Aliens: Fireteam Elite – Recensione

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CINQUE LIVELLI DI DIFFICOLTÀ METTERANNO A DURA PROVA GLI AMANTI DELLE SFIDE PIÙ TOSTE

Il problema dell’IA non stellare si estende anche agli xenomorfi: mi è capitato più di una volta di vedere una delle maledette creature aliene superarmi tranquillamente per cercare di andare a mordere le caviglie di un mio compagno più lontano. Ma, in questo caso, se gli xenomorfi non brillano per intelletto (e per qualcuno questo potrebbe essere un serio difetto) di sicuro hanno dalla loro la quantità: che non facciate l’errore di pensare che potete permettervi di sottovalutarli. Già a Standard gli ultimi livelli metteranno alla prova la vostra abilità nel gestire le minacce e coprirvi a vicenda le spalle, e alla difficoltà Intensa questo vale ancora di più. Chi ama le sfide più accanite sarà poi contento di sapere che Aliens: Fireteam Elite offre due ulteriori livelli di difficoltà (Estrema e Folle), l’ultimo dei quali davvero al limite del masochismo.

XENOTURISMO

Giusto però parlare anche del modo in cui il gioco si presenta. Anche qui ci sono alti e bassi: i livelli, per dire, hanno una buona varietà di ambienti sempre ben inseriti all’interno del immaginario del film; si passa dai corridoi di una raffineria spaziale a grotte caratterizzate da architettura aliena all’immancabile nido degli xenomorfi. In tutto questo, non mancano i paesaggi e gli scenari che davvero mettono in luce la buona volontà profusa dallo studio californiano nella creazione di Aliens: Fireteam Elite. I livelli sono però pochini, e bastano appena sei ore a completare la campagna. A questo va poi ad aggiungersi la costante sensazione di trovarsi davanti un gioco dal budget non particolarmente alto: dalla qualità delle animazioni, alla già citata IA, al fatto che la campagna non ha nemmeno una cutscene di chiusura. Il tutto a fronte di un prezzo che bassissimo non è, dato che il gioco viene venduto a 39,99€.

Aliens Fireteam Elite Recensione

Aliens: Fireteam Elite tradisce spesso il suo basso budget, ma a livello di scenari direi che ci siamo.

Al netto di tutte queste considerazioni, però, mentirei se dicessi che Aliens: Fireteam Elite non mi è piaciuto, così come mentirei se dicessi che, anche ora che sto scrivendo, non mi viene voglia di rigettarmi in mezzo alla mischia, e di provare a finire la campagna a difficoltà Intensa (magari, però, è il caso di aspettare il lancio del gioco, quando sarà più facile riempire il party). Il gioco i suoi difetti li ha; a quelli sopra elencati, va aggiunto ad esempio qualche bug minore delle animazioni, o qualche alieno che ogni tanto va in 404 e decide di rimanere fermo ad attendere il suo destino. Ma nel complesso la mia opinione del gioco di Cold Iron Studios è sicuramente positiva, e speriamo che i ragazzi californiani riescano a sistemare le asperità del gioco nelle settimane a venire.

In Breve: Aliens: Fireteam Elite non è un gioco privo di difetti o di asperità, e mostra spesso il suo budget non altissimo. Pur nella sua struttura tutto sommato semplice, però, il gioco riesce a divertire e intrattenere, e non mancano le possibilità di personalizzazione di arsenale e dei perk di classe. E alla fine, l’importante è che un gioco diverta: ai difetti si può sempre decidere di passare sopra. Assicuratevi di giocarci in compagnia, però, che dei sintetici è meglio non fidarsi.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 3600, GTX 1070, 16 GB RAM, SSD
Com’è, Come Gira: A livello grafico fa il suo dovere e in qualche caso offre anche panorami niente male, ma non segna certo nessun nuovo standard di qualità visiva. Allo stesso tempo, non soffre di particolari problemi di prestazioni. Animazioni un pochino bislacche.

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Pro

  • Gameplay divertente / Buona varietà di armi / Scenari dal buon colpo d’occhio...

Contro

  • ...ma i livelli sono pochi e il loro design non stupisce / Il feeling da basso budget è sempre presente / L’IA dei compagni ha bisogno di essere rivista.
7.8

Buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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