Cambiano le abitudini e le connessioni mobile cominciano a essere molto competitive. Può avere senso dotarsi di un router come il Predator Connect X5 5G CPE, capace di connettersi con una SIM.
C’era una volta l’ADSL, un tipo di connessione digitale ad alta velocità che, su finire del vecchio millennio, prendeva velocemente piede nel Belpaese, liberando almeno le grandi città dalla schiavitù dei modem analogici e soprattutto dalla loro mortificante lentezza. In quegli anni, la diffusione capillare dei telefoni cellulari GSM era ormai cosa fatta, ma nessuno avrebbe mai pensato di usarli per collegarsi a Internet, se non in situazioni di assoluta emergenza: troppo lente, volatili e costose quelle connessioni, meglio affidarsi alla rete fissa. Vent’anni dopo, la situazione è cambiata totalmente: le ADSL sono state progressivamente soppiantate dalla fibra e l’onnipresenza di ripetitori 4G/LTE permette di collegarsi a Internet via etere a grandi velocità, in alcune occasioni addirittura superiori a quelle della rete fissa. Ma il progresso non si ferma e tutto questo, nel giro di pochi anni, è destinato a migliorare ulteriormente con le connessioni 5G, la cui diffusione procede spedita e inesorabile nonostante le inspiegabili – scientificamente – resistenze di alcuni. Con il concomitante arricchimento delle offerte da parte dei gestori di telefonia mobile, può dunque avere un senso dotarsi di un router capace di sfruttare le connessioni aeree, se non come fonte di approvvigionamento principale, almeno come velocissimo fallback.
QUANDO L’HOTSPOT NON BASTA
Lo abbiamo fatto tutti: l’ADSL o la fibra improvvisamente ci hanno lasciato a piedi e, per proseguire il lavoro o per consentire alla famiglia di guardare un film in streaming, abbiamo acceso l’hotspot del cellulare e permesso ai nostri famigliari di collegarsi, salvando la situazione e diventando gli eroi di casa, almeno finché la connessione principale non è tornata a funzionare regolarmente. Ma, in quei frangenti, ci saremo sicuramente accorti della natura “emergenziale” del nostro punto d’accesso: un telefono può fare da router ma non è certo quello il suo compito principale, bastano due o tre apparecchi collegati per metterlo in crisi.Non sarebbe meraviglioso, però, se il nostro router fosse in grado di condividere la connessione a Internet tramite una SIM, oltre che per mezzo dell’ADSL o della fibra? Ed è proprio questo che può fare il Predator Connect X5 5G CPE, che a onor del vero non può collegarsi direttamente a Internet tramite la “rete fissa”, ma può comunque adattarsi alla nostra LAN (in cascata col modem/router fornito dal provider) e fornire una preziosa connessione wi-fi 6 (802.11ax) agli altri dispositivi di casa, sulle due bande da 2,4 e 5 GHz, sfruttando eventualmente una SIM 4G o 5G per incrementare la velocità di upload/download e fornire in ogni caso una tipologia di connessione alla casa (o al piccolo ufficio, perché no). E non è certo finita qui.
UNBOXING E PORTE A DISPOSIZIONE
Non ci vuole davvero molto per mettere in pista il router di Acer. Basta estrarlo dalla confezione, infilare una SIM dati nell’apposito vano (o anche una standard, meglio se preventivamente esentata dalla necessità di inserire un PIN all’accensione, ma attenti alle limitazioni imposte dei gestori di telefonia sui loro contratti), collegare i cavi e accenderlo.
Non sarebbe meraviglioso se il nostro router condividesse la connessione internet tramite una SIM, oltre che con ADSL o fibra? Ecco, è proprio questo che può fare il Predator Connect X5 5G CPE
ATTENTI AI CAVI!
