NZXT Signal 4K30 – Recensione

Volete fare il creator e parlare di videogiochi? Allora le clip registrate con PC e console non bastano: per fare sul serio serve una scheda di acquisizione, come la Signal 4K30 di NZXT.

signal 43k30 recensione

Ricordate cosa significava comprare una scheda di acquisizione fino a 10 anni fa? Nella migliore delle ipotesi, per ottenere dei buoni risultati, bisognava aprire il computer, installarne una interna su scheda PCI e poi litigare col software. Neanche i segnali video ci facilitavano le cose: il passaggio al digitale terrestre imponeva la massima attenzione nella scelta dei modelli dotati di sintonizzatore e, quando si trattava di grabbare le immagini provenienti dai cavi analogici, tra Scart, Component, RCA ed S-video, c’era sempre da sperare di avere tutti i cavi giusti e di ottenere una qualità sufficiente. Che piaccia o no, il passaggio alle tecnologie digitali e all’uso massiccio della porta HDMI ha semplificato notevolmente le cose, anche se chiaramente ci ha costretti a cambiare l’attrezzatura che avevamo. NZXT oggi propone due apparati di acquisizione video esterni, che si possono facilmente collegare al computer per mezzo di una porta USB 3.2 Gen 1 (vale a dire 3.0 o superiore). Sono talmente facili da usare che, con i sistemi operativi moderni, non hanno bisogno neanche di driver specifici: si collegano al computer, si carica il software di acquisizione e sono (quasi) pronte all’uso! Più facile di così…

DUE MODELLI PER ESIGENZE DIVERSE

La linea Signal si compone di due modelli, l’HD60 (139.99 euro) e il 4K30 (179.99 euro). Entrambi gli apparti sono due “scatolette” di 10x8x1,5 cm, dotate di due porte HDMI e di una USB 3.2 per l’alimentazione e il passaggio dei dati al computer. L’ingresso e l’uscita video permettono il passthrough del segnale, ma la frequenza d’uscita dipende dal modello: 60 Hz per il più economico HD60 e 240 Hz per il più sofisticato 4K30. Questo significa, in parole molto povere, che mentre l’HD60 può essere considerato una soluzione mainstream per un impiego occasionale, chi normalmente mangia pane e videogiochi e preferirebbe farlo da creator di contenuti, dovrebbe decisamente orientarsi sul secondo, non soltanto per l’esigua differenza di prezzo. La Signal 4K30 preleva il segnale d’ingresso e riesce a spingerlo sulla sua uscita video a frequenze molto più elevate: fino a 60 Hz a 4K (e vabbè…), fino a 144 Hz a 2560×1440 e fino a 240 Hz a 1920×1080. Per chi avesse uno schermo ultrawide da 3440×1440 pixel le buone notizie sono che il passthrough funziona correttamente anche alla suddetta risoluzione e che la frequenza massima d’uscita – almeno con la Radeon RX6600 XT usata nella prova – ammonta a 100 Hz. Non abbiamo notizie in merito a risoluzioni superiori ai 4K, ma al momento le riteniamo del tutto superflue. Quanto alle risoluzioni minime, invece, si parte dalle 480 e 576 righe degli standard NTSC e PAL, a patto chiaramente di usare dispositivi in grado di ‘uscire’ a quelle risoluzioni su una porta HDMI: le schede Signal HD60 e 4K30, infatti, non prevedono alcun ingresso di tipo analogico. Nessun problema con l’ingresso a 720p, chiaramente: abbiamo collegato il TheC64 e grabbato le sue immagini senza problema alcuno, “upscalate” in hardware fino a 1080p direttamente dalla periferica, limite previsto anche per le risoluzioni più elevate in caso di downscaling.

signal 43k30 recensione

Ricordiamoci che la Signal 4K30 può acquisire flussi video in Full HD fino a 60 Hz, per cui io ritengo vivamente consigliabile adottare sempre questa risoluzione per la registrazione dei filmati, lasciando la possibilità di salire a 4K (fino a 30 fps) solo quando è strettamente necessario. La resa qualitativa delle registrazioni, in ogni caso, è ottima anche alla risoluzione più elevata possibile, mentre la resa durante lo streaming dipende chiaramente da molti altri fattori, in primis la velocità della connessione a Internet. Quanto a ciò che è possibile ottenere alle impostazioni ottimali (Full HD a 60 Hz), potete tranquillamente osservare il video qui sotto:


Nota bene: eventuali artefatti e imprecisioni nella resa del video sono dovuti agli algoritmi di compressione di youtube, la registrazione invece è praticamente perfetta.

