Dopo aver collaborato allo sviluppo del modesto ReCore, i francesi di Asobo Studio tornano alla carica con una nuova avventura completamente single player. Gli sforzi degli sviluppatori di Bordeaux culminano questa volta in un gioco che fa dell’atmosfera il proprio punto cardine. Come un moderno romanzo storico a tinte fantasy, A Plague Tale: Innocence ci catapulta senza remore nella Francia dei secoli bui e ne sfrutta l’ambientazione per dare alla luce una storia dal forte impatto emotivo. Mentre i topi, portatori della peste bubbonica, proliferano fino a diventare una vera e propria marea che travolge senza pietà l’indifesa popolazione, la giovane Amicia, figlia di un signorotto locale, è costretta a fuggire da casa e affetti per portare in salvo suo fratello Hugo dalla furia dell’Inquisizione. Il bambino, costantemente chiuso dentro le mura domestiche a causa di una misteriosa malattia, sembra però avere uno strano legame con questi famelici mostri. Nonostante non manchi il provvidenziale appoggio di nuovi alleati incontrati lungo la via, la loro repentina fuga si rivela subito colma di insidie. Quasi nessuno – che siano soldati o persone comuni – sembra avere un briciolo di compassione per loro e migliaia di ratti famelici aspettano nell’ombra che qualcuno faccia anche un solo passo falso.
MANO NELLA MANO
A Plague Tale: Innocence è un interessante incrocio tra puzzle game e stealth con giusto un pizzico di azione. Storia, personaggi e atmosfera hanno tuttavia assoluta priorità rispetto alle pure meccaniche. Almeno nelle prime ore, la giovane Amicia ha ben pochi strumenti con cui difendere sé stessa e il fragile Hugo, che tiene quasi costantemente per mano. Oltre ai vasi di coccio, con i quali provocare rumore e attirare l’attenzione delle guardie lontane da loro, la ragazza può sempre contare sulla sua fionda per colpire i propri assalitori o risolvere enigmi. Si tratta di un approccio semplice ma che riesce comunque a coinvolgere il giocatore, anche grazie alla mira semi automatica che rende le scene più concitate più una questione di sangue freddo che di pura abilità.
Il design degli ambienti consente una certa libertà nel modo di affrontare o evitare le varie situazioni
LA FRANCIA DEGLI ORRORI
Utilizzando un motore grafico proprietario, i creatori di A Plague Tale: Innocence sono riusciti a raggiungere un livello di qualità che sfiora quello dei migliori titoli di questi ultimi anni, grazie a texture dettagliate ed effetti particellari e di luce davvero niente male. Le campagne infestate sono allo stesso tempo inquietanti e mozzafiato, ma sono gli ambienti urbani a rubare la scena. Tantissima cura è stata riversata nel creare tutte le piccole viuzze e i vicoli della città, ed proprio qui, tra monasteri abbandonati, rovine, case di appestati e imponenti biblioteche, che gli sviluppatori sono riusciti a infondere un claustrofobico senso di oppressione e pericolo. Il titolo di Asobo sembra quasi riuscire a sconfinare nell’horror e più volte ci si ritrova inevitabilmente in apprensione per la sorte dei nostri sfortunati eroi. Gli archi, le corde e le percussioni fanno da base a una colonna sonora semplice ma efficace, che rievoca le musiche medievali fornendo un ottimo accompagnamento alla storia. Che si tratti di pura adrenalina o paura, l’audio riesce a seguire e rafforzare l’azione sullo schermo, concedendosi a un accompagnamento lento e nostalgico quando la narrazione lascia, invece, più spazio ai sentimenti.
Gli archi, le corde e le percussioni fanno da base a una colonna sonora semplice ma efficace
CAMBIO DI ROTTA
Nonostante questi errori, come abbiamo già detto in precedenza, non c’è dubbio sul fatto che la narrazione sia il punto cardine dello sviluppo di A Plague Tale: Innocence. Salvo alcune scene, che paiono vagamente affrettate, Asobo Studio è riuscita a mantenere la storia su un preciso binario con coerenza, coinvolgendoci con maestria nelle disavventure di Amicia e Hugo, almeno fino ai capitoli finali. Purtroppo, a un certo punto, il punto focale passa a poco a poco dal rapporto tra i due fratelli e il crudele mondo che li circonda alla classica storia “bene contro male”, con tanto di super cattivo da battere e scontro tra poteri soprannaturali. Una scelta che probabilmente rincuorerà tutti coloro che iniziavano a soffrire i temi più cupi visti fino a quel punto, ma che sembra tradire un pochetto la natura stessa di un titolo così ambizioso. Tutte le più sottili sfaccettature che caratterizzano le prime ore di gameplay vengono spostate per far largo a consuetudini ludiche come le battaglie con i boss, aggiunte forse più per un percepito dovere che per il bene della narrazione, a lato del citato pericolo costante dei topi che, però, nelle manifestazioni più esagerate – come quelle dei mulinelli – può apparire addirittura buffo. D’altra parte, nonostante i limiti, la somma di tutti gli elementi del gioco non può che risultare più che positiva.
A Plague Tale: Innocence non riesce davvero a sbocciare in un vero e proprio capolavoro, fermandosi “solo” allo status di buon gioco. I piccoli bug, alcuni comandi poco intuitivi e la piega non sempre ineccepibile della narrazione sminuiscono alcuni dei tratti positivi di questo promettente titolo di Asobo Studio. Il risultato, tuttavia, riesce a emozionare e intrattenere per lunghi tratti, grazie alla cura riversata nel design dei livelli e in alcuni degli aspetti più tecnici.