Virtual Reality Machine #8

elite dangerousHo avuto la tentazione di iniziare con la solita parafrasi da Star Trek, “Spazio, ultima Frontiera“, ma ho deciso di desistere per scarsa originalità. Eppure, in qualche modo, la redazione di TGM è stata davvero impegnata in viaggi ai confini del cosmo, in una puntata un pochino diversa dal solito: abbiamo cercato di includere tutte le varianti immaginabili (o quasi) al tema dello spazio in VR, dalle space-sim alle incursioni à la DOOM, dai roguelite “siderali” alle frontiere della realtà virtuale nei documentari interattivi (o giocabili, ed è il nostro caso). Quindi, che dire, se non “check ignition and may God’s love be with you”? Three, two, one, lift off.


ELITE DANGEROUS

Piattaforme: Oculus Rift, HTC Vive
Comfort: buono
Controller: Joystick, HOTAS, gamepad Xbox One/360
Prezzo: 49,99 € (con l’espansione Horizon)elite dangerousIl gioco di Frontier è una delle massime espressioni ludiche della prima generazione VR, senza se e senza ma. David Braben si è giustamente smarcato dall’etichetta di sostenitore aprioristico della realtà virtuale, anche per mettere bene in chiaro – come in effetti è – che Elite Dangerous è una grande space-sim in tutte le sue versioni. Tuttavia, visto che le soluzioni multischermo rendono l’ultimo capitolo della serie ancora più emozionante, a maggior ragione questo sarà vero per un appassionato VR di fronte alla magnificenza della via Lattea, complice un sistema d’interazione con la navetta praticamente perfetto.

elite dangerousDi base, l’inganno sensoriale è costruito sulla comparsa automatica degli “ologrammi” di gestione della nave, sincronizzati ai movimenti della testa, associati al fatto che i controlli di un comune HOTAS – acquisto ancora più consigliabile, nella versione VR – corrispondono esattamente a quelli rappresentati in-game, leva di potenza e cloche. In questo modo l’illusione è praticamente perfetta, al di là dei difetti di nitidezza (i soliti di tutti i visori, compresi quelli PC, nulla di specificatamente peggiore) che possono essere leniti con un potente upscaling, a fronte di una fluidità di base decisamente buona.

Nella seconda stagione di Elite Dangerous, Horizon, sono stati progressivamente aggiunti contenuti e affinamenti, ad esempio con i Poteri galattici (affiliazioni con determinati vantaggi), i companion reclutabili, le nuove attività (il “taxista” di lusso, banalizzando una delle più redditizie) e, alla base dell’espansione, la possibilità di scendere sui pianeti privi di atmosfera, integrati anche a livello di missioni e basi al suolo. L’engine di gioco può risultare un pochino meno fluido, a parità di hardware, una volta in fase di avvicinamento e planata sui corpi celesti, ma si tratta di una conseguenza tecnica più che comprensibile in realtà virtuale, e vale anzi la pena di limitare la qualità grafica a quella consigliata in VR, leggera e quasi sempre perfetta. Il resto è puro spettacolo di presenza, all’interno della nave come nell’abitacolo del mezzo di terra.

EVERSPACE

Piattaforme: HTC Vive, Oculus Rift
Comfort: buono
Controller: gamepad Xbox One/360, mouse e tastiera
Prezzo: 27,99 €elite dangerousDalle immagini può sembrare un’altra space sim, ma Everspace non è qualcosa di molto diverso (qui la recensione completa): sostanzialmente, si tratta di un roguelite spaziale fondato su combattimenti arcade altamente spettacolari, oltre che su parametri RPG/Survival semplici ma molto efficaci. L’obiettivo è arrivare nell’ultimo, pericolosissimo Settore alla fine del viaggio spaziale, in mezzo ad alieni nemici e alleati di convenienza, nei panni di un clone che continua misteriosamente a rigenerarsi dopo la morte, immemore ma con una precisa personalità. Generazione procedurale e permadeath, dunque, si affiancano alla possibilità di ritornare in partita con piccoli miglioramenti per la nave, apportati alla fine della run precedente, di nuovo all’inizio della cavalcata spaziale.

