Xiaomi Mi Computer Monitor Light Bar

Della serie “L’ho comprato e adesso lo recensisco”, ecco la Light Bar di Xiaomi, un oggetto di cui scopri l’esigenza una volta che l’hai installata e non puoi più farne a meno.

Xiaomi Light Bar

Per chiunque giochi o lavori con un PC, l’illuminazione che circonda lo schermo è un fattore di vitale importanza: fa la differenza tra terminare le sessioni con gli occhi affaticati o meno. E per quanto si possa fare attenzione a posizionare monitor e scrivania, in modo tale da evitare bagliori e riflessi di ogni genere, col variare delle stagioni e delle condizioni atmosferiche l’illuminazione “naturale” può cambiare completamente, e quella artificiale non essere sempre all’altezza della situazione.

LA LIGHT BAR DI XIAOMI SI PROPONE COME UNA SOSTITUTA DELLE TRADIZIONALI LAMPADE DA STUDIO

In particolare, capita molto spesso di dover fare luce sulla tastiera, sulla porzione di scrivania davanti allo schermo o nell’area circostante, e le classiche lampade da studio comportano sempre qualche fastidio: spazio occupato, fili che corrono, bagliori sullo schermo o direttamente negli occhi. Non sarebbe bello se ci fosse una “lampada da monitor”, pensata apposta per illuminare tastiera e scrivania senza sbattere luci indesiderate sul display? Bene, la Light Bar di Xiaomi è esattamente quello che vogliamo (ma che ancora non sappiamo di desiderare ardentemente).

ACQUISTO ISTINTIVO-COMPULSIVO

Lo ammetto, il motivo per cui leggete questa recensione è frutto del caso: stavo facendo scorrere le offerte del Black Friday per mera curiosità – visto che non sono uso acquistare cose che non mi servono solo perché il tal giorno costano meno – e la mia attenzione è capitata su questa Light Bar: sulla mia scrivania c’è una meravigliosa lampada anni ‘80 che mi segue da quando ero un ragazzino, e che mi ha accompagnato negli studi dalle scuole medie fino all’università, per poi finire impolverata da qualche parte e “riscoperta” al momento di preparare i pacchi con le cose da portare via, dopo il matrimonio. Ma la cara vecchia Gammalux ha i suoi limiti, ora che sulla scrivania c’è un monitor ultra-wide che domina la scena. Così, spinto dalla necessità e allettato da uno sconto invitante sui suoi usuali 45 euro, ne ho subito ordinata una e, appena è giunta a destinazione, mi sono subito adoperato per installarla.

DUE MINUTI E LA XIAOMI LIGHT BAR È PRONTA

L’articolo è composto da due oggetti separati: la lampada e il suo telecomando. La prima è composta da una striscia di LED incassata in una barra cilindrica e da una molletta, che vanno fissate tra loro magneticamente; il secondo invece è un oggetto cilindrico che si gira come i pomelli del volume dei vecchi impianti hi-fi, in cui vanno inserite due pile mini-stilo sfortunatamente non incluse nella confezione. Per la verità non mi sarei mai aspettato di trovare un telecomando wireless così stylish in un prodotto tutto sommato economico come questo, ma così è e questo fa davvero piacere, non fosse per il fatto che la satinatura esteriore sembra essere una trappola elegante per impronte digitali.

La lampada va appoggiata sul bordo superiore dello schermo: sul lato frontale la molletta ha una maschera di ritenzione alta mezzo centimetro, che non dovrebbe infastidire neanche i display con le cornici più sottili in circolazione. Sul retro, invece, il braccio della molletta è spesso e pesante, con l’obiettivo di sfruttare la forza di gravità per restare “in tensione” e perfettamente aderente allo chassis del monitor. La corrente invece arriva per mezzo di un cavo USB di tipo A-C che può essere collegato a qualunque presa USB presente sul computer o sul monitor stesso, oppure direttamente a un trasformatore standard da 5V se avete una presa di corrente o una ciabatta nelle vicinanze. L’accensione e lo spegnimento si effettuano con una leggera pressione sul telecomando, mentre una pressione prolungata permette di passare dalla luce corrente a un “tono caldo” pensato per dare maggior contrasto alle immagini sullo schermo.

Il telecomando si può ruotare per cambiare l’intensità della luce, passando da un bagliore quasi impercettibile a un’illuminazione simile a quella di una lampada a incandescenza da 25 watt (270 lumen). Non è finita: tenendo premuto il pulsante e ruotando il telecomando si può cambiare anche la temperatura del colore, da un tono caldissimo – quasi arancione – a uno molto freddo. Il passaggio è graduale e privo di salti percettibili, per cui possiamo facilmente trovare la tonalità e l’intensità più giuste per ogni occasione.

ALCUNE, COMPRENSIBILI, CONTROINDICAZIONI

Il sistema di fissaggio è adatto ai monitor piatti con uno spessore compreso tra i 10 e i 35 mm, ma potrebbe avere dei problemi se il display dovesse avere delle bombature posteriori eccessive, inoltre non è il caso di usare questo dispositivo coi laptop, perché sarebbero troppo sottili e difficilmente riuscirebbero a mantenere il display in equilibro, una volta subita la trazione della pesante molletta posteriore.

Xiaomi Light Bar

L’USO DELLA LIGHT BAR RICHIEDE QUALCHE ACCORGIMENTO

La barra inoltre è pensata e costruita per un montaggio ‘centrale’: chi ha una webcam nella stessa posizione probabilmente dovrà rinunciarvi o collocarla in modo differente. La Live! Cam di Creative si può appoggiare sulla lampada in modo tutto sommato stabile, ma non sarà mai “fissata” come poteva esserlo direttamente al monitor. Tenete d’occhio, altresì, i sensori di cui sono dotati alcuni schermi di fascia alta, quelli che regolano automaticamente la luminosità sulla base della luce ambientale: la Light Bar potrebbe indurli in errore. In questo caso, disattivate l’opzione. Infine, il cavo di alimentazione andrà “nascosto” in qualche maniera: dato che è molto sottile è difficile che dia fastidio e, in genere, può scomparire dietro lo schermo o essere fissato con qualche frammento di nastro isolante.

Voto: 9

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