Una cuffia per gamer che sa farsi valere, questa Astro A30 Wireless di Logitech, anche se ha un costo non propriamente accessibile a tutti.
Vi è mai capitato di entrare in un negozio di abbigliamento, indossare un capo e decidere che quello fosse esattamente ciò che fa per voi, al di là di ogni ulteriore razionale considerazione? A me è capitato indossando le nuove cuffie Astro A30 di Logitech, un headset di lusso (almeno per i miei parametri) che costa la bellezza di 269 euro ma, una volta tanto, incarna la sintesi di quello che io personalmente mi aspetterei da un paio di cuffie di alto livello: comodità, semplicità, compatibilità e qualità del suono. Vediamo queste componenti una alla volta.
COMODITÀ
Le cuffie A30 Wireless si presentano in una stilosa scatola di cartone (materiale totalmente riciclabile, ma che difficilmente riciclerete), contenute in una comoda custodia fornita in dotazione. Assieme al dispositivo troviamo anche un ricetrasmettitore USB tipo A, un microfono su braccio che possiamo montare se proprio lo vogliamo, un cavo di collegamento jack-jack stereofonico con supporto per il microfono e un cavo di ricarica USB, da tipo A a tipo C.
L’headset, secondo la nostra fidatissima bilancia, pesa esattamente 330 grammi e tanto l’archetto superiore, quanto i padiglioni auricolari, sono muniti di cuscinetti ricoperti in finta pelle. La lunghezza dell’arco si può estendere di qualche centimetro alzando e abbassando gli auricolari: non ci sono barre o tacche di misurazione, né apparenti meccanismi di blocco. Semplicemente, una volta estesa la lunghezza da padiglione a padiglione, le cuffie restano in posizione e, una volta indossate, non si spostano facilmente. Nonostante non siano leggerissime, grazie alla loro morsa gentile non infastidiscono durante l’uso e, per tanto, possiamo anche arrivare a indossarle per diverse ore finendo per abituarcisi.
Non sono dotate di sistemi di riduzione del rumore attivo, ma riescono comunque a isolarci piuttosto bene dal mondo esterno, attenuando i tipici rumori di fondo come ventole, brusio e altre moderate fonti di disturbo. Il microfono su braccetto è piuttosto corto e non è particolarmente comodo da usare, ma è del tutto opzionale: si tratta infatti di un dispositivo secondario che possiamo collegare o meno in base alle necessità, mentre per un uso più naturale della cuffia possiamo fare affidamento sul microfono integrato, che non ha dato nessun genere di problema durante le chat o le conversazioni.
COMPATIBILITÀ
Possiamo usare queste cuffie su qualsiasi genere di dispositivo. Prevede infatti tre tipi di sorgente diversi: la connessione wireless “proprietaria” Lightspeed, che lavora su una frequenza di 2,4 GHz tramite il ricetrasmettitore USB fornito in dotazione, la connessione Bluetooth e il classico cavo jack-jack da 3,5 mm compatibile con qualsiasi apparecchio dotato di un’uscita analogica, chiaramente adatto anche a portare i segnali del microfono. Non c’è quindi computer, console o apparecchiatura portatile con cui non sia possibile usare questo headset proficuamente, visto che in un modo o nell’altro si adatta a tutto.
Volendo, è possibile acquistare a parte anche un nuovo modello di ricetrasmettitore USB di tipo C, con cui è possibile estendere il supporto di Lightspeed a tante apparecchiature dotate di una porta adatta. Il produttore dichiara che le cuffie, con il trasmettitore in dotazione, possono operare fino a una distanza di 15 metri dalla sorgente. Una misurazione piuttosto accurata, ma che non prevede solette o pareti lungo il tragitto, nel qual caso la distanza ovviamente si riduce. Le tre sorgenti (Lightspeed, Bluetooth e cavo jack) possono essere usate contemporaneamente, nel qual caso si miscelano e sarà nostro compito interromperne il flusso audio, in caso di disturbo. Può comunque tornarci molto utile per avvertire una chiamata sul cellulare (connesso tramite Bluetooth) mentre facciamo altro con le altre sorgenti.
