Dopo una lunga camminata sono quasi arrivato alla mia meta. Intorno a me tutto è bianco, innevato. Alle mie spalle si vedono solo i segni dei miei passi. Davanti a me una scarpata si affaccia su una base militare. Mi sdraio e osservo con calma la situazione. Prendo in mano il binocolo e inizio a contare i nemici presenti. Uno, due, tre, cinque, dieci… sembrano non finire mai. Arrivato a venti, decido che è il momento di agire. Studio i loro movimenti e stabilisco quale ordine seguire. Sta per iniziare il divertimento. Occhio fisso nel mirino, calcolo distanza e incidenza del vento. Trattengo il respiro. Bang!
SETTIMANA BIANCA IN SIBERIA
La vita del mercenario, da un certo punto di vista, è piuttosto lineare. Tutte le scelte sono condizionate da un semplice rapporto matematico tra rischi e guadagni. Non si tratta di combattere per difendere un ideale, oppure la propria nazione. Si combatte per aumentare il proprio conto in banca. È questo che fa anche il “predatore”, protagonista di Sniper Ghost Warrior Contracts. Che sia questa la sua indole appare evidente sin dalle prime fasi di gioco. Dopo aver visto una serie di filmati che sottolineano la precaria situazione in Siberia, i primi dialoghi mettono in chiaro una cosa: tutto ha un prezzo. Uccidere uno specifico bersaglio: 80.000$. Sabotare un sistema informatico: 50.000$. E così via. Ogni obiettivo ha attaccato un virtuale “cartellino del prezzo”, che varia a seconda della difficoltà nel raggiungerlo. Abbiamo contratti da portare a termine, sfide che richiedono di eseguire particolari tipi di uccisioni (con un’arma specifica, ad esempio) e oggetti da recuperare. Insomma, le possibilità di arricchire il proprio conto corrente (e di mettere alla prova le proprie capacità) non mancano nel mondo creato da City Interactive.
Ogni obiettivo ha attaccato un virtuale cartellino del prezzo
MANTENERE LE DISTANZE
In azione, Sniper Ghost Warrior Contracts rispetta tutti i canoni delle simulazioni di “cecchinaggio”. Il ritmo di gioco è lento, compassato, e viene posta notevole enfasi sui preparativi che precedono ogni singola uccisione, tanto che pianificare in maniera adeguata le proprie azioni è importante quanto premere il grilletto, se non addirittura di più. Riuscire a sfoltire le truppe nemiche senza essere individuati è un’operazione fondamentale, che può facilitare non poco il completamento dei vari obiettivi. Trovare il giusto “trespolo”, per usare un termine caro al soldato Frederik Zoller, è la chiave che può permettere a un’operazione di essere coronata da successo. Soprattutto se l’area d’azione è piuttosto ampia e si struttura in diverse zone, ognuna delle quali è presidiata da soldati e postazioni automatizzare, oltre a essere monitorata da un sistema di telecamere. Abbandonata la dimensione open world del terzo episodio della serie, il team di City Interactive ha comunque voluto garantire agli aspiranti cecchini una buona libertà di manovra, proponendo mappe che si strutturano su diversi livelli, e che si diramano in differenti direzioni. C’è di che esplorare, prima di sdraiarsi comodamente a terra e di prendere la mira.
Il ritmo di gioco è lento, compassato, e viene posta notevole enfasi sui preparativi che precedono ogni singola uccisione
IL FUTURO DEL CECCHINO
L’impressione ricavata dalla prova di Sniper Ghost Warrior Contracts è tutto sommato positiva. Non ci troviamo di fronte a nulla di particolarmente diverso da quanto visto nel genere “simulatori di cecchino”, ma nella sua classicità ogni cosa sembra funzionare abbastanza bene. C’è ancora da valutare quanto avrà da offrire il sistema di evoluzione del personaggio, che ho appena potuto scalfire, e da riesaminare il comparto tecnico (per ora a livello “l’allievo svolge il suo compito in maniera sufficiente, senza voler strafare”), ma per far questo non dovremo attendere molto, visto che l’uscita nei negozi (in versione PC, PS4 e Xbox One) è prevista per il 22 novembre.