Le strategie mutano di mappa in mappa, adeguandosi dinamicamente al campo di battaglia
CLARITY IS THE QUALITY OF BEING EASILY UNDERSTOOD
In Valorant saranno presenti quattro categorie di Agenti: i Duelist, assaltatori auto-sufficienti per duelli all’ultima abilità, Sentinel, esperti nella difesa in grado di prevenire sorprese inaspettate, i Controllers, personaggi capaci di controllare il campo di battaglia e, infine, gli Initiator, agenti dotati di skill che permettono di stanare i nemici dai loro nascondigli. Ogni Agente possiede tre abilità base, una skill (Ultimate) dagli effetti molto potenti che si carica lentamente nel tempo e una curva d’apprendimento calcolata al millimetro.

Due nemici appostati, un alleato tenuto in scacco e un’abilità ad area che sta per fare piazza pulita di tutti noi: ordinaria amministrazione.
Le abilità spaziano dai flare accecanti al teletrasporto, dalla pozza che rallenta al muro che ostruisce i passaggi et similia: insomma, i poteri da sfruttare sono tanti e tantissime sono le sinergie letali. Imparare come, quando e dove usare un’abilità è una conoscenza che si acquisisce con l’esperienza, così come trovare il giusto setup quando si costruisce un team. Abbiamo provato 8 Agenti, ma al lancio saranno 10. Oltre alle abilità è possibile sfruttare la Buy Phase per equipaggiare tre armi: una da fianco, una principale e un coltello. Se quelle da fianco sono cinque pistole diverse, quelle principali si dividono in 4 SMG, 2 Fucili a Pompa, 4 d’Assalto, 2 da Cecchino e 2 Mitragliatrici Pesanti.
Considerata l’importanza cruciale della fluidità, ecco i requisiti che Riot ci ha fornito per due soglie del framerate:, da cui emerge anche l’estrema leggerezza tecnica del gioco:
REQUISITI MINIMI, 30 fps: Intel i3-370M, Intel HD 3000
REQUISITI CONSIGLIATI, 144+ fps: Intel Core i5-4460 3.2GHz, GTX 1050 Ti
Ogni gingillo ha le proprie statistiche in fatto di danni in base alla distanza del bersaglio, velocità, rinculo e rateo di fuoco, oltre a un costo diverso che obbliga a ragionare su come investire i punti accumulati, perché anche le abilità e i due scudi hanno un prezzo. Sul gunplay, per quanto visto finora, siamo su ottimi livelli. Ogni arma risponde in modo coerente e vibrante, sparare non è macchinoso ma farlo con precisione richiede una buona coordinazione mano-occhio.
I poteri da sfruttare sono tanti e tantissime le sinergie letali
CREATIVE, NETCODE & ANTI-CHEAT TOOLS: L’ALL-IN È SERVITO
Fedele al motto “everyone can play on his hardware”, lo stile artistico di Valorant è studiato per essere apprezzabile su una enorme quantità di configurazioni PC, trovandosi a metà strada tra il semplice e il realistico: ogni elemento è pensato in funzione del gameplay e per ottenere un prodotto che sappia mixare elementi già visti, in modo che risultino freschi. Riot Games, inoltre, vuole offrire a tutti la migliore esperienza multiplayer possibile. Per questo è prevista un’infrastruttura composta da numerosi game-server da 128-tick sparsi per 35 città nel mondo. L’obiettivo è eliminare i ritardi di segnale e la lag nella risposta agli input, migliorando la registrazione dei colpi ma anche la reattività degli scontri, perché i server avranno anche il compito di eseguire l’upscale dei movimenti in tempo reale, garantendo a tutti i giocatori una fluidità di 128 fps anche in presenza di connessioni lente.

Il gunplay tiene conto del rinculo e di molti altri aspetti, risultando già parecchio soddisfacente.
Fare sì che la maggioranza dei players abbia un ping di 35ms o inferiore è la mission, giacché Valorant “is a game of milliseconds” e “ogni singolo frame e colpo è importante, il giocatore è l’artefice del proprio destino e la differenza deve farla l’abilità”. Altro argomento caro a Riot è la lotta agli antisportivi. Al momento di creare una feature, il reparto anti-cheater si chiede come si potrebbe abusare di questa meccanica, per capire quali contromisure adottare. Sarà implementata una variante del sistema anti-tamper di LoL, insieme a numerosi tools anti-hack: si combatterà il wallhack con la Fog of War, ad esempio, facendo sì che al client di gioco non venga inviata la posizione dei nemici a meno che non sia strettamente necessario. Oltre ciò è in previsione un lavoro congiunto da parte degli sviluppatori e dei giocatori onesti, i quali vengono visti come i migliori alleati dei primi: creare un buon rapporto basato sui feedback continui tra la comunità e gli addetti ai lavori è il primo passo per combattere i cheater.
IMPRESSIONI E PENSIERI SFUSI
Il segreto di un gameplay di successo risiede nell’essere immediato e intuitivo ma, allo stesso tempo, arduo da padroneggiare ai livelli più alti, capace di ripagare il giocatore degli sforzi profusi. Dopo due giorni pieni di avvincenti scontri, non credo sia un azzardo affermare che queste caratteristiche siano già presenti in Valorant. La soddisfazione per aver ribaltato una situazione sfavorevole è impagabile, ed è l’emblema di come il gioco sappia premiare il singolo nonostante il lavoro di squadra sia fondamentale. La sensazione è di trovarsi tutti ad armi pari in un’arena in cui ognuno può conquistare la gloria, così come si avverte quella più sfiziosa del potersi migliorare match dopo match.
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