SEMPLICITÀ
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la semplicità di configurazione e di utilizzo del dispositivo. Basta collegare il trasmettitore al computer e Windows (o il Mac) le riconoscono automaticamente. Non ci sono software da installare, la modalità surround è gestita direttamente dal sistema operativo. Questa è in realtà un’arma a doppio taglio, perché se è vero che andrà a vantaggio di chi ha un computer nuovo di zecca, potrebbe creare problemi di compatibilità con chi ancora impiega, per qualunque ragione, una versione precedente a Windows 10. La compatibilità con Linux, inoltre, non è specificata dal produttore. La gestione delle cuffie, tuttavia, avviene per mezzo dell’app gratuita Logitech G, disponibile su iOS e Android, con cui è possibile modificare la sensibilità dei microfoni in base all’ambiente circostante e l’equalizzazione del suono, salvando tutti i preset che vogliamo. Ecco, forse sarebbe stato bello disporre di un set di impostazioni già pronte per diversi scenari di utilizzo (musica classica, rock, film d’azione, concerto, ecc), come capita spesso quando si acquistano prodotti della concorrenza, ma in tutta franchezza quanti di noi davvero li usano? Il controllo del volume delle cuffie avviene per mezzo di un piccolo joypad integrato nel padiglione destro, facilmente raggiungibile col pollice: spingendolo in avanti e indietro si alza e abbassa il volume, mentre spostandolo a destra e sinistra si dà maggiore enfasi alla musica o alla chat durante il gioco (game/voice balance). L’unica accortezza da tenere presente è premere il pulsantino al centro del trasmettitore e mettere le cuffie in modalità PC (il suo LED passa al colore bianco), altrimenti non si riesce a modificare il volume tramite i classici sistemi di controllo del sistema operativo. L’altra modalità prevista (LED blu) è la compatibilità con le console Xbox Series X|S.
QUALITÀ DEL SUONO
Chiaramente, nella valutazione di un paio di cuffie questo aspetto non può mancare, essendo probabilmente il più importante di tutti. Come premesso all’inizio della recensione, anche in questo caso parliamo di un livello altissimo, almeno a mio modesto giudizio. Non è facile trovare un headset dove tutte le frequenze spicchino in modo netto, profondo (bassi) e cristallino (alti), così da poter affrontare qualsiasi situazione a testa alta, sia essa una traccia techno, una canzone romantica, un brano heavy metal, un videogioco o un film. Qui è così. Possiamo ascoltare qualsiasi cosa in modo pulito e potente, ricevendo anche un buon feedback spaziale in modalità surround, anche se in questo caso l’effetto è solamente virtuale. Va sottolineato: queste cuffie sono amabilmente stereofoniche. Non si presentano a noi con roboanti comunicati stampa, sigle strane e tecnologie dal nome appariscente: pur nel loro design ricercato, intendono ammaliarci unicamente con la loro musica e la loro comodità, insomma, fanno poche cose ma le fanno dannatamente bene. Con l’ausilio del sistema operativo, permettono di ascoltare audio a 7.1 canali senza scriverlo da nessuna parte, e l’unico vezzo che lasciano al loro acquirente è la possibilità di personalizzarne lo stile con apposite ‘cover’ intercambiabili, da installare sui padiglioni.
CONCLUSIONI
Ci sarebbe altro da rimarcare (come l’ottima durata della batteria, addirittura superiore alle 27 ore pubblicizzate sulla scatola!), ma siamo dell’idea che basti così. Il nostro parere è che queste cuffie siano eccellenti e che valgano l’investimento, sebbene il prezzo sia purtroppo impegnativo. La qualità si paga, c’è poco da fare, ma su quella fascia si trovano anche diverse alternative qualitativamente valide e dotate di tecnologie particolari, che potrebbero renderle più allettanti.