Strange Antiquities – Recensione

PC Switch

AAA cercasi apprendista taumaturgo per gestione piccolo negozio di manufatti occulti e probabilmente maledetti, in inquietante cittadina invasa dai corvi. Rif: Strange Antiquities.

Sviluppatore / Publisher: Bad Viking / Iceberg Interactive Prezzo: 17.49 Localizzazione: Interfaccia e testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, Epic), Nintendo Switch Data d’uscita: già disponibile

Per anni, buona parte della letteratura horror ha costruito i suoi incubi partendo da uno strano oggetto trovato in un angolo polveroso del negozio di antiquariato gestito da un attempato signore dagli occhi particolarmente sinistri. Lo scenario vi sarà sicuramente familiare: il protagonista, in ritardo per un compleanno di famiglia, cerca un regalo per Nonna Artemisia che non superi i due dollari, finendo per entrare nella bottega più spettrale del quartiere, convinto di combinare l’affare del secolo. Inevitabilmente, vede quella cassa con scritto “Do not open: Satan inside”.

Un avvertimento chiaro e inequivocabile, stampato in caratteri gotici grandi quanto la dabbenaggine dell’incauto avventore. Ovviamente la reazione non è mai “meglio lasciar perdere”, bensì “Guarda che buffo cimelio! Immagina la faccia di nonna!”. Lo acquista soddisfatto, poi la serratura cigola, il coperchio si apre e parte la scia di gente che muore malissimo in attesa dell’apocalisse, sventata in extremis da un undicenne esperto di Linux o da qualche altro personaggio parimenti inquietante.

Strange Antiquities

A volte potremo scegliere quale oggetto consegnare, influenzando il corso degli eventi.

L’apice di questo filone probabilmente è stato raggiunto da Stephen King con Cose Preziose, nel quale il negozietto non è più relegato al prologo ma parte integrante della storia. Oggi, con Strange Antiquities, i due fratelli Donkin conosciuti come Bad Viking e già acclamati dal pubblico per Strange Horticulture, ci portano proprio tra quegli scaffali che odorano di polvere mai rimossa, formaldeide e riti pagani.

STRANGE ANTIQUITIES, LA BOTTEGA DEGLI ERRORI

In Strange Antiquities vestiamo i panni di un apprendista taumaturgo, chiamato a gestire il negozio per “qualche giorno” – alla fine saranno ben diciotto – durante l’assenza del titolare, chiamato improvvisamente altrove da un impegno inderogabile. Un incarico semplice, se non fosse che la cittadina di Undermere, che ridente non è mai stata – potremmo definirla la Derry Kinghiana dei fratelli Donkin – sta attirando corvi da tutto il continente, suscitando un po’ di inquietudine negli abitanti.

Ogni oggetto può essere quello giusto: basta guardarlo abbastanza a lungo

Questi frequenteranno incessantemente la bottega alla ricerca di rimedi per malesseri fisici o interiori, ed è compito nostro accontentarli. Il problema è che gli avventori sono maledettamente vaghi. Potrebbero chiedere un Simulacro Cornuto per dare una svolta alla propria misera vita sociale, o un Cuore di Luna da regalare alla nonna. A una prima, rapida occhiata alle cianfrusaglie esposte, nulla sembrerà corrispondere a quanto richiesto: ogni oggetto avrà l’aria sbagliata, la forma sbagliata, persino l’odore sbagliato; osservando meglio, però, la situazione cambia e ogni reliquia impolverata parrà essere proprio quella giusta. La linea sottile tra ciò che cerchiamo e ciò che vogliamo convincerci di aver trovato svanisce, trasformando il negozio in un grande gioco di interpretazioni. Toccare, annusare o poggiare l’orecchio sul ciarpame fornisce preziose informazioni, e un tomo di generose dimensioni aiuta a classificare i vari cimeli, a patto di saperlo sfogliare nel modo corretto.

Strange Antiquities

Un’urna che puzza di uova marce. Proprio ciò che ci vuole.

