Ogni turno si ricevono dalle due alle cinque richieste di scambi commerciali completamente prive di qualsiasi logica
REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI
Che dire poi della diplomazia? Questa è sempre stata il tallone di Achille (perdonatemi ma dovevo scriverlo almeno una volta) della serie, ma qui si raggiungono nuove vette di imbecillità. Ogni turno si ricevono dalle due alle cinque richieste di scambi commerciali completamente prive di qualsiasi logica. Fazioni che chiedono una quantità enorme di risorse in cambio di una miseria: per quale motivo dovrei dar loro 2000 (duemila!) unità di bronzo per riceverne duecento di pietra?
Dal lato opposto della mappa, poi, troviamo fazioni con le quali non si ha mai avuto a che fare, a cui non si è mai fatto uno sgarro (se non aver rifiutato decine di proposte commerciali inutili), che all’improvviso dichiarano guerra e che il turno successivo vengono già a bussare alle porte della propria capitale. Insomma, l’opera di Creative Assembly Sofia è un gioco fondamentalmente rotto per tutto ciò che concerne la campagna, risultando spesso frustrante.

La pioggia battente crea pozzanghere di fango che rallentano di molto il movimento della fanteria pesante.
Peccato perché quando poi l’azione si sposta direttamente sul campo di battaglia, A Total War Saga: Troy mette in mostra tutte le sue indubbie qualità. La prima cosa che balza subito all’occhio è la struttura delle mappe, la quale offre i migliori scenari della serie, soprattutto durante gli assedi. I nuovi terreni funzionano alla grande, permettendo alla fanteria leggera di nascondersi nell’erba alta e nelle boscaglie, e dunque fornendo un livello maggiore di profondità tattica. L’assenza di cavalleria fa il resto: le pochissime unità a cavallo, principalmente tiratori e carri, lasciano spazio a scontri corpo a corpo viscerali tra le unità più corazzate, mentre si tenta l’accerchiamento con quelle di supporto, magari opportunamente occultate sul campo di battaglia. Sono inoltre presenti anche alcune unità speciali di ispirazione mitologica, quali eroi, centauri, arpie e minotauri, ma queste – seppur di potenza superiore alla media – non sono così incisive da vincere le battaglie da sole. Certo, qualche problema di bilanciamento è comunque presente, ma gli scontri tra eserciti mi hanno sempre divertito. Peccato che una volta terminati bisogna tornare a quello strazio di campagna…
In breve: La riuscita di un Total War dipende dal delicato bilanciamento tra la parte strategica a turni e le battaglie in tempo reale. Se in A Total War Saga: Troy le seconde risultano profonde e con pochissime sbavature, la prima è estremamente sbilanciata e presenta una serie di problemi – in alcuni casi anche abbastanza gravi – che minano l’intera esperienza. Insomma, questo spin-off non solo non convince, ma rappresenta un importante passo indietro per il franchise. Speriamo che Creative Assembly decida di ignorare le poche novità introdotte dallo studio di Sofia nel momento in cui andrà a realizzare un altro capitolo della serie principale.
Configurazione utilizzata: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, come gira: A Total War Saga: Troy è ottimizzato estremamente bene. Con tutti i dettagli al massimo sulla configurazione di prova non ho notato incertezze. Da segnalare solo un paio di crash durante i caricamenti delle battaglie.
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