Cloud Gaming: la guerra dei colossi – Speciale

C’è un altro modo per non staccare completamente la spina, quello che più di tutti cela in sé la quintessenza del progresso: il Cloud Gaming

Ritardatario conquistadores di un futuro che per alcuni pionieri è già presente da un pezzo, finalmente mi sono spogliato d’ogni remora e ho aperto quella pagina di browser senza preconcetti né indugi. Da neofita del settore e da onnivoro appassionato di videogames non posso dimenticare la prima sensazione: ciò che ho visto è stato più impressionante di quando ho acceso per la prima volta le console next-gen, più entusiasmante di quando ho stretto fra le mie braccia la piccola Switch, più mozzafiato dell’incredibile panorama ammirato dal dottor David Bowman e descritto dalla visionaria penna di Arthur C. Clarke.

LE BASI DEL CLOUD GAMING

Per chi fosse digiuno di nozioni sul Cloud Gaming ecco una spiegazione molto semplificata del suo funzionamento. Praticamente si può videogiocare su periferiche come il PC, lo smartphone, la smart TV o il tablet tramite una pagina browser o un’app, quindi senza la necessità di possedere fisicamente una console specifica, una configurazione hardware da combattimento e, in alcuni casi, addirittura il gioco stesso (quindi bye bye download e installazione). L’unico vero requisito imprescindibile è disporre di una buona connessione internet perché i videogiochi vengono eseguiti su server remoti e trasmessi sul dispositivo del giocatore in streaming, mentre gli input (tramite pad, touch o tastiera + mouse ove previsti) vengono inviati al client che gestisce il gioco ed eseguiti in game.

xbox cloud gaming speciale

Immortals Fenyx Rising Demo su Google Stadia Pro

Naturalmente ho poderosamente semplificato la spiegazione tecnica giusto per rendere l’idea del suo funzionamento, ma in linea di massima è questo che significa Cloud Gaming. Ormai siamo abituati a fruire nel suddetto modo dei contenuti digitali quali film e serie tv, basti pensare alla capillare diffusione dei servizi in abbonamento come Netflix o Prime Video, perciò non c’è da stupirsi se anche una fetta della gaming industry è sempre più propensa a investire in questa direzione. D’altronde le potenzialità di uno strumento d’intrattenimento simile sono sconfinate quanto le persone che – teoricamente – si possono raggiungere, il clamoroso successo dei due colossi appena citati è quantificabile da una cifra mensile composta da così tanti zeri che da sola basta a spiegare quanto sia appetibile la torta cloud.

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Valheim su Nvidia GeForce NOW

CIASCUNO DEI PRODUTTORI HA IMPOSTATO UNA STRATEGIA DIVERSA PER ATTIRARE UNA FETTA DI PUBBLICO

In una giungla così intricata e selvaggia non deve stupire nemmeno il fatto che ciascun predatore abbia impostato una strategia diversa per sedurre le sue prede. Ci sono vari modelli di business che si differenziano fra loro anche marcatamente, ciascuno di essi propone un’offerta contenutistica e di utilizzo peculiare sicché è difficile stabilire il migliore in assoluto; la risposta alla domanda è oltremodo soggettiva perché dipende in larga misura dalle singole esigenze dell’utente: interessa giocare le esclusive Sony con PS Now? Intriga maggiormente l’enorme varietà dell’Xbox Game Pass e la promessa di giocare ovunque i titoli del futuro al day one con l’Xbox Cloud Gaming? Delle due nessuna perché è preferibile comprare un gioco per goderselo al massimo grazie a Google Stadia Pro o a Nvidia GeForce NOW? Com’è facile intuire dai pro e dai contro di ogni scelta, giusto e sbagliato sono due concetti assai effimeri nel mondo del cloud, senza contare che nulla vieta di attivare due o più sottoscrizioni mensili.

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