite l’hackeraggio di cui sopra: attraversandoli scoprirete importanti dettagli sul loro passato e sbloccherete numerosi vantaggi dedicati sia a Ringo (Figue, per la cronaca, è addetta a ruoli di supporto e non parteciperà attivamente agli scontri) che a loro. Pur essendo un’attività secondaria, l’esplorazione dell’Axis non va sottovalutata: per capirci, solo qui potremo ottenere un’abilità fondamentale come la distribuzione dei punti esperienza ai demoni che non partecipano attivamente alla pugna. Potrebbe anche capitare di incontrare boss esclusivi che avrete occasione di ricreare attraverso fusioni speciali presso l’eccentrico proprietario di un circo nascosto in un quartiere frequentato dai soli evocatori. Il suo nome? Victor ovviamente, come la tradizione dei MegaTen impone.
UNA BRUTTA TREGENDA!
Il nome del paragrafo è per pochi, ma al combattimento non potrete comunque sottrarvi. Fortunatamente non ci sono incontri casuali, e Ringo può atterrare i nemici incontrati per iniziare la battaglia in posizione di vantaggio. La formula dei MegaTen gira sempre attorno allo sfruttamento delle debolezze elementali per causare seri danni allo schieramento nemico, ma stavolta colpire le vulnerabilità non ridurrà la frequenza del turno avversario, bensì incrementerà il contatore delle combo. Una volta finito il turno, i Demoni del gruppo si lanceranno in un attacco furibondo chiamato Tregenda, causando pesanti danni ad area.
Una volta finito il turno, i Demoni si lanceranno in un attacco furibondo chiamato Tregenda, causando pesanti danni ad area.
Un elemento che mi ha soddisfatto è l’unicità dei quattro protagonisti, legata principalmente ai loro strumenti del mestiere, chiamati COMP. Che si tratti di pistole o pugnali, i COMP possono essere potenziati con abilità differenti ed esclusive, definendo per bene strada facendo i ruoli dei quattro evocatori e offrendo sul finale una buona rosa di specializzazioni. Prendendo lezioni da Monster Hunter, ogni miglioria costa denaro e materiali, ovviamente ottenibili facendo a pezzi mostri vari; è una meccanica che spinge al grind e all’attenta gestione delle risorse, aggiungendo un ulteriore quanto benvenuto livello di complessità.
ESISTE LA VITA FUORI DAI DUNGEON?
Non tantissima, in effetti. Oltre a fare le dovute spese, prendere una boccata d’aria permette di frequentare i compagni d’avventura al bar locale sotto una coreografica pioggia di petali di ciliegio. Questi appuntamenti incrementano il livello di confidenza, un valore che apre progressivamente nuovi portali nell’Axis, permettendo di esplorare – letteralmente – più a fondo la psiche dei commilitoni. Le uscite di gruppo possono avvenire dopo il recupero di particolari oggetti, tuttavia l’assenza di un calendario come avviene in Persona non impone di scegliere attentamente chi frequentare di volta in volta, banalizzando un po’ questi eventi.
La trama di Soul Hackers 2 gode di una cadenza un po’ disarticolata: la maggior parte del tempo ruota attorno alla ricerca delle Alleanze, relegando un buon numero di colpi di scena (alcuni genuinamente interessanti) verso il finale. Purtroppo tutti gli intermezzi sono realizzati col motore del gioco, una scelta che priva i momenti più tesi di epicità: in una particolare situazione gli eroi sono messi disperatamente alle strette, e il gioco riassume la loro presunta fuga per la vita tagliando corto e mostrandoli come nulla fosse al sicuro nel loro rifugio. Degno di nota il New Game +, che concede di traghettare nella nuova avventura gli elementi desiderati. Potete dunque scegliere se iniziare il nuovo viaggio in pompa magna sfoggiando il livello o la collezione di Demoni guadagnata nel precedente, o addirittura con le planimetrie dei labirinti visitati ben visibili: un compromesso su misura per andare a caccia degli ultimi trofei. Per finire, un accenno alla difficoltà, complessivamente molto abbordabile, con picchi di cattiveria riscontrati durante i combattimenti contro i boss; a tal proposito, il gioco offre tre livelli di difficoltà, distinti principalmente per la possibilità di continuare gli scontri al pieno delle forze sacrificando un oggetto estremamente raro, una concessione ovviamente depennata qualora decideste di affrontare la sfida più ardua.
In breve: Soul Hackers 2 offre un’esperienza essenziale e asciutta per i fan di Megami Tensei in un Dungeon Crawler vecchio stile che non si permette il coraggio per osare qualcosa di nuovo. Nella sua prudenza si conferma un buon gioco per chi non riesce a dormire in attesa del prossimo Persona, ma chi conosce a menadito i demoni di Atlus non troverà nulla di realmente innovativo.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Soul Hackers 2 non è un gioco che metterà alla frusta la vostra macchina, qualunque essa sia; su PS5 è possibile scegliere di giocare a 60fps fissi sacrificando la risoluzione a 4K.