Gli ingredienti per fare di Days Gone un successo sembra ci siano tutti. Abbiamo un’ambientazione open world in un mondo devastato, caratteristiche survival, orde di zombie e un’atmosfera a dir poco opprimente. Elementi già apparsi in passato e che, tuttavia, difficilmente hanno mancato il bersaglio in titoli di prima fila, sviluppati con congrui budget e tutte le attenzioni del caso. Proprio la somma di tali aspetti ci fa interrogare sulla capacità di Days Gone di distinguersi, senza finire vittima dell’apparente standardizzazione. Cerchiamo, quindi, di sbrogliare la questione con una breve prova della versione alpha, avuta tra le mani durante un evento milanese, così da intendere il potenziale di un titolo destinato, comunque sia, a figurare tra i blockbuster di PS4 nel 2019.
UN CHOPPER IN UN MONDO IN ROVINA
Va subito detto che, nonostante Days Gone possa sembrare un ordinario gioco di zombie, almeno dai video e dalle prime immagini, basta giocarci qualche minuto per accorgersi che potrebbe non essere così. Nel gioco di SIE Bend Studio vestiamo i panni di Deacon, un fuorilegge motociclista divenuto cacciatore di taglie in un mondo post-apocalittico che si mostra eccezionalmente crudo, anche in mezzo a simili scenari, dopo che la solita un’epidemia globale ha risparmiato pochissimi esseri umani. Per quanto esigui, gli elementi narrativi presenti nella demo riuscivano a far trasparire una certa profondità, complici le sensazioni di angoscia e costante sopraffazione.
Per quanto esigui, gli elementi narrativi suggerivano sensazioni di angoscia e costante sopraffazione
LA FORESTA HA MILLE OCCHI
Inizialmente il labirinto di alberi mi è sembrato del tutto desolato, salvo capire presto di non essere soli: è possibile essere attaccati, ancora in sella alla moto, da veri e propri branchi di velocissimi Freaker – ennesimo nome affibbiato agli infetti – sparando in corsa per difenderci o, semplicemente, cercando di evitare la massa di carne putrefatta riversatasi nel libero percorso.
È possibile essere attaccati, ancora in sella alla moto, da veri e propri branchi di velocissimi Freaker
I tempi della prova, però, non hanno consentito di verificare l’esatta dimensione della foresta, facendoci presto tornare sulla strada dell’obiettivo e, dunque, sulla ricerca di risorse mediche in un avamposto abbandonato; agendo su una delle levette analogiche è possibile attivare una sorta di vista migliorata (upgradabile come tutte le altre abilità, tra cui la stamina), in grado di evidenziare gli oggetti chiave aiutandoci, così, a individuare ciò di cui abbiamo bisogno. La seconda missione, invece, ha confermato come anche i nemici del mondo di Days Gone non si limitino agli infetti e comprendano, invece, altri esseri umani; nella fattispecie, dovevamo liberare un accampamento da un manipolo di banditi con la necessità di studiare, anche in questo caso, la giusta strategia di avvicinamento, cercando di far buon uso delle armi e delle munizioni in dotazione
QUALCHE CONSIDERAZIONE
Come ho potuto constatare in circa 40 minuti di prova, fin troppo densa di elementi da valutare, la gamma di elementi giocabili risulta piuttosto ampia nonché dotata di una certa varietà, dal crafting alla ricerca di risorse, dalla già menzionata manutenzione della moto al notevole arsenale a disposizione. A questo vanno aggiunte altre caratteristiche più o meno ovvie, come il comodo menu radiale per switchare tra le armi, un invitante albero delle abilità e lo scorrere del tempo scandito dalle condizioni atmosferiche, per appagare la vista e influenzare, al contempo, i possibili approcci agli obiettivi.
Nonostante la discreta varietà del gameplay e il notevole impatto spettacolare, è difficile dire se Days Gone riuscirà davvero a distinguersi