Zombie Army 4: Dead War – Recensione

PC PS4 Xbox One

Un’Italia cupa come non mai nel nuovo capitolo della Seconda Guerra Mondiale in salsa zombie di Rebellion. E i cecchini non bastano. 

Sviluppatore/Publisher: Rebellion/Rebellion   Prezzo: € 49,90   Localizzazione: Testi   Multiplayer: Online, co-op 2-4 giocatori   PEGI: +18   Disponibile su: PC, PS4, Xbox One

Riuscire a trovare qualcosa di interessante da scrivere per introdurre un gioco con protagonisti gli zombie (o meglio, antagonisti) è diventato una vera e propria impresa. Se un tempo si poteva iniziare parlando delle loro caratteristiche, della loro storia tra fumetti, cinema e televisione, l’invasione dei morti viventi che ormai da tempo ha colpito ogni angolo dell’entertainment rischia di rendere qualunque concetto già noto, conosciuto, trito e ritrito.

Per questo, facendo sfoggio di invidiabili doti di sintesi, mi limito a poche parole: Seconda Guerra Mondiale, nazisti, sparatutto, multigiocatore. L’introduzione è finita, possiamo fare sul serio.

UNO SCENARIO INSOLITO

Chi ha avuto modo di provare Zombie Army Trilogy ha ben già presente in mente quale siano le basi narrative di Zombie Army 4 Dead War. Per i neofiti, è necessario un breve riassunto. Perché gli eventi che hanno caratterizzato la Seconda Guerra Mondiale targata Rebellion, perlomeno quella raccontata nella sua versione “zombiesca”, non sono quelli che troviamo normalmente sulle pagine dei libri di storia che abbiamo studiato a scuola.

Zombie Army 4 Dead War Recensione Zombie Army 4 Recensione Zombie Army 4 Rebellion

Dead War conduce il giocatore in diverse regioni italiane con l’obiettivo di fermare la minaccia dei morti viventi.

Durante le fasi finali del conflitto, quando il nazismo sembrava ormai sconfitto definitivamente, Hitler decise di provare un’ultima, disperata mossa: mettere in campo una nuova arma, attivando il “Piano Z”. In cosa consisteva?Semplice: riportare in vita, sotto forma di zombie, tutti i soldati caduti per creare un vero e proprio esercito pronto a marciare senza esitazioni, pronto a morire (o meglio, a rimorire) per il proprio dittatore.

L’avanzata dei morti viventi non è finita con Zombie Army Trilogy

Un piano tanto folle quanto pericoloso, che una volta attuato ha riversato in tutta Europa orde di famelici cadaveri ambulanti. Dopo una prima missione coronata da quello che sembrava essere un fragoroso successo, l’avanzata dei morti viventi non è però cessata. Per riuscire a fermarla in maniera (forse) definitiva, quattro eroi devono attraversare da nord a sud l’Italia, muovendosi tra Venezia e Milano, tra Napoli e la Sardegna in una lunga caccia che li porterà a scoprire quale sia la fonte che permette agli zombie di proliferare. Un viaggio che non stupisce in quanto a soluzioni narrative, ma che fornisce comunque un valido pretesto per scaricare qualche decina di caricatori sul nemico.

IN VIAGGIO CON GLI ZOMBIE

“Mi sembra di aver già visto tutto questo”. È questo il primo pensiero che è transitato nella mia mente dopo aver percorso qualche passo all’interno della prima missione di Zombie Army 4 Dead War. Una sensazione di familiarità che, oltre ad avere colpito il sottoscritto, riguarderà probabilmente chiunque sia già entrato in contatto con la saga di Rebellion.

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Come peraltro accade sempre, la modalità multigiocatore è il fiore all’occhiello del nuovo Zombie Army.

L’impressione è quella di trovarsi all’interno di uno Sniper Elite avvolto da una patina cupa e oscura, in cui il sole e la luce sono oggetti sconosciuti. Lo stile grafico, l’approccio visivo, le soluzioni artistiche e il character design sono tutti elementi mutuati in maniera diretta dall’illustre “fratello maggiore”, modificati in maniera tale da adattarsi a una versione sovrannaturale della realtà. Progredendo nel corso delle missioni ed esplorando le varie ambientazioni, tra fontane di sangue, zone rituali, gustose citazioni horror e diverse tipologie di morti viventi, la sensazione di deja-vu si riduce però in maniera sensibile, e si scopre come in effetti l’estetica di Zombie Army 4 Dead War abbia una sua personalità ben definita. Discorso analogo può essere fatto anche per quanto riguarda la componente ludica.

L’ANIMA DI DEAD WAR È DIVERSA RISPETTO A QUELLA DI SNIPER ELITE. È PIÙ DIRETTA E MENO RIVOLTA ALLA PIANIFICAZIONE

Imbracciare il fucile da cecchino e attivare il mirino, magari dopo aver scelto proprio Karl Fairburne come personaggio da controllare, lascia presagire un’esperienza ad alto tasso di cecchinaggio. Sono sufficienti pochi secondi di gioco per accorgersi di come la situazione sia ben diversa. Intendiamoci, il fucile di precisione resta una componente importante della struttura di gioco. È un compagno inseparabile in alcuni frangenti, e come da tradizione il suo utilizzo è valorizzato e spettacolarizzato dalla kill-cam, ma non è assolutamente indispensabile. L’anima di Zombie Army 4 Dead War è infatti diversa, è più diretta, meno rivolta alla pianificazione delle singole uccisioni e maggiormente indirizzata verso lo scontro a fuoco. Le situazioni in cui muoversi in maniera furtiva e cercare la giusta posizione da cui crivellare di colpi i si verificano con estrema rarità, e perdono di efficacia considerando il quantitativo e l’aggressività dei nemici presenti. Niente stealth quindi, ma sempre pronti a imbracciare una mitragliatrice Thompson, un M30 Drilling o un fucile a pompa e a premere con ritmo frenetico il grilletto.

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Lo squalo zombie presente “fisicamente” nella collector’s edition infesta i canali di Venezia. Meglio starne alla larga.

Il tutto condendo ogni scontro con qualche mina, granate di varia natura e tutta una serie di potenziamenti che riguardano tanto l’arsenale a propria disposizione (arma primaria, secondaria e pistola) quanto direttamente il proprio personaggio.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE? NO GRAZIE

Mettiamo subito in chiaro una cosa. Gli zombie di Zombie Army 4 Dead War non sono particolarmente intelligenti. Non che ci sia nulla di male, a ben vedere la storia poche volte ci ha regalato dei morti viventi dotati di clamoroso intelletto. Questo però vuol dire una cosa. A livello di gameplay, abbiamo a che fare con creature che si comportano bene o male tutte nello stesso modo.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Divertente se giocato in compagnia.
  • Piacevole atmosfera horror.

Contro

  • Perde di smalto in single player.
  • Manca di idee originali.
7.6

Buono

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