Le classiche monete da platform ci indicheranno la traiettoria più sicura, che però non ci permetterà di ottenere le tre gemme sparse per i livelli
A BEAUTIFUL MIND
Benché possa ammettere con assoluto candore di non essere esattamente l’utente ideale intorno a cui Wavey the Rocket può essere cucito, con altrettanta onestà va detto che la formula su cui si basa funziona e diverte, introducendo un livello di sfida “intellettuale” che lo differenzia dalla struttura tipica del platform.

Progredendo gli ostacoli si moltiplicano e il mio cervello non ne ha voluto sapere di capire come modificare una sinusoide per evitarli.
In quegli istanti in cui il mio cervello afferra a livello subliminale il funzionamento dell’onda e guida le mie mani quasi leggesse una partitura, Wavey restituisce sensazioni antiche, come un livello di Sonic attraversato a folle velocità dall’inizio alla fine senza mai morire. Quando poi si riesce a farlo “controtempo”, ovvero imponendo all’onda traiettorie diverse o addirittura contrarie a quelle suggerite dalle file di monete, raggiungendo così passaggi strettissimi o una delle preziose gemme sempre posizionate in zone impervie dello scenario, ci si sente come Neo che scruta nel codice sorgente di Matrix e l’esaltazione vola altissima.
LA FORMULA DEL GIOCO FUNZIONA E DIVERTE, INTRODUCENDO UN LIVELLO DI SFIDA “INTELLETTUALE” CHE LO DIFFERENZIA DALLA STRUTTURA TIPICA DEI PLATFORM
Come diceva il saggio Quelo, insomma, la risposta è dentro di me, ma purtroppo è sbagliata. Per citare riferimenti più alti, invece, potrei rifarmi al celebre saggio di Hostadter (Gödel, Escher, Bach) perché in fondo Wavey the Rocket dimostra quanto matematica e musica siano vicine. Basta spingere un po’ lo stick sinistro verso destra, aumentando così la velocità di crociera di Wavey e l’ampiezza della sinusoide, per ritrovarsi catapultati in uno strano ibrido tra un platform e il rhythm game. Poi che la musica mi sia tanto ostica quanto la matematica, beh, quello è un problema mio. (Se invece non avete colto la citazione del titolo, è un problema vostro!)
In Breve: In Wavey the Rocket si avvertono i richiami a un passato del platform in cui in tanti, SEGA inclusa, hanno provato a smarcarsi dal modello imposto da Mario. L’obiettivo può dirsi raggiunto, almeno in parte, perché Wavey è davvero qualcosa di diverso e a tratti unico che quando funziona lancia la mente del giocatore verso l’iperspazio dell’euforia. Non sono tutte rose e fiori però e per qualcuno l’approccio potrà sembrare troppo macchinoso, non senza una dose di ragione.
Configurazione di Prova: portatile i5 @2.50 con 8 GB di RAM e scheda video integrata
Com’è, Come Gira: La fluidità è fondamentale in un gioco di questo tipo e il mitologico “scaldapizzette” è dovuto scendere a compromessi con dettagli medi per ottenerla, senza sacrificare i 1080 di risoluzione.
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