IL POTERE HA PERÒ UN PREZZO: IN QUESTO CASO SI TRATTA DEL CONSUMO DI ENERGIA, CHE SI ATTESTA INTORNO ALLE 340 WATT, CIOè QUANTO DUE 1080 IN SLI
RTX IO, IL FUTURO SARÀ SERVITO
Le schede GeForce RTX 3080 (e similari) promettono il supporto a una futura tecnologia di Microsoft, DirectStorage, con una loro implementazione chiamata RTX IO.
Di che si tratta? Sostanzialmente, dell’accesso diretto allo storage da parte della scheda video, sottraendone il controllo esclusivo al processore centrale. La sua importanza è chiarissima: allo stato attuale, i lunghi caricamenti che spezzano l’azione sono uno degli elementi che degradano la fruizione di un capolavoro. Questi caricamenti comprendono codice, mappe di gioco e, soprattutto, asset grafici in formato compresso che il processore centrale deve inizialmente trasferire dal disco alla memoria RAM, quindi decomprimere e passare alla VRAM della scheda video attraverso il bus PCI Express, a cui normalmente fanno capo anche i controller dei drive SSD NVMe. Ora, il processore centrale è sicuramente adatto a svolgere tutti questi compiti, ma se evitassimo di passare attraverso la RAM del computer e spostassimo i dati dall’SSD direttamente alla scheda video, lasciando che i tensor core di quest’ultima si occupino della decompressione, non sarebbe tutto estremamente più rapido?
La risposta, chiaramente, è sì: sarebbe tutto molto più rapido. Il problema è che allo stato attuale non si può fare, da una parte perché nessun’altra scheda video è pensata per una cosa del genere, dall’altra perché DirectStorage è ancora alla sua fase embrionale e i primi vagiti della tecnologia si udranno soltanto nel corso del 2021, quando Microsoft distribuirà una versione preliminare a partner e sviluppatori. RTX IO, in ogni caso, sarà lì per servirvi quando tutto questo sarà fattibile, con l’accortezza – chiaramente – di usare solo drive NVMe di ultima generazione, compatibili con il bus PCI Express 4.0. Tecnicamente parlando, non ci dovrebbero essere controindicazioni a usare un drive PCI Express 3.0 da 2-3 GB/s, ma coi 7 GB/s raggiungibili dai nuovi drive tutto acquisterebbe il buon sapore dell’istantaneità.
BASTERÀ?
Non c’è alcun dubbio: con questa rosa di feature e di prestazioni, il ray tracing acquista finalmente significato e può considerarsi sdoganato anche su PC. Quando poi le nuove console di Microsoft e Sony – che dispongono loro stesse del ray tracing accelerato – si saranno adeguatamente diffuse, l’impiego di questa tecnica diventerà molto comune, lasciando fermi al palo tutti coloro che hanno acquistato una scheda che ne è priva (o che non offre sufficienti prestazioni attivandola). Non dico che sarà impossibile giocare, tutt’altro: semplicemente, non sarà possibile farlo con lo stesso “gusto”.
ORA COME ORA LA RTX 3080 è LA SCHEDA MIGLIORE SUL MERCATO; RESTA PERò DA VEDERE QUALE SARà LA RISPOSTA DI AMD