Pokémon Super Mystery Dungeon Recensione

3DS

A distanza di qualche anno dal controverso I Portali sull’Infinito” ecco rispuntare i labirinti misteriosi di Spike Chunsoft e Nintendo con Pokémon Super Mystery Dungeon. Questa iterazione della serie vanta la parola “Super” nel titolo, e non è affatto un caso: non capita tutti i giorni di giocare a un dungeon crawler/roguelike con la possibilità di arruolare ben 720 personaggi differenti. Una cifra mastodontica, che tiene conto di tutte le creature tascabili presentate da The Pokémon Company nel momento in cui scrivo, nessuna esclusa. Fortunatamente le novità non si fermano a sterile statistiche da comunicato stampa e i rodatissimi meccanismi che da sempre distinguono questo spin-off dal J-RPG madre sono stato arricchiti da diverse, nuove, caratteristiche graditissime.

TESORO, MI SI SONO RISTRETTI I POKÈMON!

La conclamata passione di Spike Chunsoft per sceneggiature verbose – eppure, quasi sempre, ben scritte! – esplode con prepotenza in Pokémon Super Mystery Dungeon, al punto da conferirle un fascino supplementare francamente inaspettato. Dico “inaspettato” perché avvicinandomi alla 30ina non avevo messo in conto di seguire con interesse una vicenda con protagoniste le creature tascabili di Nintendo in un’inedita veste parlante. Chiaramente si tratta di situazioni che tengono conto dei gusti di un pubblico di giovanissimi, ma nulla che riporti alla mente la programmazione di un qualsiasi palinsesto del mattino con cartoon dedicati proprio ai più piccoli, quasi sempre intrattenimento brainless accumunabile a quel concetto di TV spazzatura tanto caro a pedagoghi e affini. D’altronde si sta parlando della software house che ha dato i natali a visual novel come Danganronpa e Zero Escape, esempi eccelsi di story writing e character development, due caratteristiche che anche in questo caso emergono senza tanti problemi.

Pokémon Super Mystery DungeonNel ruolo di un bambino che da un giorno all’altro perde la memoria e si ritrova nel corpo di un Pokémon, dopo qualche ora di tutoring filtrata dalla quotidianità della quiete del villaggio iniziale ci si trova presto o tardi ad indagare su un fenomeno misterioso che sta provocando la pietrificazione di tutti i Pokémon leggendari; una missione che deve essere portata a termine proprio dal giocatore e dal suo partner in crime, due creature che vengono sorteggiate casualmente dopo un test attitudinale, ma che è possibile anche scegliere in prima persona nel caso si avessero le idee chiare a tal riguardo.

Chiaramente, l’esplorazione dei labirinti è al centro dell’impianto ludico di Pokémon Super Mystery Dungeon, nonché palcoscenico di gran parte delle novità che riguardano l’offerta contenutistica. Una funzionalissima visuale dall’alto e labirinti generati casualmente fanno da apripista all’esplorazione: la superficie calpestabile è suddivisa da una scacchiera invisibile e a ogni gesto compiuto coincide un turno. L’avvicendarsi di questi fa prendere vita all’azione, fra combattimenti incessanti, trappole da evitare e amici bestiali da salvare per poter garantire la pace nel mondo dei Pokémon, il tutto seguendo una narrazione forse un po’ lenta a ingranare, ma che dopo la fatidica decina di ore di gioco permette finalmente di sbizzarrirsi con i nuovi meccanismi.

