Bluetooth e gaming non sono mai andati d’accordo, ma Roccat sostiene che con i suoi nuovi SYN Buds Air le cose cambieranno. E chi siamo noi per negarlo?
Il Bluetooth è stato una grandissima invenzione: per quanto non sia sempre stato al top della versatilità e della compatibilità, ha garantito a una vasta rosa di dispositivi la possibilità di connettersi tra loro e di scambiarsi dati con ragionevole comodità. L’arrivo di auricolari senza fili ci ha permesso di muoverci con la massima libertà e di rispondere al telefono con un semplice tocco, senza dover estrarre il telefono dalla tasca o dalla borsa in cui è riposto, e lo stesso vale per l’ascolto delle nostre canzoni preferite. Ma a una condizione: che i tempi di latenza non fossero così importanti. E in effetti per una telefonata o per la hit del momento può essere così, nessuno si formalizza se l’audio inviato dal telefono all’auricolare ci mette qualche frazione di secondo ad arrivare.
I SYN BUDS AIR FANNO PARTE DI UNA NUOVA ONDATA DI AURICOLARI BLUETOOTH DA GAMING
NELLA SCATOLA
I due auricolari sono accompagnati da un astuccio caricabatterie alimentato tramite una porta USB di tipo C. Gli ear buds di per sé hanno un’autonomia di cinque ore, ma una volta riposti nella loro scatoletta si possono ricaricare per altre tre volte, portando a circa 20 ore l’autonomia complessiva. Purtroppo non siamo riusciti a cronometrare con precisione questi tempi, né possiamo essere sicuri che il nostro modo di usare le cuffie sia lo stesso usato da Roccat per i suoi calcoli, per cui non ci resta che fidarci delle sue dichiarazioni. Una volta aperto l’astuccio, i due auricolari spuntano dal loro vano per circa mezzo centimetro, risultando piuttosto difficili da afferrare ed estrarre.
Con il coperchio aperto, gli ear buds vanno automaticamente in pairing mode e si accoppiano all’ultimo dispositivo con cui sono stati utilizzati: per spezzare la catena è necessario scollegarli tramite le impostazioni di quest’ultimo. Abituarsi a questa routine può essere un po’ fastidioso all’inizio, ma poi non ci si fa più caso. Attenzione al primo utilizzo: è facile non accorgersi che in fondo ai due auricolari, dove sono posizionati i microfoni, i due contatti per la ricarica sono protetti da una microscopica pellicola adesiva. Se non riuscite a ricaricarli o ad aggiornare il firmware, può darsi che non l’abbiate ancora rimossa. Oltre ai due ear buds e al loro astuccio, nella confezione troviamo anche un cavo USB A>C, uno stringato manuale d’istruzioni e un set di gommini di diverse dimensioni, con cui adattare meglio il dispositivo al nostro corpo.
PIÙ CHE ANATOMICI…
Chi scrive, purtroppo, non è mai stato un amante degli auricolari. Fin dai tempi in cui avevano i fili, il vostro Paolone di fiducia ha sempre preferito le care buone vecchie cuffie con l’archetto sovrastante, per due ragioni. La prima, perché i driver degli auricolari raramente restituiscono una dinamica del suono soddisfacente, con alti equilibrati e bassi abbastanza profondi; la seconda, è perché in qualche maniera gli auricolari non sono mai andati d’accordo con la forma delle sue orecchie, tendendo a uscire sempre di sede, fenomeno che si è soltanto aggravato con l’arrivo dei modelli Bluetooth, necessariamente più pesanti a causa dell’accumulatore energetico e dell’impianto ricetrasmittente.
E se, nel bene e nel male, un auricolare via cavo resta in qualche modo impiccato alla giacca e si fa presto a rimetterlo a posto, un ear bud in libera uscita può cadere rovinosamente per terra, con tutto il suo corredo di costosissima, fragile tecnologia. Ne ho provati diversi e quasi tutti hanno condiviso lo stesso problema: indipendentemente dal diametro della gommina, mi sono trovato più spesso del necessario a compiere ardite mosse con le mani, inarcando il corpo, al solo scopo di raccogliere per tempo l’auricolare cadente. Ecco, tutto questo con i SYN Buds Air è stato solo uno sfortunato ricordo: una volta infilati nell’orecchio sono incredibilmente stabili e non danno davvero nessun fastidio, restando in posizione anche scuotendo ripetutamente il capo. Merito della leggerezza e della forma anatomica della cassa, ma anche del braccino che monta il microfono, che rende più facile posizionarli correttamente rispetto alle guance e ai padiglioni auricolari. Solo per questo, per me potrebbero già essere i migliori auricolari del mondo, ma la disamina non si ferma qui, ovviamente.
