Feel good games: giocare rilassati – Speciale

NON SEMPRE I VIDEOGIOCHI DEVONO ESSERE SFIDE ACCANITE, TENZONI ALL’ULTIMO SANGUE, FRENETICHE LOTTE ALL’ULTIMO PIXEL ROSSO: ESISTE ANCHE L’ESATTO OPPOSTO, CIOÈ I GIOCHI DI PURO RELAX

Colore, appunto, quello che all’inizio manca totalmente nel mondo dell’ultima opera di Greg Lobanov & friends (già autori del meraviglioso Wandersong), sfondo bianco e contorni neri, come quei libri per bambini prima che compaia un set di pennarelli a dargli vita. È un istinto naturale colorare gli spazi vuoti, dargli un senso, renderli unici, scarabocchiando in libertà, anche senza alcun talento artistico. Cromoterapia applicata a una struttura ludica zeldiana, un’avventura top-down dove il game over non è contemplato eppur ingegnosissima, tutta gameplay e senso di progressione, capace di mettere a proprio agio in 5 minuti netti, che siate giocatori navigati o alle prime armi.

Spennellare a destra e a manca è veramente un piacere infantile, una volta preso in mano il pennello è impossibile uscire da quel mood.

Ogni schermata un disegno da colorare a piacere con pennellate virtuali, riflettendoci il proprio stato d’animo, l’ispirazione del momento, ma trovandoci anche una linea di dialogo dolcissima, un segreto da raggiungere facendo lavorare la testa, una boss fight al termine di un dungeon, o semplicemente una nuova traccia da fermarsi ad ascoltare, meravigliati.

CHICORY è UNA CONTINUA RICOMPENSA, UN GIOCO INCLUSIVO SU TUTTI I LIVELLI

Chicory: A Colorful Tale è una continua ricompensa, un videogioco d’avanguardia per come è stato pensato e realizzato, inclusivo su tutti i livelli, dalle tematiche contemporanee ai controlli morbidissimi passando per la scelte di usare il linguaggio non binario, restando soprattutto un contenitore di benessere e giocabilità totale. Defatigante. “Una vita in vacanza” cantava Lo Stato Sociale qualche anno fa, e se all’atto pratico bisognerebbe fare un 7 al Superenalotto per far avverare questa frase, è anche vero che noi giocatori possiamo attingere a un catalogo di viaggi che Alpitour levati.

Che esperienza detox A Short Hike, roba da giocarci col cellulare spento e una tisana di fianco.

A Short Hike è uno di quei weekend che da adolescenti avremmo evitato volentieri, quando la natura ha ancora meno fascino rispetto alla città, comoda, tecnologica, esattamente come la sua protagonista Claire, in attesa di un’importante telefonata e bloccata su un’isoletta dove non c’è nemmeno campo, figurarsi un wifi, un hotspot, niente di niente! A meno che, forse, in cima alla montagna che domina la località, un briciolo di segnale lo si potrebbe anche trovare, tanto vale provare, no? Adoro quando il titolo di un’opera basta e avanza a raccontarne il gameplay e Adam Robinson-Yu intendeva proprio regalarci l’esperienza di una piccola escursione, trekking, aria pura e la giusta dose di fatica, ma soprattutto quel senso di scoperta che solo una camminata sa restituire. La sfida sta tutta nel raggiungere la cima, con calma, perdendosi tra sentieri poco battuti e scorci low-res in stile fake 32-bit, un pizzico di platform qui, qualche planata là, godendoci questa breve vacanza insieme alla nostra protagonista.

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