Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster – Recensione

PC PS4 Switch

Astratto, straniante e per questo unico: Shin Megami Tensei III Nocturne torna per infestare i sogni di una nuova generazione. Basterà una tirata a lucido per farsi temere anche dai più giovani?

Sviluppatore / Publisher: Atlus / SEGA Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Switch

Durante la precedente anteprima parlavamo di una nuova mano di vernice, sufficiente per non far sfigurare il venerando Shin Megami Tensei III Nocturne sugli schermi ad alta definizione, e questo è un po’ il limite di questa edizione aggiornata. In altre parole l’operazione risulta complessivamente pigra, un’occasione mancata per svecchiare alcuni elementi palesemente anacronistici come i frequenti scontri casuali, considerando anche che il quarto capitolo (uscito su 3DS nell’ormai lontano 2013) aveva brillantemente introdotto nemici ben visibili sulla mappa.

Shin Megami Tensei III Nocturne, del resto, ha bisogno di quanto più aiuto possibile per essere abbracciato da un nuovo pubblico, foriero com’è di una vicenda dai toni maturi e interessanti, tuttavia destinata a quella fetta di utenti maggiormente avvezza ai Megami Tensei del passato, piuttosto che alle colorite scolaresche a cui la rivoluzione post Persona 3 ci ha abituati. Tanto vecchia scuola da citare addirittura il primo Shin Megami Tensei, titolo con cui Atlus dichiara orgogliosa la sua maturità stilistica nel 1992, mostrando il proprio logo nella schermata dei titoli laddove i precedenti Digital Devil Story erano stati pubblicati sotto l’egida Namcot.

LA TERZA RESURREZIONE DELLA DEA

Esattamente come allora, Nocturne inizia con una visione onirica che promette sibilline rivelazioni, seguita dal risveglio del nostro alter ego adolescente nella moderna Tokyo, uno sprawl urbano dove l’occulto pare aver trovato inconfessabile dimora. Tra incidenti, caos e giornalisti misteriosi, il giovane protagonista si reca a trovare la professoressa Yuko Takao in ospedale, in tempo per assistere alla fine del mondo attraverso l’evento che sarà ricordato come Concezione e alla successiva rinascita in un deserto popolato da demoni, primordiale argilla che attende solo di essere plasmata da un potere superiore e iniziare un nuovo ciclo.

shin megami tensei nocturne recensione

Architetture squadrate e regolari si alternano a paesaggi in rovina. Il world building del gioco resta di prim’ordine a distanza di anni.

Il mutamento eterno e inarrestabile è concettualmente il tema portante del gioco, un’idea dalla quale il protagonista non può sottrarsi, scampando all’oblio che pare aver inghiottito la stragrande maggioranza degli esseri umani per risorgere in una creatura metà uomo e metà demone grazie al capriccio di una sinistra figura che giocherà un ruolo fondamentale nella vicenda. Shin Megami Tensei III trae la sua forza dall’apocalittica ambientazione: il mondo come lo conosciamo è finito, e il destino della nuova realtà dipende dal risultato del braccio di ferro tra la mefistofelica razza dominante e quel che resta degli esseri umani, stupidamente divisa da una serie di rigide ideologie nonostante l’esiguo numero suggerirebbe una provvidenziale fratellanza.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Un simile gioco di ruolo da giocare ovunque è una cosa fuori di testa / Trama e ambientazione uniche, ancora oggi interessantissime / Restyling grafico innegabile...

Contro

  • … che però lascia intravedere il peso degli anni / Un'occasione un po' sprecata per svecchiare diversi aspetti / Probabilmente poco adatto a chi conosce la serie Megami Tensei solo attraverso gli ultimi Persona / I nuovi elementi non sono fondamentali, quindi chi possiede già l'originale può evitare di mettere mano al portafogli.
8

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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