Difficile stabilire con esattezza come allestire una rete cablata ideale, in presenza di questo router. Il motivo è la particolare scelta di porte Ethernet presenti nell’apparecchio. La porta WAN, a cui si deve collegare il resto della rete locale (con Internet in entrata), è a 2,5 Gbps, mentre le due porte secondarie (compresa quella “Game”) sono a 1 Gbps. Che significa questo? Che se tutta la vostra rete locale cablata è composta da computer che possono dialogare al massimo a 1 Gbps, per voi non cambia niente, ma se per purissimo caso tutte le vostre macchine fossero dotate di schede di rete da 2,5 Gbps… sareste costretti a fare una scelta perché, nelle comunicazioni tra computer della stessa LAN, questo router potrebbe fare da collo di bottiglia.
Non ci vuole davvero molto per mettere in pista il router di Acer, basta estrarlo dalla confezione, infilare una SIM dati , collegare i cavi e il gioco è fatto
DUE WAN A DISPOSIZIONE
Il vero scopo di questo router è sfruttare una SIM dati 4G o 5G per aggiungere una connessione secondaria a Internet (che può anche essere l’unica eh, beninteso), e lo raggiunge in modo a dir poco eccellente. L’inserimento di una SIM (in formato micro) comporta la possibilità di usare la sua connessione dati in modalità failover oppure in load balancing (anche qui, niente WAN bonding: non pensate di sommare semplicemente le velocità delle due connessioni a Internet!).Nel primo caso, possiamo sfruttare la connessione mobile in alternativa a quella cablata o vice versa, nel momento esatto in cui quella principale venisse a mancare. Nel secondo, sicuramente più intrigante, il carico di tutti i dispositivi connessi alla nostra rete locale potrà essere equamente distribuito tra le due connessioni, indicando un ordine di priorità. Possiamo così stabilire, per esempio, che mentre la TV scarica i dati per lo streaming dalla connessione via cavo, tutti i dispositivi mobile navighino esclusivamente sulla rete 4G/5G, evitando quindi di disturbare con il loro traffico i pacchetti dello stream. Sembra una stupidaggine, perché potreste sempre lasciare a ciascun telefono la libertà di usare la propria connessione dati invece di funestare il traffico del wi-fi di casa, ma la cosa può avere perfettamente senso per limitare il numero di contratti e di SIM che girano in famiglia. Inoltre, non tutti i dispositivi mobili devono avere necessariamente una SIM: pensiamo per esempio ai PC portatili, che di solito sfruttano proprio il wi-fi per risparmiare. In ogni caso, non si dovrà fare particolare attenzione ai giga consumati nei contratti a consumo: per non “sforare”, basta indicare al router in quale giorno del mese avviene il rinnovo del contatore e la quantità di GB a disposizione: eccedendo nell’uso, ci penserà lui a bloccare il flusso dei dati.
MEGLIO DI UN CELLULARE
È piuttosto chiaro che, una volta inserita una SIM dentro al Predator, non sarà possibile usarla per le telefonate. Occorre quindi ragionare preferibilmente in termini di contratto solo-dati. Tuttavia, qualora usassimo una SIM telefonica standard con connessione dati a disposizione, il router può gestire sia l’inserimento, sia il cambio del PIN all’accensione e può tenere traccia degli SMS in arrivo. Se non abbiamo voglia di andarli a leggere nella pagina di configurazione, possiamo anche decidere di inoltrarli automaticamente a un numero di nostra scelta, magari quello del cellulare che usiamo ogni giorno.
ha più senso fare un contratto a parte per la SIM del Predator: in questo modo, possiamo scegliere con attenzione la compagnia telefonica in base ai piani che offre
PAURA DEGLI HACKER?
Il Predator Connect X5 5G CPE costa parecchio, ma non molto di più dei suoi diretti concorrenti: on line lo abbiamo trovato a prezzi che oscillavano tra i 410 e i 500 euro. Con simili premesse è ovvio aspettarsi qualcosa di più rispetto ai prodotti più economici che si trovano sul mercato. Una delle caratteristiche che abbiamo apprezzato maggiormente, in questo senso, è il software di protezione di Trend Micro già incluso nell’apparato, dotato di una propria licenza full, con cui è possibile proteggersi da siti malevoli, attacchi e tentativi di intrusione. Possiamo addirittura configurare il parental control e proteggere i dispositivi IoT (internet of things), praticamente tutti quei micro-elettrodomestici collegati alla rete come lampadine intelligenti, sensori, webcam ecc.
