Esattamente quando abbiamo iniziato a interessarci alle Gemme dell’Infinito nei videogiochi?
Sviluppatore: Capcom Dove Trovarlo: Ebay Anno: 1995
Un anno e mezzo fa ci siamo finalmente trovati davanti alla resa dei conti cinematografica per il MCU: persino oggi, se non avete ancora visto Endgame, vige un rigore marziale volto a sedare nel sangue ogni minimo tentativo di spoiler riguardo lo scontro finale tra i Vendicatori e il Titano Folle. La cosa più incredibile, però, è constatare come la saga del Guanto dell’Infinito non se la sia filata praticamente nessuno nel mondo dei videogiochi. O quasi: l’adattamento, in realtà proviene da dove non te lo aspetti, assai lontano dai lidi occidentali. Rievocarlo oggi ci sembra interessante, considerato che molti appassionati di fumetti Marvel hanno gli Avengers videoludici sotto le mani.
HERE COMES A NEW CHALLENGER
Siamo alla metà degli anni Novanta e Capcom decide di togliersi i guanti bianchi contro la vulcanica rivale SNK, evitando di reiterare per l’ennesima volta lo sfruttatissimo Street Fighter 2 e spedendo sul mercato una nuova generazione di giochi di combattimento competitivi, basati su nuove IP. In pochissimo tempo l’ormai rodata CPS2 sforna pregevoli titoli come Street Fighter Zero, Cyberbots e Darkstalkers; anche Ring of Destruction – seguito del gioco di wrestling Muscle Bomber – viene trasformato in un classico picchiaduro a base di mezzelune e round tanto per far numero. Nel 1994 un nuovo, insospettabile contendente entra nel però ring, influenzato dal successo del cartone animato X-Men: The Animated Series che, nel corso dello stesso anno, debutta sugli schermi di TV Tokyo.

Il capostipite Children of the Atom arrivò addirittura su PC, con una versione MS-DOS pubblicata da Acclaim.
X-Men: Children of the Atom è una rivelazione destinata a influenzare a lungo termine la produzione di Capcom, fungendo da ponte tra i gusti orientali e occidentali; a noi, tuttavia, interessa il suo seguito diretto, quel Marvel Super Heroes pubblicato nel 1995 e basato giustappunto sull’iconica saga cosmica creata nel 1991 da Jim Starlin e George Pérez. La curiosità sorge a questo punto spontanea: passi per l’originale Children of the Atom, nato grazie al traino di un cartone animato colorato e esotico, ma chi ha messo in testa a Capcom personaggi decisamente inusuali come Blackheart o addirittura Shuma-Gorath? “Colpa” di Alex Jimenez, un (allora) consulente esterno reclutato da Capcom of America grazie a James Goddard. Che, a sua volta, è entrato nell’azienda anche lui come consulente: vi ricorderete forse di lui, nominato durante l’articolo riguardante la storia di Street Fighter, apparsa tre anni fa sul nostro sito.
Alex Jimenez si trova a vestire i panni del consulente in tutti i futuri giochi Capcom basati su proprietà occidentali, come Cadillac and Dinosaurs o The Punisher
DEDICATO ALLA MEMORIA DI JACK KIRBY
Con i consigli di mr. Jimenez, Marvel Super Heroes pesca a piene mani in un oceano – quello dei supereroi occidentali – relativamente sconosciuto in Giappone, affinando le meccaniche sperimentate con il precedente Children of the Atom e semplificando il ferraginoso uso del super meter. Diversi personaggi Marvel (tra cui lo stesso Thanos) appaiono per la prima volta in un videogioco componendo un roster piuttosto variegato che ricicla una manciata di lottatori provenienti dalla precedente rissa a base di mutanti, rendendo finalmente selezionabili i boss Magneto e Juggernaut e affiancandoli a eroi inediti come Captain America e Iron Man.
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