elite dangerousStruttura e spettacolarità, in effetti, rendono Everspace un’alternativa opposta a Elite Dangerous anche in VR: al contrario di quest’ultimo, il gioco di Rockfish Games può dare grande soddisfazione anche in una partita di un’ora, con tutto ciò che ne consegue in termini di tranquillità e “fatica” delle sessioni in realtà virtuale. Per il resto, lottimo frame rate rende piuttosto fluida anche la versione VR, e tutte le indicazioni dell’HUD (armi, missili adoperati, contromisure, integrità dei sistemi etc.) sono stati tradotte nel cockpit in soggettiva. La buona grafica risulta maggiormente sgranata in realtà virtuale, rispetto all’impianto leggero e raffinatissimo di Elite Dangerous, ma offre magnifici effetti di luce insieme a scorci densamente coreografati, pieni di nascondigli ed elementi tattici di vantaggio.

STAR TREK: BRIDGE CREW

Piattaforme: PlayStation VR, Oculus Rift, HTC Vive
Comfort: ottimo
Controller: DualShock 4, PS Move, Xbox One/360 controller, Vive Controller, Oculus Touch
Prezzo: 49,99 €elite dangerousStar Trek si unisce ad altri grandi miti della nostra immaginazione che già hanno tastato la VR, come Batman e Star Wars. L’obiettivo, se possibile, è ancora più disimpegnato: fare da cassa di risonanza per una piattaforma che sfrutta il coinvolgimento in prima persona come richiamo di maggiore forza, attirando nuova utenza al grido di “Scotty, portaci via da qui!”.

elite dangerousNella nostra recensione (qui) hanno pesato negativamente alcuni elementi tecnici, tra cui il comparto grafico e il farraginoso supporto ai Move, insieme ad aspetti pratici come la politica “sempre online” di Ubisoft, o la mancata possibilità di circoscrivere a una nazione le partite multiplayer. Tuttavia, è facile che i veri trekkies lo adorino comunque, complice l’atmosfera magica a bordo della USS Aegis: nelle prime partite sembrava sul serio di essere in mezzo a ufficiali appena usciti dall’Accademia, con una certa ansia e tensione all’idea di affrontare missioni per conto della Federazione; dopo qualche avventura,però, i giocatori hanno acquisito esperienza e sono entrati per davvero nel loro ruolo specifico (navigatore, addetto ai cannoni e via di questo passo), consci del proprio valore di fronte alle infinite missioni del generatore di livelli.

Questo tipo di coinvolgimento non è raggiungibile senza un visore VR, e permette al giocatore di perdonare le magagne come peccatucci veniali. Tra l’altro, Star Trek: Bridge Crew fa di un problema tutt’ora irrisolto – quello del metodo di spostamento – un punto di forza, grazie alla naturale “fissità” della nostra postazione a bordo della nave, seduti su una poltroncina come Chekov o Sulu. È solo concesso di guardarsi attorno, come davvero farebbe un ufficiale sulla plancia di una nave spaziale, e ovviamente di interagire con i comandi davanti a noi. In sostanza, lo sviluppatore Red Storm ha fornito gli strumenti per poterci calare anima e corpo in un universo amato, e noi siamo ben contenti di colmare quello che manca con l’entusiasmo e l’immaginazione. Magari la prossima volta andrà ancora meglio.

DEAD EFFECT 2 VR

Piattaforme: HTC Vive, Oculus Rift
Comfort: variabile
Controller: DualShock 4, PS Move, Xbox One/360 controller, Vive Controller, Oculus Touch
Prezzo: 11,99 €
elite dangerousCredo che il titolo parli da sé, ed è pur vero che, in assenza di realtà virtuale, non so nemmeno se l’avrei mai giocato. Eppure, in un settore VR ancora avaro di titoli corposi, l’improbabile Dead Effect 2 si è rivelato una sorpresa davvero divertente: a tutti gli effetti, come è stato per il primo capitolo, si tratta di uno sparatutto lineare in fortissimo odor di Doom 3, che tuttavia ha trovato nel supporto alla realtà virtuale una ragion d’essere addirittura inattesa. I controlli garantisono tante opzioni, dal teletrasporto allo spostamento libero via trackpad, fino al comando di direzione (con relativo movimento di corsa) che piace tanto a me; stessa attenzione per l’impianto visivo in relazione alla VR, con colori ben saturi, tante opzioni grafiche e l’ormai onnipresente upscaling per migliorare la definizione. Personalmente consiglio di puntare su quest’ultima, magari rinunciando a qualcosina in termini di ombre e texture; con una singola Nvidia 980 Ti ho dovuto farlo, per raggiungere una perfetta fluidità, ma il risultato è stato ottimo.