OTTIMA QUALITÀ DELL’AUDIO
Oltre alla comodità, l’altro aspetto fondamentale di qualsiasi aggeggio destinato all’ascolto di musica e affini è la qualità del suono. Qui non ho molti dubbi sull’aggettivo da usare, essendo eccellente: gli alti secchi e precisi, che normalmente vi aspettereste da auricolari di questo tipo, stavolta sono accompagnati da una resa più che meritevole delle frequenze basse e, se il loro “Suono caratteristico” (cioè la modalità flat nell’equalizzatore) non vi dovesse convincere, tramite l’app SYN Buds Air per iOS e Android potrete tranquillamente attivare i preset “Potenziamento bassi”, che aggiunge un leggero boost sulle frequenze inferiori, “Potenzialmento alti e bassi”, che accompagna al boost di cui sopra anche un leggero innalzamento delle frequenze più elevate, oppure il “Potenziamento voci”, che invece agisce sulle tonalità medie per sottolineate il cantato e i dialoghi. Il tutto, però, avviene con grandissimo gusto e senza mai esagerare.
A DISPETTO DELLE LORO DIMENSIONI, I SYN BUDS AIR HANNO UN SUONO POTENTE
COL COMPUTER
Ciò che potrebbe convincere noi giocatori all’acquisto di questi ear buds è la cosiddetta “modalità gaming”, a cui si accede con un triplo tap su uno dei due auricolari oppure con l’apposita opzione del software di accompagnamento. Il suo scopo è ridurre i tempi di latenza nella trasmissione tra sorgente e auricolari (il breve ritardo percepito) a 60 millisecondi, quindi un tempo inferiore a un decimo di secondo quasi del tutto impercettibile. Orecchie particolarmente allenate potrebbero comunque notarlo (e in quel caso farebbero meglio a giocare sempre con un paio di cuffie legate a un filo), ma la maggior parte di noi quasi sicuramente no. A dire il vero, è possibile affrontare quasi tutti i giochi ‘casual’ anche in modalità normale, ma dato che quella ‘gaming’ migliora solo le cose, non c’è davvero motivo per non usarla: la qualità dell’audio è praticamente la stessa. Quanto alla sua attivazione, bisogna insistere sul fatto che il software SYN Buds Air è disponibile solo su cellulari e affini, mentre manca del tutto su Windows e MacOS.
Sarebbe stato bello poter intervenire almeno sull’equalizzatore tramite il software Swarm di Roccat, ma sfortunatamente nessuno ha pensato di aggiungergli il supporto per questi auricolari, neanche nell’ultima versione. Una lacuna piuttosto significativa, considerando che la maggior parte di noi userebbe volentieri un dispositivo ‘gaming’ sulla piattaforma ‘gaming’ per eccellenza – e cioè il PC. In compenso, Windows 10 mette a disposizione una fantastica opzione (almeno a giudizio dello scrivente) chiamata “Audio spaziale – Windows Sonic per cuffie”, destinata a “ricomporre” i segnali surround in un flusso stereofonico, verso l’audio in uscita su cuffie. Questa tecnologia negli anni ha guadagnato parecchi punti e sui SYN Buds Air funziona molto bene, anche se si tratta di cuffie Bluetooth. I test video riprodotti con VLC hanno dato ottimi risultati. Quanto alla possibilità di equalizzare il suono su Windows, questa è demandata direttamente al media player utilizzato o al mediocre equalizzatore di sistema, che in questo caso consente solo di enfatizzare le frequenze basse e senza l’ausilio di slider a bande. Decisamente, Roccat dovrebbe fare qualcosa di più su questo fronte.
LUCI E OMBRE
Se dovessi valutare i SYN Buds Air soltanto in base alla loro ergonomia e alla qualità dell’audio, sarebbe un 10 tondo tondo, senza remora alcuna. Ma ci sono alcune considerazioni oggettive che mi spingono contro voglia ad abbassare il voto. Prima tra tutte è la difficoltà con cui occorre maneggiare i due auricolari per estrarli dal loro astuccio: ok, è sicuro che non scivoleranno mai fuori per sbaglio, ma così si esagera. Sarebbe bastata probabilmente una piccola scanalatura ove fare attrito con l’unghia per risolvere il problema, ma non ci hanno pensato.
SE GLI AURICOLARI SONO DI OTTIMA QUALITÀ, PURTROPPO LO STESSO NON SI PUÒ DIRE PER SOFTWARE E FIRMWARE