TECNICA AL SERVIZIO DEL DIVERTIMENTO

Il sistema di combattimento di Pokémon Super Mystery Dungeon pesca ancora a piene mani dalla serie madre, riprendendone il ciclopico parco mosse e, soprattutto, il sistema di debolezze elementali, qui riproposto assieme alle megevoluzioni e ai Pokémon di tipo folletto, fino a questo momento assenti nella serie dungeon crawler. Una rinnovata freschezza che deve comunque tenere conto di un livello di sfida decisamente più alto rispetto al passato, ma che offre al giocatore tutti gli spunti per migliorarsi e uscire indenne anche dalla più ostica delle situazioni. Sfruttando, ad esempio, alcune pietre preziose che hanno la particolarità di svanire all’uscita dai labirinti, si possono potenziare temporaneamente determinate caratteristiche dei membri del party, o addirittura donare alle loro mosse ed effetti supplementari, come alterazioni di status, ecc. Se è vero che le prime ore di gioco sono praticamente guidate, con tanto di party obbligati, successivamente è nelle mani del giocatore la pianificazione della strategia migliore con cui affrontare un compito secondario o una missione principale, scegliendo fra tanti Pokémon quanti ne sono stati incontrati durante l’avventura. Arruolare le creaturine non è mai stato così semplice: basterà aiutarle nel momento del bisogno o semplicemente scambiarci una chiacchiera in città, giusto per rinsaldare i rapporti con i guerrieri più temibili e creare la propria squadra letale. E magari combinando le tecniche di combattimento contro i boss di fine dungeon, grazie a un nuovo meccanismo che permette, in un solo turno, di sommare i danni delle mosse di 2 o più Pokémon: una vera delizia per gli appassionati della serie!

Pokémon Super Mystery DungeonNiente da dire invece sull’intero impianto estetico, tanto gradevole e colorato, quanto semplice nella sua efficacia poligonale. Pokémon Super Mystery Dungeon non rappresenta sicuramente il benchmark tecnico di Nintendo 3DS, né sfrutta particolari accorgimenti in vista del suo imminente declino a favore della prossima console Nintendo, ma rimane un prodotto più che gradevole, specie se si guarda alla regia delle scene cinematiche della storia principale. Tutti i Pokémon sono ritratti con particolare attenzione e la loro espressività, durante i dialoghi, è affidata a piccoli riquadri in cui il loro ventaglio di faccette carine fa sfoggio di sé, donando maggiore carattere agli scambi fra le creature. Sicuramente si sarebbe potuto lavorare per differenziare maggiormente la morfologia dei dungeon, praticamente distinguibili solo dal pattern texture utilizzato per caratterizzarli, ma considerando che si tratta di strutture generate proceduralmente è giusto farci una croce sopra. Manca inoltre il dinamismo che ci si aspetterebbe di vedere durante un combattimento fra creature che, sulla carta, sputano vortici di fuoco e scatenano tempeste di fulmini con la facilità con cui il mio gatto si fa le unghie sul divano del soggiorno, ma d’altronde l’ossatura roguelike tipica della serie poco si presta alle spettacolarizzazioni che solamente il prossimo Pokken Tournament potrà garantire ai fan in cerca di eyecandies. Molto buona, invece, la colonna sonora, mentre è totalmente assente qualsivoglia tipo di doppiaggio e anche i tipici versi gracchianti delle creature Nintendo. Torna anche un sistema di connettività che tramite StreetPass o lo scambio di password/QRCode permette ad amici in possesso del gioco di salvare il giocatore nel caso si trovasse in difficoltà durante il suo peregrinare fra caverne e labirinti di rovi, in modo non molto dissimile da quanto ipotizzato da Atlus in Persona 4 The Golden. Una forma piuttosto grezza di multiplayer asincrono che potrebbe, in futuro, evolversi in qualcosa di più propriamente MMO… chissà!

Pokémon Super Mystery Dungeon non perde la tipica semplicità della serie e insiste basandosi su un motore di gioco roguelike rodatissimo, rinnovandosi solamente dove serve per risultare ancora una volta, dopo tanti anni dal suo debutto su Game Boy Advance, piacevole e al passo coi tempi. 720 Pokémon fra cui scegliere, una trama sorprendentemente ben scritta e un buon impianto ludico fanno di questo ennesimo figlio del matrimonio Spike Chunsoft/Nintendo un gioiellino imprescindibile per gli amanti della serie o delle piccole creature. Che siate grandi o piccini, a questo giro c’è ciccia per tutti!

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Pro

  • Gameplay solidissimo.
  • Molto più impegnativo che in passato.
  • Piacevole alla vista.
  • 720 Pokémon da collezionare!

Contro

  • Storia lenta a partire.
  • La struttura dei dungeon è la medesima dall’inizio alla fine.
  • Come in tutti i roguelike, il senso di ripetitività è dietro l’angolo.
8

Più che buono

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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