Poteva fermarsi ai primi tre capitoli l’operazione di remastered da parte di Aspyr di Tomb Raider? Assolutamente no. Forte dell’interesse globale nel rigiocare le storiche avventure di Lara Croft dei tempi d’oro, ecco arrivare anche il secondo blocco, questa volta dedicato ai capitoli più bistrattati e ricordati con meno passione: The Last Revelation, Chronicles e The Angel of Darkness.
Sviluppatore / Publisher: Aspyr Media e Crystal Dynamics / Aspyr Media Prezzo: 29,99 euro Localizzazione: Presente Multiplayer: Assente PEGI: + 18 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S Data d’uscita: Già disponibile
TOMB RAIDER IV-VI REMASTERED, UN ALTRO GIRO DI BOA
Quando ho messo mano, lo scorso anno, alla collezione dei primi tre capitoli di Tomb Raider, mi sono chiesto sin da subito a chi fosse indirizzata questa operazione.
Avendo ancora bene a mente le ultime – e bellissime – iterazioni di Tomb Raider partorite da Crystal Dynamics, ho provato a mettermi nei panni di un giovane videogiocatore che, non avendo mai giocato gli storici capitoli degli anni ’90, si affacci agli stessi con della sana curiosità, per poi ritrovarsi davanti dei giochi sì ottimi, ma comunque figli dei loro tempi. Questo perché al netto del mantello grafico aggiornato – applicabile o meno con la semplice pressione di un tasto – i vecchi capitoli di Tomb Raider parlano un linguaggio tutto loro. Oggi qualcuno li potrebbe trovare “legnosi”, tutto legittimo, ma per qualunque videogiocatore attempato, il tuffo nei ricordi è d’obbligo, come un sano sentimento di affetto verso quelle avventure.
Poi però il marchio Tomb Raider ha cominciato a perdere potere e questo nuovo pacchetto di avventure racchiude proprio il tramonto del franchise. Tomb Raider The Last Revelation trovò ancora il plauso, mentre Tomb Raider Chronicles segnò la prima battuta di arresto, per poi arrivare sull’allora next gen di PlayStation 2 con Tomb Raider The Angel of Darkness e sprofondare in un progetto da molti ricordato con piacere, ma oggettivamente pieno di difetti strutturali, come estetici e narrativi.
INDIETRO NEL TEMPO
Come si comporta dunque questa seconda collezione? Allo stesso modo della prima, inserendo qualche piccola chicca aggiuntiva tanto per farsi piacere agli attempati o appassionati di cui sopra, come per esempio la collezione di titoli, cover e font personalizzate per ogni paese in cui è uscito il gioco, selezionabili cambiando semplicemente la lingua.
come per la precedente collezione, c’è qualche piccolo problema di illuminazione con la nuova veste grafica, che si può ovviare ripristinando la versione originale del gioco
L’operazione di ammodernamento è ben proposta con i soliti problemi che riguardano l’illuminazione, fin troppo realistica e dunque buia in special modo quando ci si avventura sott’acqua, o nelle continue esplorazioni di caverne o luoghi non baciati dal sole. In quel momento è bene passare alla versione originale del gioco, che beneficia di texture datate, ma più clementi con la luce. Va detto però che la personalizzazione con tutti i diversi dettagli di ogni mappa è davvero un valore aggiunto. Vi bastano i primi secondi nel Louvre in The Angel of Darkness per rivivere i ricordi con una luce tutta diversa. Preziosissimo, come la precedente collezione, il doppiaggio in italiano; quello di Werner Von Croy in particolare era spassoso prima, lo è ancora di più oggi.
La migliore esperienza, in termini di fluidità, rimane comunque quella di piena remastered, che gira in modo egregio, tanto sulla piattaforma di prova che su Steam Deck, trovando un calo drastico di frame quando si gioca la versione originale.
AMMODERNAMENTO E RISPETTO
Inutile sottolineare l’ovvio, in special modo con Tomb Raider The Angel of Darkness: questa operazione di ammodernamento è tanto efficace quanto rispettosa del materiale originale, anche quando questo è irto di criticità. Togliendo The Last Revelation e Chronicles, quelli più simili a precedenti tre capitoli, The Angel of Darkness è stata una parziale riscoperta.
l’operazione messa in piedi da aspyr è sempre pregna di amore e rispetto per i giochi originali
Qualche riga in chiusura per segnalare che, in attesa di approvazione, un giro su Steam Deck ha dato esito estremamente positivo, presentando pregi e difetti già segnalati sopra. Mappatura dei tasti e risposta del software è stata più che soddisfacente regalandomi la possibilità di giocare ai vari Tomb Raider anche fuori di casa.
In Breve: Tomb Raider IV-VI Remastered è un titolo estremamente valido che prosegue l’idea portata avanti dalla precedente collector: rievocare ricordi e far conoscere i primi giochi di Lara Croft ai giovanissimi. Accessibile il giusto, l’ammodernamento estetico è ben fatto e piacevole da vedere, al netto di qualche problemino in sede di illuminazione. Nel resto del pacchetto si tratta di prendere le misure con il tipo di giochi e il loro periodo di uscita. Per tutti, ma ancor di più, per gli inguaribili romantici è qualcosa da avere assolutamente.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Il titolo si comporta bene nella configurazione di prova. Come già segnalato, si nota un calo di frame se si passa alla versione originale del gioco. In modalità Remastered i 60 fps sono garantiti