Abbiamo incontrato gli italiani di Digital Tales per provare il loro ultimo titolo in uscita entro fine anno per PC, PS4 e Switch, Bookbound Brigade. Questo gioco era riuscito a sfuggire in un modo o nell’altro al mio radar; va detto a mia discolpa che, pur apprezzando un buon metroidvania (Hollow Knight su tutti), non sono certo un avido consumatore di questo genere, ma è bastata circa un’ora pad alla mano per svegliare il mio interesse in questo titolo, sfizioso e particolare per motivi che vi descrivo più avanti.
TUTTI PER UNO…
Nel mondo delle storie è successo un macello: i personaggi di eventi storici e di finzione hanno perso la memoria, e sta a noi, il Narratore, risolvere l’arcano mistero e ripristinare l’ordine costituito. A tale scopo, mettiamo insieme una squadra i cui membri appartengono sia al mondo reale che quello immaginario, tra cui Robin Hood, la Regina Vittoria, il conte Dracula e Nikola Tesla. Ciascuno di loro ha il proprio set di abilità da sbloccare con l’accumulo di sufficiente moneta in-game (niente paura: nessuna traccia di micro-transazioni!), fatta di pagine magiche. Come da tradizione, il mondo di gioco non è del tutto esplorabile dal principio proprio perché, in assenza di determinate skill, non sarà possibile accedere a certe aree.
Nel mondo delle storie è successo un macello
…E UNO PER OTTO
L’elemento più caratteristico di questo titolo è la molteplicità dei personaggi che comandiamo: il gruppo di otto eroi può essere disposto secondo quattro formazioni diverse: a fila singola orizzontale, a fila doppia, in colonna e a ruota. Come immaginate, ognuna di queste ha determinati vantaggi e la scelta opportuna di quale utilizzare faciliterà sia l’esplorazione che il combattimento. Le conseguenze tattiche della formazione impiegata mi si sono palesate nel giro di pochi minuti, e sono una conseguenza di come è costruito il sistema dei punti vita. In sostanza, si “muore” quando gli HP del gruppo nel suo insieme finiscono, ma ciascun personaggio contribuisce con la propria quantità di vita. Ciò significa che, quando un mini-boss attacca con un gran fendente verticale del suo machete, se abbiamo sistemato la nostra squadra in orizzontale, solo uno o due dei nostri saranno colpiti, mentre se sono in colonna è pressoché sicuro che vengano colpiti tutti, con un conseguenze danno complessivo ben maggiore. Di riflesso, anche la quantità di attacchi dei nostri otto dipende da quanti di loro sono a portata utile dal nemico, portandoci quindi a un balletto di cambiamenti di formazione per gestire al meglio le fasi di attacco e difesa.
Nei primi minuti della mia prova ho fatto fatica anche a gestire pochi nemici
Durante la mia prova ho visitato due dei quattro mondi da esplorare, quello steampunk e quello fantasy. Oltre alla chiara differenza di panorama, ho notato che differivano anche per la dinamica dei puzzle, legati all’ambientazione in cui si trovavano: nel mondo vittoriano ho dovuto far fronte a ostacoli dove l’elettricità la faceva da padrone, mentre nel mondo di boschi e castelli era tutto un manovrare di pannelli di legno che bloccavano la strada.
Sono parecchi gli aspetti interessanti in Bookbound Brigade, e fa piacere ogni tanto vedere che un videogioco riesca a mescolare fantasia con realtà, al tempo stesso fornendo ai giocatori informazioni reali (potenzialmente didattiche, attenzione!) su parecchi personaggi famosi che hanno fatto la Storia, reale o letteraria che sia. D’altronde, sono pur sempre figlio di una prof di lettere.