Sony Inzone Buds WF-G700N – Recensione

Ecco Sony Inzone Buds, una coppia di auricolari senza fili pensata espressamente per azzerare le latenze e favorire il gaming. Per PC e PS5.

Bella invenzione gli auricolari senza fili: permettono di ascoltare musica, film e giocare con un apprezzabile senso di isolamento dal mondo, ma, al contrario delle classiche versioni con i fili, quelli che ne sono privi hanno sempre sofferto per gli stessi problemi: la scarsa autonomia prima della necessaria ricarica, una certa latenza che determina un ritardo tra quando nasce un suono e quando lo si percepisce effettivamente e, a seconda dei modelli, una minore ergonomia dovuta al peso dell’accumulatore e del ricevitore.




Non aiutavano, in questo senso, i limiti di prestazioni dei protocolli Bluetooth, mitigati soltanto nelle ultime versioni. Tutto questo non ha certo impedito ai giocatori di divertirsi indossando un paio di earbuds, soprattutto quelli più veloci e costosi, ma di sicuro ne ha limitato l’adozione rispettop alle più classiche e ingombranti cuffie con microfono.

SONY RISPONDE CON INZONE BUDS

Allo scopo di soddisfare i giocatori più esigenti, in particolar modo quelli che “operano” sulla sua console PlayStation 5, Sony ha deciso di produrre un set di auricolari senza fili piuttosto diverso dagli altri, cercando di favorire reattività e autonomia, ma senza dimenticare la qualità sonora che chiunque si aspetterebbe dal suo brand. Gli Inzone Buds arrivano in una scatoletta di pochi centimetri interamente in cartone, accompagnati da un ricetrasmettitore USB-C, un set di gommini di diverse dimensioni – per adattare gli auricolari a tutte le orecchie – un elegante astuccio per la ricarica, i manuali in diverse lingue (tra cui l’Italiano) e un cavetto di pochi centimetri per la ricarica.

Quest’ultimo è fruibile soltanto se abbiamo una porta USB nelle vicinanze, altrimenti è possibile usare qualsiasi altro cavo simile: probabilmente la scelta di Sony è determinata dall’ubiqua diffusione dello standard e dall’altissima possibilità che abbiate già diversi cavi del genere in casa, tuttavia è forte l’impressione che, quella di fornire cavi ridicolmente corti, ormai sia una moda dilagante. Nulla di male se arrivano accompagnati a dispositivi economici di raffinata cineseria, un po’ più seccante se il prodotto costa quasi 200 euro come in questo caso. Ma soprassediamo: grazie al peso di soli 6 grammi cadauno e alla loro forma anatomica è davvero facile indossarli, una volta fatta l’abitudine si possono indossare anche per diverse ore senza provare fastidio.

TRASMISSIONE PROPRIETARIA

Gli auricolari dispongono della connettività Bluetooth, limitata però alla versione LE del protocollo. Questo ne esclude la compatibilità con la maggior parte degli smartphone e dei dispositivi mobile in circolazione, ma in fondo la cosa ha un senso se ricordiamo la finalità principale di questi accessori: autonomia e basse latenze. Proprio per soddisfare queste ultime, Sony ha preferito munire gli Inzone Buds di un ricetrasmettitore USB che va infilato necessariamente in una porta di tipo C. Possiamo collegarlo su PC, PlayStation 5 e su una ormai vasta quantità di smartphone et similia, senza preoccuparci dei protocolli a disposizione di questi ultimi.

Il trasmettitore può funzionare nelle due modalità mobile o PC, e la si sceglie con un piccolo selettore a scorrimento. I dati viaggiano nell’etere a una frequenza di 2,4 GHz e, dai test che abbiamo effettuato, non sentono affatto la nostalgia del cavo: la fruizione del suono è istantanea, priva di ritardi, e l’autonomia si avvicina moltissimo alle 12 ore dichiarate da Sony. Missione compiuta, insomma, almeno da questo punto di vista.

IL SUONO

Altro punto a favore per gli Inzone Buds, non serve neanche specificarlo, è la qualità del suono. Riuscire a percepire dei bassi caldi e profondi da una coppia di auricolari scalda sempre il cuore, perché le ridottissime dimensioni degli altoparlanti, purtroppo, non si adattano bene a questa gamma di frequenze. I driver da 8,4 mm degli Inzone Buds invece svolgono egregiamente il loro compito, presentando ai timpani tutte le frequenze udibili, dalle più basse alle più alte, senza esclusione di colpi. Certo, il paragone con un bel paio di cuffie chiuse non reggerà mai, ma la resa dei bassi di questi auricolari è davvero notevole. L’audio posizionale, invece, convince un po’ meno.