Ogni tipo di protezione può essere attivata o disattivata individualmente. Il bello di questa soluzione è che la licenza dura per tutta la vita materiale del prodotto: troppe volte ci è capitato di vedere software analoghi installati su apparecchiature che poi richiedevano la stipulazione di un contratto annuale allo scadere di un periodo di “prova”. È vero che anche il Predator Connect X5 5G CPE include una “trial”, la possibilità di provare il network WTFast ottimizzato per i game server, ma si tratta pur sempre di un ‘extra’ di cui si può oggettivamente fare a meno. Coi tempi che corrono, invece, la sicurezza dovrebbe essere una tematica su cui fare la massima attenzione.
UN FILE SERVER “OSTICO” MA VELOCE
Un particolare che ci è molto piaciuto di questo router è la presenza di una porta USB 3.0. Significa che possiamo collegare un dispositivo di storage – come un hard disk o un più silenzioso SSD – e condividerne i contenuti con tutti gli utenti della rete locale. Non si tratta di un file server vero e proprio, ma piuttosto di una comune share di Windows ottenuta con Samba, su cui possiamo autorizzare alla condivisione un singolo utente. Non è stato facile accedere ai file, perché purtroppo il manuale non è chiaro sull’argomento: nel menu di configurazione troviamo un “nome server” preimpostato a “Predator” e le credenziali per accedervi, ma anche applicando le impostazioni non c’è stato verso di individuare la share dalle risorse di rete di Windows 10 o 11, neanche diminuendo il fattore di sicurezza, usando chiavi crittografiche di lunghezza inferiore ai 128 bit.
In realtà, occorre fare un puntamento diretto, montando un drive di rete con l’apposita opzione di Explorer, nella forma \\<ip del router>\Predator, scegliendo con l’apposita casellina di usare credenziali diverse per l’accesso. A quel punto, andranno inserite la login e la password impostate sul router. Anche qui, ci verrebbe da dire, si sarebbe potuto fare un po’ meglio, lasciando all’utilizzatore la facoltà di creare più utenti e di condividere singole cartelle partendo dal percorso principale. Esageriamo? No: perfino il vetusto modem/router Zyxel dato in comodato d’uso da Wind permette di farlo. In compenso, il trasferimento di file è avvenuto sempre a velocità ragionevoli (tra i 12 e i 15 MB/s in scrittura, su un hard disk WD Passport USB 3.0, non sono affatto male se consideriamo la comunicazione via rete: normalmente, questo disco scrive a 40 MB/s con la connessione diretta USB), senza improvvisi, inspiegabili e fastidiosi cali di velocità come avviene, purtroppo, con altri router. Non è possibile collegare una stampante e usare il Predator Connect come print server, ma visto che tutte le stampanti multifunzione “dal decente in su” già dispongono di questa funzione, qui sarebbe del tutto inutile o ridondante.
IN SINTESI…
Il Predator Connect X5 5G CPE è davvero un ottimo router. Costoso come tutti i modelli 5G sulla piazza, ma dotato di caratteristiche molto avanzate che faranno felice l’utenza prosumer. Ritroviamo naturalmente tutte le funzioni di base per i router domestici come il DHCP, il port forwarding, la DMZ e così via, oltre naturalmente a tutte le opzioni più avanzate per ritagliarsi la propria LAN su misura, sia essa wired o wireless. La parte senza fili ci piace di più di quella cablata, anche se parliamo di un punto d’accesso Wi-Fi 6 e non il più veloce 6E, perché ci mette a disposizione due canali a frequenze diverse ed, eventualmente, anche delle reti secondarie per gli ospiti.
Il Predator Connect X5 5G CPE è davvero un ottimo router. Costoso come tutti i modelli 5G sulla piazza, ma dotato di caratteristiche molto avanzate