Le sezioni in cui più creature devono collaborare sono un riuscito connubio tra puzzle ambientali, salti millimetrici e cambi di direzione repentini
La varietà dei nemici è tutt’altro che entusiasmante, e anche i boss di fine livello sono piuttosto piatti
Se questo aspetto è trascurabile nelle fasi puramente esplorative, diventa imperdonabile e fonte di frustrazione quando siamo nel pieno dell’azione e all’improvviso perdiamo l’inquadratura proprio quando mancava l’ultimo salto per raggiungere il checkpoint. Aggiungete “controller in Mithril” ai requisiti minimi di sistema.
ROTOLANDO VERSO SUD
La misteriosa isola teatro delle avventure di Skully deve essere situata da qualche parte nei Caraibi, in quanto verremo accolti da sole splendente e sabbia dorata su acque cristalline, ma attraverseremo tutte le ambientazioni che è lecito aspettarsi da questo genere di giochi, come la foresta, le montagne e la grotta di magma.
Graficamente è realizzato molto bene, orientato al fotorealismo con ampi spazi aperti e un orizzonte piuttosto lontano, pur garantendo un frame rate costante anche nei momenti più frenetici. Il sonoro è essenziale, con brevi loop di musica che ci accompagnano durante l’azione e l’incessante bisticciare di Terry con i fratelli in sottofondo, una versione 2.0 dei battibecchi tra suocera e nuora ai pranzi di Natale. Controlli precisi e responsivi anche con la combinazione tastiera e mouse, garantiscono un’esperienza piacevole. La difficoltà è ben calibrata, punendoci ogni qualvolta ci sentiamo troppo sicuri di noi stessi, ma non costringendoci a riprovare a raggiungere il prossimo chekpoint più di quattro o cinque volte, per cui non vi è mai la sensazione di essere rimasti bloccati. Una decina le ore di gioco necessarie per scoprire l’epilogo della tormentata famiglia divina, con un po’ di amaro in bocca per la scarsa varietà di situazioni da affrontare in un gioco che riesce a esprimersi solo verso la fine.
In Breve: Skully ha tutte le carte in regola per imporsi come un mix tra un frenetico platformer come Marble Blast Ultra e un’originale reincarnazione del genere Metroidvania, ma perde troppo tempo prima di mostrarci tutto il suo potenziale. La poca varietà di nemici e situazioni da affrontare non aiuta a tenere alto l’interesse fino al momento in cui si comincia a fare sul serio, ed è un peccato perché la realizzazione tecnica è molto buona e il gioco risponde bene ai comandi, se perdoniamo qualche incertezza nei movimenti della telecamera. Chi fosse disposto a pazientare le prime ore, verrà ricompensato con un gameplay affascinante.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: I7, 8GB RAM, GeForce GTX 1050, SSD
Com’è, Come Gira: Impeccabile sia in full screen sia in finestra, fluido e reattivo.
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