elite dangerousL’azione è brutale al punto giusto, presenta una densità di mostri ben superiore al modello principale (quello del terzo Doom, insomma) ed è giustamente accurata nel controllo di armi di ogni tipo, fisicamente imbracciabili a una o due mani, compresi i gingilli per il combattimento ravvicinato. Graditissima la presenza del loot e di un HUB centrale per acquistare nuovi strumenti d’offesa, upgrade, pezzi di corazza e abilità cibernetiche utili in combattimento (effetti di stasi, granate speciali e boost vari): nelle nostre avventure troveremo una serie di alleati che si insedieranno nella base, ci aiuteranno nei miglioramenti e talvolta verranno con noi in missione, magari per farsi proteggere in qualche impresa di hacking. Sono proprio le animazioni dei PNG a tradire maggiormente la realizzazione a basso costo, insieme a una varietà e una fattura estetica che possiamo definire buone, ma solo in relazione alla concorrenza VR.

Perdonabili difetti a parte, il valido indie-game di BadFly Interactive avrà senso di esistere anche dopo la pubblicazione di DOOM VFR, in virtù del variegato sistema di crescita e della sua ambientazione squisitamente spaziale (benché all’interno di navi e stazioni), che poi è il motivo della sua presenza in questa puntata.

APOLLO 11 VR

Piattaforme: PlayStation VR, HTC Vive, Oculus Rift
Comfort: ottimo
Controller: DualShock 4, Xbox One/360 controller, mouse e tastiera
Prezzo: 11,99 €

elite dangerousFin dalle apparizioni dei primi caschi virtuali, Palmer Luckey e soci hanno sottolineato le innumerevoli applicazioni della tecnologia VR, inclusa l’educazione. Da qui, la connessione al mondo dal gaming é abbastanza diretta, e non è certo prerogativa recente battere questa strada. Ricordate Clementoni e il suo motto? Ecco.

elite dangerousNon stupisce, dunque, che Immersive VR Education abbia portato a buon fine la campagna Kickstarter di Apollo 11 VR Experience, vero e proprio “documentario in realtà virtuale” che ci mette nei panni di Neil Armstrong durante la prima e famosissima missione lunare. Ripercorreremo le fasi salienti dello storico evento, suddiviso nel gioco in 12 parti, partendo dal discorso di John F Kennedy del 1962 sull’impegno spaziale degli Stati Uniti, che fa un po’ da cappello introduttivo e premessa “politica”. La maggior parte dell’esperienza, un’ora e mezza circa, ci immerge semplicemente in quei momenti, di cui seguiremo lo svolgimento senza, però, poter interagire più di tanto; solo in poche occasioni potremo intervenire sulle manovre della Columbia e di Eagle, il modulo lunare, comunque con coerenza alle strumentazioni reali. La ricostruzione della navicella appare estremamente accurata e dispiace, anche per questo, che Apollo 11 VR non offra alcuna modalità di esplorazione libera, in cui avere a disposizione tutte le informazioni storiche che gli sviluppatori irlandesi hanno messo meticolosamente insieme.

Notevole l’utilizzo dell’archivio ufficiale NASA, usato per le registrazioni che accompagnano ogni fase della missione, nei dialoghi tra Houston e l’equipaggio, rendendola più viva e realistica. Certo, l’impianto grafico risente vistosamente del basso budget, ma l’accompagnamento sonoro con musica orchestrale riesce a lenire anche gli spigoli di troppo, sottolineando alcuni istanti con tono epico. Apollo 11 VR è dunque molto limitato, nei termini di un’esperienza videoludica, ma è un esempio di come la realtà virtuale possa essere utilizzata come strumento di rievocazione storica e documentale, con un livello di coinvolgimento non confrontabile con gli altri medium.

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