Intel ci ha mandato un Core i5 12600K da recensire, definendolo “la CPU perfetta per il gaming”. Vediamo quanto c’è di vero in questa impegnativa definizione.
Lo avevano promesso e alla fine lo hanno fatto: tornare a essere davvero competitivi con AMD, lasciata libera di sbizzarrirsi con le sue architetture Zen, era un imperativo assoluto per Intel, abituata a essere per decenni il leader indiscusso del mercato. Così, se le prime ‘avvisaglie’ della ripresa si sono viste con la serie 11000, una generazione di passaggio e di compromesso tra tecnologie vecchie e nuove, è con la famiglia di processori “Alder Lake” (serie 12000) che può davvero partire la riscossa del colosso americano. E le idee messe sul piatto stavolta sono tutte indirizzate all’innovazione, dal supporto delle nuove memorie DDR5 a quello per il bus PCI Express 5.0, sono tutte soluzioni pensate principalmente per il futuro, visto che ancora oggi le DDR4 sono e restano le memorie più diffuse e nessuna scheda video è ancora in grado di trarre vantaggio dal nuovo bus PCI Express. Ma la soluzione più ingegnosa adottata da Intel a questo giro è quella di adottare due architetture differenti per i suoi core.
E-CORE PER RISPARMIARE CORRENTE
Ogni processore Core della serie 12000 (o anche “della famiglia Alder Lake”) è frutto di una combinazione di elementi che Intel oggi definisce come “building block”, letteralmente blocchi da costruzione. Fanno parte di questa categoria due diversi tipi di core x86, le unità di calcolo della GPU, il controller PCI Express, la cache di secondo livello e naturalmente il controller per la memoria, oltre a un dispatcher specializzato nel traffico dei pacchetti di rete (IPU). Di fatto, quindi, ogni CPU Alder Lake è un vero e proprio SoC, i cui componenti dialogano tra loro per mezzo di tre fabric ad altissima velocità. Ma E-core e P-core sono certamente la novità più considerevole. I primi sono core x86 a singolo thread ad alta efficienza energetica, derivati dalla linea di processori Atom di Intel. Su Alder Lake ci sono fino a 8 E-core “Gracemont”, in grado di fornire fino al 40% di performance in più di un vecchio core “Skylake” a parità di energia oppure, osservando il dato dal denominatore, un consumo di energia inferiore del 40% a parità di performance.
Sono i core deputati ai processi in background e, anche se privi di HyperThreading, grazie alla loro versatilità possono lavorare molto bene in multitasking e prendersi carico, all’occorrenza, anche di lavori più “pesanti” qualora i P-core fossero tutti occupati. Gli E-core “Gracemont” sono una diretta evoluzione dell’architettura out-of-order “Tremont”, di cui mantengono quasi tutte le caratteristiche salvo l’adozione di un branch predictor più evoluto, di una cache per le istruzioni di 64K e di un front-end migliorato nel suo complesso, grazie soprattutto alle 17 porte per l’esecuzione (Tremont ne prevedeva 8). In ogni cluster di 4 unità, gli E-core “Gracemont” dispongono di 32 KB di cache L1 ciascuno e condividono una memoria cache di secondo livello di 4 MB, con un Resource Director a monte che ne coordina l’accesso dai membri del gruppo. Notevole anche il fatto che questi core ad alta efficienza possano eseguire le istruzioni AVX2 (con due porte vettori per le operazioni FMUL e FADD) e supportano anche tecnologie per la sicurezza e la virtualizzazione.
P-CORE PER CHI HA BISOGNO DI VELOCITÀ
Ma il risparmio energetico non è la principale priorità di chi vuole una CPU potente. Chi macina miliardi e miliardi di numeri ogni secondo ha bisogno soprattutto di velocità e forza bruta. A fornirle ci pensano i P-Core “Golden Cove”, fino a otto per ciascun die, evoluzione diretta del progetto “Cypress Cove” che abbiamo potuto ammirare nei processori Rocket Lake. Pur mantenendo le stesse linee guida, Intel ha deciso di ritoccare più o meno tutti gli stadi che compongono l’architettura, allo scopo di incrementarne la potenza di calcolo. Da una sezione di front-end capace di decodificare molte più istruzioni, a una finestra di elaborazione out-of-order molto più ampia, Intel ha saputo trarre il meglio dalle esperienze di AMD e di Apple.
IL RISPARMIO ENERGETICO NON È LA PRIORITÀ DI CHI VUOLE UNA CPU POTENTE, E INTEL NON HA DIMENTICATO DI SPINGERE SU POTENZA E VELOCITÀ
CORE I5 12600K: UNA CPU MOLTO EQUILIBRATA
Il Core i5 12600K dispone di 10 core in totale: 6 P-core e 4 E-core. Questo significa che i primi sei possono eseguire 12 processi in totale (il sistema operativo vede ciascuno di loro come due core distinti), a cui vanno sommati i 4 degli E-core. Dal punto di vista di Windows (qualsiasi versione supportata) o di Linux, quindi, questa CPU ha 16 core logici che possono essere indifferentemente impiegati per qualsiasi tipo di attività. Una maggiore distinzione, invece, ha luogo in abbinamento a Windows 11: il nuovo sistema di Microsoft è in grado di distinguere efficacemente P- ed E-core, distribuendo opportunamente il carico di lavoro. Il risultato, bisogna ammetterlo, è notevole. Non si ha mai la percezione che il computer rallenti o che abbia difficoltà, e nelle nostre prove abbiamo fatto un po’ di tutto: giocare, lanciare benchmark, lavorare, codificare video… Tutto è sempre avvenuto con performance ottimali nonostante ci fosse sempre qualche task in esecuzione in background.
