C’è un altro modo per non staccare completamente la spina, quello che più di tutti cela in sé la quintessenza del progresso: il Cloud Gaming
LE BASI DEL CLOUD GAMING
Per chi fosse digiuno di nozioni sul Cloud Gaming ecco una spiegazione molto semplificata del suo funzionamento. Praticamente si può videogiocare su periferiche come il PC, lo smartphone, la smart TV o il tablet tramite una pagina browser o un’app, quindi senza la necessità di possedere fisicamente una console specifica, una configurazione hardware da combattimento e, in alcuni casi, addirittura il gioco stesso (quindi bye bye download e installazione). L’unico vero requisito imprescindibile è disporre di una buona connessione internet perché i videogiochi vengono eseguiti su server remoti e trasmessi sul dispositivo del giocatore in streaming, mentre gli input (tramite pad, touch o tastiera + mouse ove previsti) vengono inviati al client che gestisce il gioco ed eseguiti in game.
Naturalmente ho poderosamente semplificato la spiegazione tecnica giusto per rendere l’idea del suo funzionamento, ma in linea di massima è questo che significa Cloud Gaming. Ormai siamo abituati a fruire nel suddetto modo dei contenuti digitali quali film e serie tv, basti pensare alla capillare diffusione dei servizi in abbonamento come Netflix o Prime Video, perciò non c’è da stupirsi se anche una fetta della gaming industry è sempre più propensa a investire in questa direzione. D’altronde le potenzialità di uno strumento d’intrattenimento simile sono sconfinate quanto le persone che – teoricamente – si possono raggiungere, il clamoroso successo dei due colossi appena citati è quantificabile da una cifra mensile composta da così tanti zeri che da sola basta a spiegare quanto sia appetibile la torta cloud.
CIASCUNO DEI PRODUTTORI HA IMPOSTATO UNA STRATEGIA DIVERSA PER ATTIRARE UNA FETTA DI PUBBLICO
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