LE CARATTERISTICHE TECNICHE

La Signal 4K30 è in grado di acquisire segnali video nei formati 576i (25 o 50 Hz), 480p (30 o 60 Hz), 720p (da 25 a 60 Hz), 1080p (da 25 a 120 Hz), 1440p (da 25 a 60 Hz) e 2160p (25 o 30 Hz) – le frequenze massime di passthrough, come abbiamo già detto, invece raddoppiano – e, nel contempo, può registrare audio a 2 canali a 16 bit, con una frequenza di campionamento massima di 48 KHz. Le porte video sono conformi alle specifiche HDMI 2.0 con supporto HDCP 1.4/2.2 e DVI 1.0, oltre che con l’HDR10 in ingresso (in modalità passthrough, invece, l’hardware provvede a una conversione del segnale in uscita nello spazio colore standard). I formati UVC supportati sono NV12 e YUV2 fino a 1440p. Dal punto di vista del sistema operativo, la Signal 4K30 viene gestita come una webcam, è quindi possibile usarla direttamente come fonte video nei software di acquisizione, registrazione e streaming. Con OBS Studio è stato necessario attivare l’opzione “usa un dispositivo audio personalizzato” per poter gestire l’audio in arrivo dalla periferica:

QUALCHE PICCOLA CONTROINDICAZIONE

Se cerchiamo su Amazon una scheda di acquisizione video a 4K, troviamo modelli a portata di tutte le tasche e non è un mistero che, rispetto a molte di esse, questa soluzione di NZXT sia sensibilmente più costosa. Ma bisogna tenere sempre presente una cosa: ogni volta che aggiungiamo qualcosa alla catena HDMI, introduciamo un ritardo fra la generazione del fotogramma e la sua effettiva visualizzazione sullo schermo. La Signal 4K30 invece è praticamente trasparente in modalità passthrough – permettendo frequenze di refresh notevoli. Il loro unico limite è che non sono compatibili con i sistemi di refresh adattabile come G-Sync e FreeSync, per cui è vero che possiamo tranquillamente giocare durante lo streaming o durante la registrazione sul nostro monitor preferito senza subire lag o fastidiosi rallentamenti, ma così facendo perdiamo questa comoda funzionalità delle schede Radeon e GeForce.

Durante il gioco possiamo attivare v-sync e sistemi di definizione dinamica per limitare la comparsa di tearing e artefatti fastidiosi: con un passthrough in full HD da 240 Hz e uno in UWQHD da 100 Hz, siamo sicuri che la qualità visiva sarà sempre più che soddifacente! L’ultimo aspetto un po’ controverso è l’assenza di ingressi/uscite audio analogiche (per microfono e cuffie), offerti da alcune schede concorrenti. Per noi non sono così importanti: durante lo streaming e la registrazione è sempre possibile usare qualsiasi altro microfono o qualsiasi altro paio di cuffie connessi direttamente al computer, quindi a che pro metterli anche qui?

CONCLUSIONI

In definitiva, ci troviamo di fronte a un’ottima scheda di acquisizione video che fa esattamente quello che promette: diventare pressoché trasparente quando non la usiamo per fare il suo lavoro, e svolgerlo nel migliore dei modi quando la mettiamo all’opera. Noi abbiamo effettuato diverse registrazioni con le più disparate sorgenti video digitali, trovando sempre le impostazioni ottimali per ciascuna di esse. Crediamo quindi di potervela consigliare senza riserve, qualora abbiate questo genere di necessità.

Voto 8.5

Articolo precedente
Case videogiochi

Le case, luogo fondante dei videogiochi – Parte 2

Articolo successivo
Endless Dungeon Intervista

Endless Dungeon: la nostra intervista con Amplitude Studios

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata