Come si può fermare un cartello della droga apparentemente inarrestabile, in grado di soggiogare popoli, intimorire governi e conquistare interi paesi? Chi si è perso nella Colombia di Narcos sa perfettamente che la risposta non è affatto semplice, ma i ragazzi di Ubisoft Parigi hanno provato a dire la loro, aiutati anche dai sani principi lasciati dal caro Tom Clancy e dal suo immaginario di militari super ganzi, in grado di passare sopra a ogni ingiustizia. Wildlands è infatti il primo titolo della serie Ghost Recon dopo cinque anni dall’ultimo Future Soldier (sì, sto volutamente escludendo Phantoms, free to play per PC del 2014), e ci metterà nei panni di un soldato che, grazie alla sua squadra, sarà in grado di porre fine al regno del terrore di El Sueño, novello Pablo Escobar pieno di tatuaggi e, soprattutto, di sgherri da togliere di mezzo.
MIRA LA CIUDAD
Grazie a una visita negli uffici di Ubisoft, ho potuto dare uno sguardo in anteprima ai contenuti di Ghost Recon: Wildlands, oltre che giocare un’ampia porzione di quella closed beta che si terrà durante il prossimo mese di febbraio. Innanzitutto, va sottolineato come lo studio parigino si sia impegnato per dare vita all’open world più ampio e ricco di contenuti nella storia di Ubisoft: la Bolivia che dovremo strappare al cartello di Santa Blanca è composta di 21 regioni, con 11 ecosistemi diversi tra loro, ed è tenuta al guinzaglio da ben 26 boss, tutti sotto gli ordini di El Sueño.
Ogni cittadino ha le sue routine quotidiane e diverse peculiarità
HASTA LA LIBERTAD
D’altronde, la libertà di approccio è un marchio di fabbrica per le produzioni open world di Ubisoft, e anche Ghost Recon: Wildlands non fa eccezione. Oltre alla vastissima selezione di opzioni tra cui scegliere per personalizzare il proprio soldato, sia dal punto di vista estetico che per quanto riguarda tutti gli aspetti dell’armamento (è possibile modificare praticamente ogni componente delle armi da fuoco, proprio come nei vecchi Ghost Recon), il gioco propone una grande varietà anche in termini di gameplay, grazie a una miriade di possibili approcci alle varie missioni che andremo ad affrontare durante la nostra scalata alla piramide di Santa Blanca.
L’intelligenza artificiale, già in questa fase preliminare, sembra piuttosto pronta e reattiva agli ordini impartiti
MEU AMIGO CHARLIE
Oltre alla possibilità di utilizzare razzi di segnalazione ed esplosivi a distanza, la chiave per mettere in scena delle svicolate degne della mossa Kansas City sta tutta nella coordinazione degli altri tre compagni. E sebbene questo aspetto risulti largamente godibile in single player, è chiaro che Ghost Recon: Wildlands darà il suo meglio se affrontato con altri tre giocatori veri a disposizione, opportunamente coordinati con un microfono e senza timore di fare tanto bel casino pirotecnico.
Ghost Recon: Wildlands darà il suo meglio se affrontato con altri tre giocatori veri a disposizione
Insomma, se siete dei piccoli militari con la tattica nel cuore, o più semplicemente non potete resistere al richiamo di sforacchiare narcotrafficanti in compagnia dei vostri amici più cari, tenete d’occhio Ghost Recon: Wildlands. L’enorme Bolivia messa in piedi da Ubisoft è un open world atipico e affascinante, ricco di anfratti da esplorare anche grazie a una libertà di approccio e una varietà di situazioni che, sicuramente, sapranno rendere onore ai corpi speciali tanto cari al buon Tom Clancy.