La Realtà Virtuale può davvero aspettare? - Speciale

La Realtà Virtuale può davvero aspettare? - Speciale

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Nelle ultime settimane le mie aspettative di appassionato di Realtà Virtuale sono un poco cambiate, probabilmente insieme a quelle di tanti altri. È un po’ triste dover ammettere che in buona parte si tratta di un problema di portafoglio: 700 euro per Oculus Rift in Europa e 799 dollari per HTC Vive negli Stati Uniti. Nel giro di due annunci (il secondo dei quali leakato e poi confermato, come scritto qui) sono passato da una situazione tipo “OMG, voglio starci dentro subito” a “potenzialità pazzesche, staremo a vedere“. Ora voglio sentir annunciare Half-Life 3 in Realtà Virtuale, voglio che immersivi RPG open world annuncino una modalità VR e che questa diventi quasi una prassi per qualsiasi simulazione in prima persona. Con il DK2 di Oculus Rift sono ancora lì che gioco a Elite Dangerous, e a tempo debito ho potuto godere della pazzesca esperienza in Realtà Virtuale di Alien Isolation, insieme a un sacco di adattanti “on the fly” propiziati dai driver Vorpx. Ho riconosciuto, insomma, notevoli potenzialità anche per videogiochi per così dire “normali”, ed è al più ampio spettro possibile di esperienze che ho rivolto lo sguardo. Se non dovesse essere così – e al momento così non è – persino per un early adopter come me la vera rivoluzione potrà aspettare.

Le cose da sapere non sono nemmeno tantissime. Tanto Oculus Rift quanto HTC offrono schermi da 1080×1200 per ogni occhio, con aggiornamento di frequenza a 90Hz e attenzioni specifiche per lenire motion sickness ed eventuali mal di testa e malesseri vari. È diverso il sistema di rilevamento della posizione, ma non nella misura trascendentale che alcuni pensano. In questo senso, la versione finale di Oculus Rift è paragonabile al secondo prototipo DK2, e tuttavia i led sono anche dietro al visore, così da permettere alla camera frontale di tracciare i movimenti della testa anche da tergo. HTC Vive, invece, usa due sensori variamente posizionabili per consentire di tracciare il movimento anche in spazi virtuali più ampi. Ed è importantissimo rimarcare che l’ambiente minimo è piuttosto accessibile (un metro e mezzo di lato) e che comunque Vive sarà perfettamente compatibile con giochi dove si è quasi fermi, testa a parte, come il citato Elite Dangerous. Offre un grado di libertà aggiuntivo, insomma, insieme a un una coppia di validissimi motion controller, ben più allettanti dei semplici pad della Xbox One, ma a un prezzo sensibilmente maggiore rispetto al pacchetto Oculus.

oculus rift realtà virtuale

Oculus Rift e Vive, pur se molto costosi, non rappresentano certo l’ultimo esborso per un appassionato

Va detto che in entrambi i casi permane il problema della risoluzione, certo migliorata rispetto al DK2 (1080p complessivi) ma desinata a un lungo percorso di evoluzione, probabilmente parallela all’aumento della stessa nei cellulari, per fare in modo che la struttura delle cellette sullo schermo diventi sempre meno visibile dalle lenti. Ciò vuol dire che Oculus Rift e Vive, pur se molto costosi, non rappresentano certo l’ultimo esborso per un appassionato. Un facoltoso appassionato, a questo punto, molto lontano dal modello di fruitore “medio” ipotizzato da Palmer Luckey nell’ormai lontana campagna Kickstarter di Oculus Rift.

Ciò non toglie nulla alla validità del disegno, naturalmente, ma lascia un pochino di amarezza in bocca, oltre – perché no – a qualche legittimo dubbio “venale”. Samsung Gear e addirittura visori di cartone dimostrano che lo spettro dei dispositivi di Realtà Virtuale può essere molto ampio, che privilegiare la qualità è cosa gradita ma, forse, avrebbe potuto essere fatto anche in un territorio di mezzo, una fascia di utenti meno “enthusiast” che evidentemente nessuno ha voluto esplorare. Volete persone che possano spendere 2000 euro per una macchina VR? Beh, prendeteveli, io intanto continuo a giocare a Elite con il DK2. Aspetterò l’ultimo reveal dei giganti, quello di PlayStation VR, e comunque non pretenderò miracoli da dove non possono arrivare. L’hardware dell’ammiraglia Sony non diventerà all’improvviso quello di un PC del 2016. Ai miracoli non ci credo più, e nemmeno alle rivoluzioni a basso costo.

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  1. 1.
    Se non iniziano uscire con un decisa quantita di giochi veri, dedicati, la vedo dura per entrambi, al momento tutto sembra troppo tranquillo
    2.
    Ci aggiungo che è tutta speculazione. Oculus Rift non è molto differente da uno schermo per cellulare ad alta risoluzione (quella del Samsung S6 è superiore), a cui sono aggiunti i vari giroscopi (come in un cellulare), e le cuffie (un po' migliori di quelle di un cellulare), il tutto senza le funzionalità di uno smartphone e per un prezzo decisamente superiore.

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