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Captain Tsubasa: Rise of New Champions

PC PS4 Switch

Captain Tsubasa: Rise of New Champions – Provato

Nonostante negli ultimi mesi stia amando eFootball PES 2020, con tanto di Campionato Master alla guida della Cremonese, una domanda continuava a galleggiarmi nella testa: dove sono finiti i bei giochi di calcio arcade, caciaroni, anti-fisici di una volta? Perfino Nintendo ha preferito dedicarsi a tennis e golf negli ultimi anni, piuttosto che rispolverare Strikers. E proprio quando ormai mi stavo abbandonando all’idea di un calcio virtuale esclusivamente simulativo (e cara grazia che non siamo ancora al monopolio), ecco che in una fredda mattinata milanese di hands-on succede qualcosa, il colpo di genio del campione che stravolge la partita (e la giornata) a 90° inoltrato: il rilancio videoludico di Captain Tsubasa con Rise of New Champions, in dirittura d’arrivo quest’anno su PC, PlayStation 4 e Nintendo Switch.




Era evidentemente il momento giusto, sulla scia del reboot dell’anime, per far rinascere dalle ceneri il calcio arcade, quello che fomenta e infiamma gli animi, quello delle legnate a foglia morta da centrocampo, quello che ci fa tornare bambini che abbattevano vasi e soprammobili a colpi di Super Tele dopo aver visto Holly & Benji su Italia 1. Va da sé che in questo provato troverete soprattutto il cuore di un ultras!

SOTTO LA CURVA, NANKATSU SOTTO LA CURVA!

Abbastanza ebbri dopo un pranzo importante, i ragazzi di Bandai Namco ci hanno accompagnati alle nostre postazioni (troverete il resoconto completo dell’evento tra qualche giorno su queste pagine), regredendo subito a un innocente e puro stato di esaltazione adolescenziale.

Dove sono finiti i bei giochi di calcio arcade, belli caciaroni di una volta? Captain Tsubasa sembra una buona risposta alla domanda

Superclàsico Nankatsu contro Toho, Tsubasa contro Hyuga, Calzati contro Bellanima (un saluto a Icilio!). Perché Captain Tsubasa: Rise of New Champions chiama subito alla sfida in multiplayer locale, allo sfottò, al Tiro della Tigre sotto l’incrocio. È quel calcio impossibile da non amare e sul campo si capisce subito perché. Il controllo è immediato, i comandi base ricalcano quelli della scuola Konami, le animazioni sono in perfetto stile anime e le collisioni, insomma, non sono troppo importanti, così come la fisica e la tattica. Si prende palla e si punta la porta avversaria, dritto per dritto, tenendo d’occhio la propria stamina per scatti e dribbling fulminei. È proprio questo l’aspetto più elegante e al contempo esaltante del gameplay, saltare secco l’uomo e, per l’avversario, cercare il contrasto perfetto. Partendo dal presupposto che non esiste il fallo, o almeno in quattro match l’arbitro non ha mai fischiato nulla, la maggior parte della partita sarà una coreografia di entrate in scivolata con piede a martello e scarti fulminei (letteralmente) per evitarli, lasciando la riuscita dell’azione in mano all’intuito del giocatore.

Continua in seconda pagina…

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