A prescindere dal fatto che il device “game” litiga con l’audio surround per cuffie fornito da Windows 11 (che lo mette invece a disposizione per il device “chat”), e che il modo migliore per attivarlo è tramite il software Inzone Hub, la separazione tra i 7.1 canali virtuali non è particolarmente netta e precisa: funziona, ma non si riesce sempre a percepire di essere di fronte, o di spalle, alla sorgente di un rumore. A poco è servito anche ricorrere alla mappatura biometrica del lobi e alla tecnologia 360 Spatial Audio che, sebbene sia accessibile tramite il software Inzone Hub, non ha prodotto significative differenze una volta applicata. Già che siamo in tema di brutti voti, parliamo anche del microfono, così non ci pensiamo più: la sua resa è più che accettabile, ma non è esattamente quella che ci si aspetterebbe da un prodotto così costoso. Chi ci ascolterà di certo non faticherà  a capirci, ma percepirà una voce un po’ lontana e leggermente artefatta.

QUALCHE BIZZARRIA PER IL SOFTWARE

Per far funzionare gli Inzone Buds non è strettamente necessario aggiungere nulla. Qualsiasi versione moderna di Windows li supporterà immediatamente dopo la connessione del trasmettitore all porta USB. La resa dell’audio in queste condizioni è già ottimale, ma se vogliamo intervenire sull’equalizzazione bisogna installare Sony Inzone Hub, liberamente scaricabile dal sito del produttore. I driver installeranno due dispositivi audio diversi, esattamente come avevamo già visto per le cuffie Inzone H5 qualche settimana addietro. Sarà poi nostro compito scegliere opportunamente tra ‘inzone game’ e ‘inzone chat’ nei giochi e nelle applicazioni che usiamo. Possiamo variare il bilanciamento tra chat e gioco, oppure escludere uno dei due. L’equalizzazione, tuttavia, impatterà solo il device game. Fino a qui, tutto normale.

Le “bizzarrie” di cui parliamo nel titolo sono legate più che altro al sistema di cancellazione del rumore. Il device permette tre impostazioni: cancellazione del rumore, suono ambientale e disattivato; il primo dovrebbe isolarci dal mondo e farci sentire soltanto l’audio del computer; il secondo dovrebbe invece “miscelare” il suono in arrivo con quello dell’ambiente esterno mentre il terzo, ed ultimo, dovrebbe disattivare del tutto la cancellazione del rumore permettendoci, guarda un po’, di sentire anche il rumore circostante. La modestissima opinione di chi scrive, invece, è che la scelta non influisca gran che sui rumori esterni, che si sentiranno sempre più o meno allo stesso modo, quanto sull’equalizzazione del suono percepito, decisamente più “rotondo” e gradevole quando la cancellazione è attiva. Disattivandola, invece, alcune frequenze sembrano semplicemente tagliate via col coltello, un po’ come quando si disattiva la “loudness” sui vecchi impianti hi-fi. Il suono ambientale invece è un mix tra i due.

I GESTI

Essenziali, ma non potrebbe essere altrimenti, anche i comandi tramite il tocco. Di default, un tap sull’auricolare sinistro passa da una modalità di cancellazione del rumore alla successiva, un tap prolungato invece esclude o riaccende il microfono; un tap sull’auricolare destro alza il volume, un tap prolungato invece lo abbassa. Fine.  Altre combinazioni permettono di personalizzare i comandi, ma difficilmente sentiremo la necessità di pilotare le canzoni con i classici stop, play e track forward/rewind: gli Inzone Buds sono auricolari da gaming, con un limitato impiego su telefoni cellulari e affini, per cui è decisamente più opportuno che un doppio tap permetta di alzare più rapidamente il volume, senza rischiare di confonderlo con un avanzamento di traccia. Se vogliamo, però, possiamo usare il software per aggiungere anche le funzioni multimediali: nulla ce lo impedisce. Non resta, a questo punto, che trarre le opportune conclusioni.

FANNO PER ME?

La domanda, alla fine, è sempre la stessa. Per quale motivo sto cercando degli earbuds? Cosa mi interessa principalmente? Perché se la risposta è la massima praticità e compatibilità in ogni occasione, nulla potrebbe essere più lontano dagli Inzone Buds: per usarli in giro col cellulare tocca quasi sicuramente portarsi dietro anche il trasmettitore USB, perché solo i dispositivi più recenti supportano il Bluetooth LE. In quel caso, sarebbe comunque bello poter pilotare la musica con il tocco, ma non c’è un’app per iOS o per Android che permetta di configurarlo.

Quindi usare gli Inzone Buds coi cellulari è possibile, ma nella maggioranza dei casi poco pratico. Se invece l’obiettivo è giocarci, con il PC o con la Play, senza soffrire per problemi di autonomia e latenza, allora Sony ha realizzato il prodotto giusto per voi, tanto più che ha anche un bel suono da offrire. I duecento euro richiesti sono una cifra piuttosto impegnativa, ma in fondo la tecnologia ha sempre un prezzo elevato quando è buona.

VOTO: 7.8

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