Mentre la guerra tra gang rivali infuria, un cacciatore di taglie solitario prova a guadagnare qualche credito nelle viscere di Necromunda, il mondo formicaio più pericoloso di tutto l’Imperium.
Sviluppatore / Publisher: Streum On Studio / Focus Home Interactive Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S
Space Hulk: Deathwing è un titolo con una miriade di difetti, ma la precedente opera targata Streum On Studio riesce a restituire quasi alla perfezione il feeling di trovarsi all’interno dell’universo fantascientifico di Warhammer 40.000, spalla a spalla con i compagni terminator, sigillati in una pesantissima armatura potenziata. Il videogioco cooperativo sviluppato dallo studio francese mi fece provare la sensazione claustrofobica di essere dentro un decadente ammasso di navi spaziali popolate da mostruosità aliene di ogni sorta, tra umani mutati dal seme tiranide e letali genoraptor.
Se c’è qualcosa che i ragazzi d’Oltralpe sanno fare benissimo, dunque, è proprio la creazione di un ambiente realistico adattando il materiale di partenza su licenza Games Workshop. Con Necromunda: Hired Gun sono riusciti a fare lo stesso, dando vita a una successione di livelli piuttosto diversi tra loro in cui stretti corridoi si avvicendano ad ampi spazi aperti, in ogni caso accomunati da quel costante senso di angoscia e declino che chiunque proverebbe visitando il sottoformicaio di uno tra i pianeti più importanti (e letali) del vastissimo Imperium dell’umanità.
CLAN IN GUERRA
Che si tratti di una fonderia sotterranea, una cupola abbandonata, un treno in corsa o un sistema fognario dismesso, ciascun ambiente del gioco è stato realizzato con cura certosina. Ogni pixel trasuda ruggine e sangue, proprio come ci si aspetterebbe in un videogioco di Warhammer 40.000. Muoversi tra enormi statue raffiguranti Space Marine, aquile imperiali e teschi di metallo, magari in corridoi illuminati da flebili raggi di luce che arrivano dalla superficie superando grate ossidate ed enormi turbine per il riciclo dell’aria, fa proprio sì che ci si senta dentro Necromunda, con il pericolo che si annida dietro ogni angolo.
L’attenzione ai dettagli da parte del team di sviluppo raggiunge vette maniacali se si pensa a quanti piccoli particolari si celano in ognuno dei tredici scenari che compongono la campagna. Basti pensare a quanti simboli delle varie fazioni – molte delle quali nemmeno mai accennate in maniera esplicita – si possono notare soffermandosi a osservare con attenzione i livelli, quanti manifesti sono affissi alle pareti, quanti easter egg, tutto questo per la felicità di chi vive Warhammer 40.000 come qualcosa di più di un semplice hobby.
Ogni pixel trasuda ruggine e sangue, proprio come ci si aspetterebbe in un videogioco di Warhammer 40.000
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