Il bello del medium videoludico, ma anche della vita se proprio vogliamo allargarci, è che nel corso dei vari incontri con le proposte che ti offre trovi sempre qualcosa capace di arricchirti anche in minima parte. Sperimentare e uscire fuori dagli schemi legati alle produzioni tripla A spesso ti fa incappare in titoli indie di tutto rispetto, spesso in grado di dimostrare che sono le idee, e non solo l’aspetto estetico, a fare la differenza (oltre che un enorme budget a disposizione).
Vestire i panni di un recensore ci spinge spesso anche là dove nessun altro vuole andare, scovando nel marasma delle offerte di mercato un titolo meritevole, degno magari di essere semplicemente vissuto fino alla sua conclusione. Grazie al lavoro del piccolo studio indie Two Bits Kid è arrivato sul mercato digitale di Steam un gioco di ruolo con ambientazione post-apocalittica intitolato Aeon of Sands – The Trail. A differenza dei canonici GDR a cui siamo stati abituati negli ultimi anni, il gioco in questione sfrutta le meccaniche di Eye of the Beholder, uno dei primi esempi di dungeon crawler in soggettiva basati sull’esplorazione del mondo di gioco, i combattimenti in tempo reale e gli enigmi.
YOU ARE NOT PREPARED!
Come anticipato nella prefazione, Aeon of Sands – The Trail cerca di rievocare l’epoca d’oro dei giochi di ruolo in soggettiva, affibbiando a noi giocatori l’infausto compito di vestire per l’occasione i panni di Setrani, abitante di una città-cupola costruita in mezzo al deserto a ridosso del grande albero Kinami. La fase introduttiva serve per acquisire familiarità con il sistema di comandi tipico dei dungeon crawler, ovvero pensato per giocare ottenendo il massimo rendimento da un sistema di movimento legato ai punti cardinali, con in aggiunta altri due tasti utili a girarci semplicemente sul posto per guardarci intorno. Oltre al movimento, Setrani è chiaramente in grado di interagire con l’ambiente grazie all’utilizzo dei due tasti del mouse, dove il tasto sinistro serve per raccogliere gli oggetti trascinandoli nell’inventario e il destro, invece, per esaminare le porzioni di scenario nel gioco e/o utilizzare gli oggetti consumabili raccolti. L’esplorazione degli ambienti è strettamente legata alle due dimensioni, pertanto ogni scenario è stato praticamente disegnato a regola d’arte con lo scopo di farci controllare ogni piccolo dettaglio del luogo in cui ci troviamo per trovare indizi, leve nascoste per aprire delle porte e così via, aiutandoci nei momenti più difficili con l’utilizzo di un suono utile ad allarmarci quando ci troviamo in procinto di un oggetto d’interesse. La parte esplorativa è probabilmente la più lenta in termini di giocato, perché gli ambienti finiscono spesso per sembrare tutti uguali restituendo una sensazione di ripetitività sempre più opprimente.
Aeon of Sands in questo senso trasuda tutta la sapienza messa in campo negli anni ’90
Aeon of Sands in questo senso trasuda tutta la sapienza messa in campo negli anni ’90, completando l’opera nel rispetto della formula inserendo dei piccoli enigmi di logica accompagnati, per tutta la durata del gioco, da una serie corposa di dialoghi a risposta multipla da seguire completamente in lingua anglosassone.
EVERGREEN OLD-STYLE
Stando a quanto analizzato durante le nostre sessioni di gameplay, il gioco svolge il suo compito alla perfezione rispettando i parametri canonici delle opere di genere, limitandosi però a portare a termine il compito a casa. Non è un male, tutt’altro, ma è chiaro che in un contesto videoludico come quello odierno il gioco ha bisogno di offrire qualcosa di più spingendosi oltre la sfera del consueto. Non essendo abituato a questa tipologia di giochi, molto spesso sono morto poiché non mi rendevo conto delle attuali posizioni del nemico, anche perché non compariva nemmeno in tempo reale sulla mappa. Può sembrare una piccolezza ovviamente, ma potrebbe essere proprio questo il quid in più richiesto per cambiare un po’ la formula adattandola bonariamente ai giorni nostri.
spesso si finisce per morire senza sapere come
Al netto dei piccoli ma non trascurabili difetti enunciati nella recensione, tra cui la ripetitività di talune soluzioni, il gioco sviluppato da Two Bit Kids soffre maggiormente di un preciso fattore: quello di essere indirizzato a una fetta di utenza fin troppo precisa. In questo modo il casual gamer finisce inevitabilmente per essere tagliato fuori senza desiderio di avvicinarsi al genere, trovando non poca difficoltà a portare a termine un’impresa titanica come quella proposta dal gioco.