Logitech Blue Yeticaster – Recensione

Logitech ha ampliato la propria rosa di prodotti audio pro-sumer con l’acquisizione di Blue, e ci ha spedito un kit Yeticaster da provare.

blue yeticaster recensione

Lo Yeti è un prodotto che non avrebbe bisogno di troppe presentazioni: fin dal lontano 2009, anno della sua prima uscita, è sempre stato un microfono di grande qualità, ideale per registrare l’audio in studio e perfetto per il broadcasting, cioè per la diffusione radiofonica della voce. Se fossimo stati ancora nel 2010 o giù di lì, probabilmente, non ci saremmo neanche sognati di scrivere una recensione di questo tipo, ma gli anni passano e le esigenze cambiano, così come anche il mercato degli accessori per giocatori e affini. Nell’ultima decade è esploso il fenomeno degli YouTuber e, con tante piattaforme di streaming a uso e consumo di noi giocatori, al classico trittico formato da cuffie, mouse e tastiera si è aggiunta anche una nuova componente: il microfono da studio.

LA DIFFUSIONE DELLO STREAMING E DEI PODCAST HA RESO NECESSARIO DOTARSI DI MICROFONI DI QUALITÀ ADEGUATA

Già, perché se gli headset sono ottimali per giocare on line o trasmettere uno streaming in solitaria, commentando in tempo reale quello che vediamo sullo schermo, avere “in studio” anche un ospite è tutto un altro paio di maniche e, come se non bastasse, la differenza tra un microfono professionale e quello attaccato al braccino delle cuffie si sente eccome. Se dedichiamo molto tempo allo streaming e abbiamo grandi progetti per il nostro canale su YouTube o Discord, insomma, prima o poi un investimento di questo genere diventa imprescindibile, scoprendo ahinoi che un buon microfono ha bisogno anche di diversi accessori per offrire il meglio: dalla ghiera di protezione al braccio, passando per gli eventuali adattatori di fissaggio. Per questa ragione, un “bundle” come quello offerto dallo Yeticaster acquista sicuramente significato. Vediamolo nel dettaglio.

YETICASTER: TRE PRODOTTI IN UNO

Lo Yeticaster è un “bundle” composto da tre diverse componenti: un microfono Blue Yeti, che normalmente da solo costerebbe circa 150 euro, il braccio da scrivania Compass (altri 100 euro circa) e la ghiera di protezione dalle vibrazioni Radius III (altri 50 euro), il tutto a circa 240 euro. Possiamo quindi considerarlo un setup completo da desktop, che però ha senso soltanto se la nostra esigenza specifica è esattamente quella di avere il microfono posizionato all’altezza della nostra testa, rivolto verso il basso o verso l’alto, con un braccio fissato a un lato del tavolo. In questo setup, infatti, lo Yeti è privo del suo comodo stand da tavolo ma l’attacco inferiore è standard, per cui è facilmente rimpiazzabile con una normale astina o con un modello universale.

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Il braccio compass è invece dotato di un morsetto che va fissato alla scrivania. Lo spessore massimo consentito è di 6,5 cm, per cui prima di procedere all’acquisto dello Yeticaster sarà sicuramente una buona idea verificare che il tavolo non abbia uno spessore superiore. In questo caso, infatti, il morsetto andrebbe sostituito e la cosa costituirebbe certamente un problema, visto che il lato superiore è composto da una base su cui il braccio va letteralmente infilato. Il perno è liscio, libero quindi di ruotare ma anche di alzarsi, se il Compass dovesse essere disgraziatamente colpito in malo modo dal basso. Servirebbe una forza notevole per sollevare del tutto il braccio dalla sede e farlo cadere rovinosamente per terra, o sulla tastiera, o comunque in condizioni pericolose per il microfono e per gli oggetti nelle vicinanze, quindi è improbabile che accadrà in modo accidentale. Improbabile, tuttavia, non significa impossibile.

