Ad Age of Empires sono legati alcuni dei miei primi ricordi inerenti il mondo dei videogiochi. Sono trascorsi venti anni da quando, appena tornato da scuola, mi sedevo al PC in attesa che tutta la famiglia si riunisse per il pranzo. A quei tempi, poi, stavo iniziando a fare la conoscenza della Storia Classica, delle guerre puniche e delle opere di ingegneria romana, quindi potrete certamente immaginare la gioia che provai nel condurre alla vittoria – in prima persona – quegli stessi centurioni che fino ad allora avevo ammirato solo sulle illustrazioni del sussidiario. Grazie all’opera di Ensemble Studios, sbocciò in me l’amore per gli strategici in tempo reale. Chi avrebbe mai immaginato che, oggi, a distanza di due decenni, sarei finito a scrivere proprio della Definitive Edition del celebre RTS prodotto da Microsoft?
EDIZIONE DEFINITIVA
Nel weekend scorso ho avuto modo di partecipare alla closed beta multiplayer di Age of Empires: Definitive Edition, provando tutto il comparto multigiocatore online e toccando con mano le migliorie apportate da Forgotten Empires. Il primo impatto è chiaramente nel segno di un comparto grafico rimodernato, anche se non del tutto al passo con i tempi.Sin da subito ci si rende conto che gran parte del lavoro degli sviluppatori si è concentrato proprio sull’aggiornamento di questo aspetto del gioco, come ci si aspetterebbe da qualsiasi versione rimasterizzata di tutto rispetto: l’impostazione estetica è rimasta pressoché invariata, nonostante l’aumento di definizione dei modelli poligonali di edifici, unità ed elementi dello scenario. Nulla di tutto questo fa gridare al miracolo, ma è di sicuro piacevole alla vista.
Il primo impatto è nel segno di un comparto grafico rimodernato
BENTORNATI NEL 1997
Quel che mi ha lasciato decisamente perplesso, però, è il modo in cui l’opera di rimasterizzazione è stata portata avanti dagli sviluppatori di Forgotten Empires. Penso, ad esempio, alla formula di gioco che è rimasta sostanzialmente invariata, quando invece sarebbe stato utile approfittare di questa occasione per apportare quelle modifiche che avrebbero permesso di svecchiare il gameplay (che ha ben venti anni sulle spalle!), applicando magari alcuni degli accorgimenti che sono stati introdotti negli strategici in tempo reale pubblicati dopo il primo Age of Empires, compresi gli altri esponenti della stessa serie.Basti pensare che non è possibile mettere in coda la ricerca di potenziamenti o la produzione di unità diverse negli edifici preposti, né si possono automatizzare alcuni comportamenti dei cittadini, come la semina dei campi in una nuova fattoria una volta completata quella precedentemente lavorata dall’abitante. Ciò costringe il giocatore a dover stare sempre attento a tutto, aumentando l’enfasi sulla microgestione dei vari aspetti della propria civiltà. Insomma, questa Definitive Edition ci restituisce un videogioco che – diciamocela tutta – non è invecchiato proprio benissimo, con un semplice restyling grafico e alcune piccole novità che influiscono poco sull’esperienza complessiva.
il gioco tende a chiudersi inaspettatamente, mentre sul fronte online si segnalano lobby a volte inaccessibili e partite terminate bruscamente a causa di problemi di connessione
I tempi sono ristretti, eppure le cose potrebbero ancora cambiare da qui al 20 febbraio, quando Age of Empires: Definitive Edition approderà ufficialmente su PC. È un’eventualità remota ma non impossibile, altrimenti c’è il rischio concreto di avere tra le mani “solo” un bellissimo rifacimento estetico di un videogioco che ha fatto la storia degli RTS, ma che forse sarebbe stato meglio lasciar riposare nel passato. Inoltre, bisognerà capire bene cosa si sia fatto sul versante delle campagne single player, oltre che provare in maniera più approfondita le diverse civiltà… ma per tutto questo bisognerà attendere la versione completa.