I sei P-Core a disposizione partono da 3,7 GHz e possono raggiungere una frequenza di lavoro massima di 4,9 GHz in modalità Turbo, mentre i quattro E-core aggiuntivi partono da 2,8 GHz e si “fermano” a 3,60 GHz. Il Core i5 12600K dispone inoltre di 9,5 MB di cache L2 e di 20 MB di Smart Cache, con un consumo standard stimato in 125 Watt mentre, in modalità turbo, quest’ultimo può salire a 150 Watt TDP. Il controller per la memoria permette di indirizzare fino a 128 GB di RAM, che può essere di due tipi: DDR4 o DDR5. Le due tipologie di memoria non possono essere mescolate tra di loro, spetta al produttore di schede madri decidere quale tipologia supportare su ciascuna delle sue soluzioni. Noi abbiamo provato il processore su una scheda madre Gigabyte Aorus Pro Z690 con due moduli di memoria RAM DDR5 di Corsair (gli stessi che vedete recensiti qui) e abbiamo ottenuto risultati davvero eccellenti.
Va detto che il Core i5 12600K include anche una GPU UHD Graphics 770 da max 1,45 GHz, con 32 unità di esecuzione, supporto a DirectX 12 e possibilità di arrivare alla risoluzione desktop 8K@60Hz (su connessione DisplayPort), ma la sua resa coi videogiochi è davvero troppo esigua per pensare di usarla concretamente per divertirsi: pur scendendo i più possibile coi dettagli e gli effetti grafici, infatti, non siamo mai riusciti a ottenere più di pochi frame al secondo, con la maggior parte dei titoli provati, anche a risoluzioni ben inferiori a un dignitoso Full HD. La GPU integrata va bene al massimo per le applicazioni desktop e per vedere i film (tutti eccetto i blu ray 4K, dato che è venuto meno il supporto ad alcune istruzioni necessarie al loro sistema di DRM: si vedranno a risoluzioni inferiori).
UN EFFETTIVO PASSO AVANTI
Veniamo ora alle prestazioni reali. Il Core i5 12600K ha totalizzato 31.300 punti al physic test di 3D Mark Firestrike, un punteggio davvero eccellente se pensiamo che il Ryzen 7 5800X (dotato di 8 core e 16 processi, più o meno come questo) ne aveva ottenuti 29.849. Stessa antifona anche con Cinebench R23: 1.854 punti al test single core e 17.462 punti a quello multicore battono con facilità non solo i 1.518 e 10.792 punti del Ryzen 5 5600X (la CPU AMD di riferimento sulla stessa fascia di mercato), ma anche i 1.560 e 14.258 punti del Ryzen 7 5800X (altra CPU con 16 thread a disposizione) e perfino i 1.697 e 15.508 punti del Core i9 11900K, che rappresentava il modello di punta della precedente serie 11000 di Intel. Sì, avete capito proprio bene: questa CPU di fascia media supera il processore top della generazione precedente, a una frazione del suo prezzo. I risultati non cambiano gran che neanche con il benchmark integrato di CPU-Z, col nuovo arrivato capace di sbaragliare la concorrenza.
Se per i benchmark sintetici avevamo usato una sempreverde GeForce GTX 980 Ti, per provare le prestazioni dei giochi abbiamo momentaneamente sostituito la scheda video con una più attuale RTX 3060 Ti, in modo che potessimo facilmente mettere a confronto i risultati ottenuti da questo processore con una delle schede video testate tramite il nostro testbed basato – come ormai dovreste sapere – su Ryzen 5 5600X. Anche qui la superiorità del nuovo processore Intel ha fatto subito capolino, con risultati mediamente migliori a entrambe le risoluzioni Full HD e UW2K (3440×1440 pixel).
C’è da dire che, ampliando la rosa di giochi e cambiando modello di scheda video, le differenze sono destinate ad assottigliarsi, ma se prendiamo il software nel suo complesso (ludico e applicativo), risulta piuttosto evidente che le prestazioni del Core i5 12600K siano molto più simili a quelle del Ryzen 7 5800X, piuttosto che a quelle del Ryzen 5 5600X. Il che, tutto sommato, ha una sua logica visto il conteggio di core differente.
COSTI E CONFRONTI PER PIATTAFORMA
Il Core i5 12600K si presenta sul mercato con un prezzo medio di 340 euro, superiore a quello del Ryzen 5 5600X (320 euro) di soli 20 euro. Inutile dire che se il costo del computer dipendesse soltanto dalla scelta del processore e il suo unico scopo fosse giocare, entrambe le opzioni sarebbero del tutto valide. Ma ci sono anche altre considerazioni da fare. Intel non ha mai prestato molta attenzione alla longevità delle sue piattaforme: i socket sono quasi sempre cambiati nel giro di due generazioni e raramente sono sopravvissuti più di due anni. Ma l’LGA1700 usato dalla serie Alder Lake è una novità e, per tanto, è plausibile che una scheda madre basata su questo socket, dotata magari di slot per le RAM DDR5, possa ospitare in futuro anche altri processori. Dell’AM4 di AMD, invece, si sa benissimo che la sua lunga e gloriosa carriera, iniziata ormai cinque anni fa, volge giustamente al termine proprio con la serie 5000 e, già per la prossima famiglia di processori desktop in arrivo nella seconda metà del 2022, è stato annunciato il nuovo socket AM5.
IN QUESTO PERIODO DI TRANSIZIONE FRA GENERAZIONI DI HARDWARE, VALE LA PENA RIFLETTERE SULLE NOSTRE INTENZIONI FUTURE PRIMA DI DECIDERE