SNODABILE E ORIENTABILE

Compass è formato da due sezioni che si piegano a gomito, esattamente come un braccio umano. Le giunzioni sono dotate di una maniglia che si può ruotare per rendere il movimento più dolce o al contrario per bloccarlo. In questo modo è piuttosto facile aprire e orientare il braccio quanto ci serve, per poi lasciarlo in posizione. Va detto che non è possibile fissarlo del tutto: siamo sempre liberi di cambiare l’angolazione delle due sezioni e, nonostante il peso dello Yeti sia considerevole, Compass le manterrà con grande naturalezza. In base alla posizione, poi, siamo liberi di montare il microfono orientandolo con la capocchia verso l’alto o verso il basso, avvitandolo come preferiamo alla ghiera Radius III. Quest’ultima è un sospensorio progettato per isolare lo Yeti da rumori, colpi e vibrazioni dell’ambiente circostante, migliorando la qualità della registrazione.

Anche il Radius III può funzionare indipendentemente dal braccio Compass: significa che, se per quale ragione dovessimo togliere lo Yeti dal braccio snodabile e montarlo su un’astina standard, possiamo farlo mantenendo la Radius III. Infine, nel bundle è contenuto anche un cavo USB lungo circa 2,8 metri che, una volta fatto passare nell’apposita scanalatura del Compass, ci lascia ancora 1,5 metri di cavo per raggiungere la porta USB del computer. Il cavo adotta una porta di tipo A a un’estremità e un connettore mini-USB di tipo B all’altra (mini, non micro), una tipologia molto in voga 10 anni fa ma oggi non più, quindi in caso di rottura potrebbe essere piuttosto difficile da rimpiazzare. Cerchiamo quindi di trattarlo con un po’ di riguardo.

IL MICROFONO

Come abbiamo premesso, lo Yeti non avrebbe bisogno di presentazioni perché è un prodotto con una lunga storia alle spalle. Ma vale sicuramente la pena riassumerne qui, per sommi capi, le caratteristiche. Per cominciare, si tratta di un prodotto estremamente flessibile, in grado di raccogliere la voce da diverse direzioni. La modalità va scelta tra le quattro disponibili, per mezzo di un selettore che si trova sul lato opposto del microfono.

Lo Yeti può agire come un microfono cardioide, stereofonico, omnidirezionale o bidirezionale. Nel primo caso (cardioide), raccoglierà la voce quasi esclusivamente sul lato frontale, smorzando tutto ciò che sta dietro di lui; in modalità stereofonica, l’enfasi andrà sulla separazione tra i canali sinistro e destro, con una riproduzione piuttosto fedele della posizione in cui si trovavano tutte le sorgenti durante la registrazione; in modalità omnidirezionale, invece, il microfono cercherà di catturare tutte le sorgenti di rumore che lo circondano mentre in modalità bidirezionale l’enfasi andrà esclusivamente a chi sta davanti e dietro al microfono (ottimo se si sta intervistando qualcuno: basta mettere lo Yeti tra intervistatore e intervistato). L’intervallo di frequenze a cui è sensibile varia tra i 20 e i 20.000 Hz, un dato sicuramente notevole visto che la maggior parte dei microfoni si ferma a 10.000, e che permette allo Yeti di gestire senza problemi anche qualsiasi strumento musicale, oltre alla voce umana, registrandone i timbri con grande fedeltà.

Sul lato inferiore del dispositivo, oltre alla porta mini-USB c’è anche un jack stereo a cui possiamo collegare qualsiasi paio di cuffie, prediligendo in questo caso un modello a padiglione ampio, chiuso o aperto. Le cuffie possono essere usate per ottenere un feedback immediato di quanto stiamo dicendo, oppure per riprodurre l’audio del computer – insomma, il microfono può fare anche da scheda audio esterna. La frequenza di campionamento massima è 48.000 Hz a 16 bit di risoluzione e il volume della riproduzione si può cambiare tramite il comodo pomello frontale.

INSOMMA, CI È PIACIUTO

Anche se la parte del leone continua a essere dello Yeti (che si può sempre acquistare da solo e usare in compagnia di accessori di terze parti, a prezzi sensibilmente più contenuti), il bundle Yeticaster si distingue per la buona qualità delle componenti, per l’ovvia predisposizione e soprattutto per il fatto di contenere tutto il necessario per cominciare a streammare con un microfono pro-sumer adatto allo scopo. È quindi un bundle indirizzato nello specifico a chi non ha ancora uno Yeti e ne vorrebbe uno, approfittando dell’occasione per portarsi via anche il resto. Non c’è il supportino standard dello Yeti incluso nel prezzo? Nessun problema, basta sostituirlo con un modello universale, che si può trovare ovunque per una ventina di euro.

Voto 8.6

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