Il cuore del gameplay è una versione evoluta dei vari Hidden Object, ma in questo caso non c’è nulla di nascosto: semplicemente avremo l’imbarazzo della scelta e un’ampia documentazione da consultare. Appunti criptici e messaggi sibillini ci porteranno in giro per tutta Undermere e persino nei suoi dungeon alla ricerca degli artefatti più rari nascosti in doppi fondi e stanze segrete.

ME CHIAMO SALVATORE GARGIULO E SE SBAGLI ‘NA COMANDA…

Per quanto meticolose siano le nostre ricerche, scambiare lucciole per lanterne è inevitabile e prima o poi consegneremo l’articolo sbagliato; Strange Antiquities non è particolarmente punitivo e semplicemente alzerà il nostro livello di inquietudine, invitandoci a scegliere con più attenzione. Qualora commettessimo troppi errori, dovremo vedercela con i nostri demoni in un minigame di dadi spiritico, una specie di incrocio tra lo Yahtzee e una tavola Ouija.

Toccare, annusare, sfogliare manuali. Strange Antiquities è un mondo da decifrare

Esaurita anche quest’ultima possibilità, non rimane che ricominciare la giornata dall’inizio sperando in un epilogo migliore. Per quanto eccentrici siano i clienti e bizzarre le antichità vendute, la mera caccia al tesoro si trasformerebbe velocemente in noia. A tener alto l’interesse sono le vicende personali della popolazione di Undermere, in un crescendo di destini intrecciati e scelte multiple, determinate dal tipo di oggetto consegnato, che influiranno sul dipanarsi della trama.

Strange Antiquities

Mappe, appunti e carte speciali assegnate alla fine di ogni giornata aiutano a sbloccare nuovi reperti.

La calma serafica dei clienti, che attendono pazientemente il risultato delle nostre elucubrazioni, dona al gioco una componente cozy che piacerà sicuramente agli amanti del genere ma non deve assolutamente trarre in inganno: Strange Antiquities è un mystery puzzle estremamente impegnativo e anche se apparentemente permette di progredire senza risolvere tutti gli enigmi ambientali, prima o poi presenterà il conto delle nostre mancanze.

RESKIN DI STRANGE HORTICULTURE?

Chi ha già giocato a Strange Horticulture non impiegherà più di qualche secondo per notare la forte parentela visiva con Strange Antiquities. Molti elementi sembrano quasi riciclati o reskinnati in fretta. Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, però, questa scelta ha una sua coerenza: trattandosi di un sequel spirituale, è naturale che il gioco adotti uno stile grafico che richiami fortemente il predecessore, per garantire continuità visiva e immediata riconoscibilità del brand.

Strange Antiquities

Il negozio stesso è pieno di doppi fondi e stanze nascoste.

Va inoltre considerato che Bad Viking è una software house composta da QuelloCheProgramma e QuelloCheDisegna, dunque quanto svolto è decisamente mastodontico. Detto ciò, un tocco più cupo e lugubre all’ambientazione non avrebbe guastato: il ticchettio della pioggia non sempre è sufficiente a ricordarci che quello strano anello che stiamo per consegnare ha una lunga storia di sangue alle spalle. Probabilmente però non farete troppo caso agli sprite, impegnati come sarete a cercar di capire cosa diavolo sarà quel Seme Vincolante che ci stanno chiedendo.

In Breve: Degno sequel spirituale di Strange Horticulture, in Strange Antiquities gestiamo una bottega esoterica nei panni di un apprendista taumaturgo. I clienti arrivano con richieste vaghe e spetta a noi identificare l’oggetto corretto tra reliquie e amuleti. Il Gameplay ruota attorno a osservazione e deduzione analizzando oggetti, esplorando mappe, interpretando simboli e consultando manuali alla ricerca di indizi. La progressione intreccia enigmi complessi e scelte narrative, influenzando eventi e finali. Puzzle impegnativi, ritmo rilassato e atmosfera cupa definiscono l’esperienza.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Nessuna incertezza tecnica. Ottima localizzazione dei testi, realizzata direttamente con gli asset grafici invece di avvalersi dei sottotitoli.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Tonnellate di enigmi / Buona atmosfera / Storia avvincente

Contro

  • Graficamente molto simile al predecessore / Alcuni passaggi sono davvero complicati
8.2

Più che buono

Password dimenticata