GeForce RTX 3080: finalmente la Next Gen per PC

LE SERIE 2000 SONO STATE SCHEDE PIONIERISTICHE, CON TUTTI I PREGI E I DIFETTI DEL CASO; MA LASCIATI ALLE SPALLE I MALUMORI, INIZIAMO A PARLARE DELLA GEFORCE RTX 3080 FOUNDER EDITION

La scheda dispone di numerose tecnologie interessanti, a partire dall’impiego della memoria GDDR6X, la più veloce sul mercato nel settore consumer. Questo tipo di memoria è caratterizzato dalla capacità di trasmettere, con un singolo segnale elettrico, il valore di due bit alla volta invece di uno: invece di verificare se la tensione c’è o non c’è, assegnando a un bit il valore di 1 o di 0, la memoria GDDR6X impiega quattro livelli diversi di voltaggio, per cui una coppia di bit può assumere i valori 0 (00), 1 (01), 2 (10) e 3 (11, in codice binario).

A PARITà DI FREQUENZA, LA MEMORIA GDDR6X PUò TRASMETTERE IL DOPPIO DELLE INFORMAZIONI

A parità di frequenza, in teoria, la memoria GDDR6X può trasmettere il doppio delle informazioni rispetto a qualsiasi altra tecnologia precedente, GDDR6 compresa. Al suo debutto, però, la velocità di trasmissione si ferma a 19 Gbps contro i 14 Gbps delle RTX 2080 Ti, per cui il throughput reale tra GPU e memorie è 760 GB/s, contro i 616 GB/s della generazione precedente. Un salto comunque notevole, se si considera che la RTX 3080 ha un bus ampio 320 bit, laddove la RTX 2080 Ti ne usava uno ampio 352. La complessità del chip è aumentata: i transistor sono saliti da 18,6 miliardi a 28 miliardi e gli 8.704 shader (CUDA) core che lo compongono sono stati riorganizzati secondo i dettami della nuova architettura.

SHADER RADDOPPIATI?

Se osserviamo la struttura del chip e ne calcoliamo le dimensioni, sembra piuttosto difficile credere che il doppio degli shader possa occupare sostanzialmente lo stesso spazio. Ed effettivamente è così: processo produttivo a parte, il raddoppio non riguarda nello specifico il numero di CUDA core, ma il loro funzionamento. Essi sono tuttora suddivisi, come avveniva sotto l’architettura Turing, in Streaming Multiprocessor (SM) da 128 unità di calcolo. Soltanto che, in precedenza, 64 di esse potevano operare soltanto sugli interi (INT32), non venivano quindi conteggiate come shader core. Con Ampere, invece, queste 64 unità di calcolo possono occuparsi indifferentemente e contemporaneamente anche dei calcoli in virgola mobile (FP32), diventando CUDA core a tutti gli effetti.

geforce rtx 3080 recensione

Se osserviamo bene lo schema qui riportato, notiamo altre tre differenze. La prima riguarda i tensor core, le unità riservate all’intelligenza artificiale e, nel nostro caso, all’antialiasing intelligente DLSS: il loro numero è diminuito drasticamente, passando dai 368 in totale di una RTX 2080 “prima release” ai 272 della RTX 3080. Il motivo della diminuzione è il salto di qualità effettuato da queste unità nel passaggio dalla loro seconda generazione alla terza, che ha provocato il raddoppio delle loro performance. Questo consente a una GeForce RTX 3080 di dare circa il 30% di forza in più sui tensor core, senza contare che alcune tipologie di calcolo non erano proprio supportate dalla generazione precedente. Anche l’antialiasing DLSS, dunque, salta alla versione 2.0 e si rivela più rapido ed efficace, restando tuttavia a disposizione soltanto dei giochi che lo prevedono. Analogamente a quanto hanno fatto i tensor core, anche gli RT core cambiano generazione e aumentano sensibilmente di velocità, alleggerendo quindi il peso degli effetti di Ray Tracing – amati e odiati da chi aveva comprato una scheda RTX 2000.

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