C’è chi scende in un dungeon per vendetta, chi per razziarne i tesori, chi per sete di gloria. Il risultato è che i roguelite non sono mai stati così popolari come negli ultimi tempi. Saprà Shadow of the Depth distinguersi dalla massa?
Sviluppatore / Publisher: ChillyRoom / ChillyRoom Prezzo: 14.79 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Disponibile in EA
Sono il personaggio di un roguelite, è ovvio che la prima volta che metterò piede in un dungeon finirò a terra in cinque secondi. Sono il personaggio di un roguelite, è ovvio che nonostante abbia come partner maghi, ranger, tank, e altra brava gente, mi avventurerò sempre da solo soletto decimando così le mie possibilità di successo. Sono il personaggio di un roguelite, è ovvio che alla mia morte sopravvivano oggetti da scambiare con nuove abilità permettendomi di diventare più forte run dopo run.
È tutto ovvio e normale ciò che accade in Shadow of the Depth, essendo un top down hack and slash dungen crawler roguelite – a buon rendere, SEO! – che, come un funambolo intento a passeggiare a mille metri di altezza senza rete di protezione, ben si guarda dal fare un passetto falso rimanendo all’interno della comfort zone di questo genere di videogame. Il developer ChillyRoom non passerà alla storia per aver osato, tuttavia un’impeccabile realizzazione tecnica potrebbe far passare in secondo piano la mancanza di originalità. Sarà questo il caso?
Con un apposito perk si potranno trovare nei forzieri armi destinate a classi diversa dalla nostra. A sorpresa, il mago che scaglia frecce o il tank con il pet funzionano davvero
SHADOW OF THE DEPTH, CINQUE GUERRIERI, UN SOLO SCOPO
Come in molti roguelite, la storia di Shadow of the Depth si può riassumere in un paio di righe: mostri e creature malefiche hanno sterminato la nostra famiglia e ora vivono e gozzovigliano nel nostro castello. Violenza però genera violenza, così stiamo andando a prenderli a calci. Questa la motivazione del guerriero, unico personaggio disponibile fin da subito. Gli altri, sbloccabili livellando, hanno un background leggermente diverso ma il nobile fine è sempre lordare pavimento e pareti con le budella dei nemici.
Tra le nostre fila annoveriamo i principali archetipi che siamo soliti incontrare negli RPG: il guerriero dai mille punti vita, il ranger abile negli attacchi a distanza, il mago AoE, il letale assassino e il veloce spadaccino. Gameplay e modalità di ingaggio dei nemici cambiano abbastanza radicalmente, ma in generale dobbiamo sempre tenere sott’occhio punti vita, esauriti i quali termina la run, e mana, utile a tutti – anche ai melee based – per portare a segno attacchi speciali. Le classiche pozioni permettono di rimpinguare quanto è andato perduto, ma lungo i tre livelli generati proceduralmente – ma un po’ tutti uguali – che ci separano da ciascun boss troveremo anche preziosi tomi che ci insegneranno nuove abilità. Queste ultime sono prevalentemente passive, e ciò è un bene poiché potremo aumentare la nostra potenza senza dover utilizzare dozzine di tasti per richiamarle.
CIAO RANGER, MI PRESTI L’ARCO?
Pur seguendo alla lettera il Decalogo del Roguelite, Shadow of the Depth riserva qualche sorpresina ai giocatori. La più gradita è un perk sbloccabile con la valuta accumulata run dopo run che permette di includere nel loot le armi di tutte le classi, a prescindere dal personaggio che stiamo utilizzando. A prima vista potrebbe sembrare piuttosto inutile: perché mai dovremmo veder sprecati forzieri destinati a un mago che potrebbero magari contenere un’ingestibile spada da guerriero?
In alcuni casi andrà proprio così. In altri, però, un enorme orso da evocare, peculiarità del ranger, che combatte a fianco del rogue creando scompiglio e permettendogli di prendere vari nemici alle spalle è garanzia di carneficina senza rischiare troppo, e una pioggia di meteoriti – esclusiva del mago – che semina un po’ di danni AoE indebolendo tutti i nemici sullo schermo, pronti per esser poi finiti con un sol colpo dal tank, risolverà anche le situazioni più concitate. Questione di fortuna? E quale forziere abbandonato in un dungeon non lo è?
Shadow of the Depth offre una serie di combo sbloccabili, da attivare con la giusta sequenza di tasti e pause, proprio come nei picchiaduro
HADOOOOOUKEN, NO, ASPETTA, COM’ERA?
Non manca l’attaccone potentone che si carica mietendo vittime come se non ci fosse un domani, e Shadow of the Depth ci mette a disposizione pure le combo, anch’esse da sbloccare, attivabili con la giusta sequenza di tasti e pause proprio come se fossimo il buon Ryu. E finalmente giungiamo all’ago della bilancia, la famosa realizzazione tecnica. Graficamente ha uno stile molto curato e originale, anche se piazzare la telecamera un paio di metri più in alto avrebbe giocato alla strategia, garantendo un maggior controllo della zona circostante invece di costringerci ad avanzare quasi alla cieca. Attacchi e incantesimi dei vari personaggi sono tutti diversi tra loro e i mostri sono carismatici a sufficienza, accorrendo numerosi a cercare di farci la pelle nei modi più disparati, tutti da imparare e contrattaccare.
Questo potrebbe essere veramente uno degli ultimi esemplari di hack and slash roguelite degno di entrare nella nostra libreria pur non aggiungendo sostanzialmente nulla al genere, riuscendo a farsi strada in un mercato già saturo e con numerose varianti “definitive” – come no – all’orizzonte. Lasciamo dunque un’altra volta aperte le porte, certi però che stanno per chiudersi in saecula saeculorum.
In Breve: Non è davvero facile consigliare un roguelite dal gameplay classico in questo preciso momento storico, eppure Shadow of the Depth riesce a divertire e a offrire un buon livello di sfida, quindi perchè non dovremmo prenderlo in considerazione? Le varie classi offrono gameplay ben distinti, e la possibilità di equipaggiare un guerriero con gli oggetti di un mago e testarli sul campo con successo apre le porte a diverse build da esplorare. Mancano alberi delle skill e i perk non sono così determinanti, ma la crescita degli eroi run dopo run è evidente e invita a lanciarsi nel classico “ultimo tentativo”. Nulla di nuovo, ma tutto ben realizzato.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Nessuna incertezza e nessun bug rilevato nonostante sia un titolo in Early Access. Controlli reattivi sia da tastiera che da gamepad. Un paio di equipollenti al “se io avrei” nella localizzazione inglese.