il nemico può nascondersi ovunque e non sempre ha il banale volto di un umano vestito con i colori di una gang
Certo, in quel preciso livello ho notato un discreto riciclo di asset dal videogioco precedente dello studio francese, ma l’incontro con il culto dei genoraptor – limitato a quel singolo scenario – l’ho percepito più come un’autocitazione.
Un omaggio ben riuscito che allarga per un attimo il focus della campagna, ricordandoci che nel Tetro Millennio c’è solo guerra, che il nemico può nascondersi ovunque e non sempre ha il banale volto di un umano vestito con i colori di una gang. Anche perché, salvo quella breve variazione sul tema, la campagna di Necromunda: Hired Gun ci pone sempre dinanzi ad avversari nativi del pianeta imperiale, siano essi seguaci della casata Orlock, i possenti combattenti affiliati alla casata Goliath, o le agili guerrigliere Escher,
più qualche nemico robotico e diversi mutanti, che non guastano mai.
IL PREZZO DELLA VITTORIA
Tutte gang invischiate a vario titolo nelle macchinazioni dei nobili e dei mercanti del formicaio, in cui purtroppo si ritrova impantanato anche il protagonista del gioco, un cacciatore di taglie che in seguito a un lavoro fallito rovinosamente si lega suo malgrado a un emissario proveniente dalla superficie intenzionato a stanare la misteriosa ed elusiva Silver Talon, sulla cui testa è stata fissata una ricca ricompensa in crediti.

Tra una missione della campagna e l’altra possiamo accettare dei contratti secondari ambientati nei livelli già completati.
A dire il vero, la trama assume sin dall’inizio i tratti di un pretesto utile solo a far volare i proiettili. Siamo di fronte a un comparto narrativo abbastanza semplice ma comunque funzionale affinché vi sia un contesto ben preciso al cui interno far svolgere le vicende del gioco. L’intreccio è lineare, i personaggi stereotipati, i loro background mai del tutto approfonditi.
La trama assume sin dall’inizio i tratti di un pretesto utile solo a far volare i proiettili
Anzi, va detto che Hired Gun dà per scontato che il giocatore conosca già di suo come funzionino le cose su Necromunda, visto che
Streum On Studio non si preoccupa di fornire chissà quante informazioni di contesto. È un titolo realizzato da degli appassionati per gli appassionati, e ciò potrebbe in qualche modo scoraggiare chi non ha mai sentito parlare di Warhammer 40.000, che invece si troverebbe a fare i conti per la prima volta con situazioni in essere che nel gioco non vengono mai sviscerate a dovere. In tutta onestà, però, a un’opera del genere non si gioca per la trama, sebbene un racconto un minimo elaborato, o comunque più curato, sarebbe stato di certo gradito.
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