Il giovane rampollo di una famiglia di avventurieri va alla ricerca del padre scomparso, imbattendosi nei segreti di un inquietante paesotto di pirati.
Tra le vittime più illustri del Coronavirus, per noi giornalisti, ci sono le conferenze e gli eventi stampa con cui le aziende, a suon di slide e di ottimi manicaretti al tavolo del catering, cercavano di carpire la nostra attenzione e ottenere ampi spazi su siti e giornali. Così, quando Intel mi ha invitato a partecipare a “Join the Indie”, un evento in realtà virtuale sulla piattaforma AltspaceVR, non ho potuto esimermi. Del resto avevano pensato proprio a tutto: perfino a spedire ai partecipanti una lunch-box in sostituzione del catering si cui sopra. All’evento, in ogni caso, hanno partecipato diverse realtà del mercato indipendente italiano: Gamera Interactive, Invader Studios, Mixed Bag, 3DClouds, 34BigThings, Stormind Games, Studio Evil e soprattutto VLG Publishing, editore del gioco di cui parliamo. Solo di questo, perché degli altri ne avevamo già parlato in precedenza.
DA GRANDE AVREI VOLUTO FARE IL PIRATA!
Monkey Island, oltre a essere una delle pietre miliari delle avventure “punta e clicca” è anche una delle più formidabili fonti di ispirazione per chi, in seguito, ha voluto cimentarsi nella realizzazione di giochi dello stesso genere. Peraltro, giusto la per memoria storica di TGM, qui trovate riportato un vecchio pesce di aprile sul terzo capitolo, apparso sulla nostra amata rivista tanti anni fa.
Qui, però, ci troviamo di fronte a una formale dichiarazione d’amore, con uno stile grafico moderno ma con le stesse prospettive superdeformed, citazioni esplicite di battute ed enigmi “storici” e, nella libreria del giovane protagonista di questa nuova avventura, trova spazio perfino un romanzo intitolato nello stesso modo.
ci troviamo di fronte a una dichiarazione d’amore per Monkey Island, con uno stile grafico moderno ma con le stesse prospettive superdeformed
UNA STORIA TRAVAGLIATA
Composto da oltre 50 location interamente esplorabili e interattive, Willy Morgan and the Curse of Bone Town sarà un’avventura grafica in 2.5D strutturata come un “semi open world”, per usare le parole di Ciro Camera, CEO e Fondatore di Imaginarylab.
Noi di TGM lo abbiamo avvicinato con la promessa di dividere la lunch-box e gli abbiamo chiesto quanto fosse stato complicato realizzare un gioco di questo genere: «L’idea risale al 2014. Era in una fase estremamente embrionale e limitata, soprattutto per la paura di non riuscire a superare alcuni aspetti tecnici che avremmo incontrato nello sviluppo.
«la prima bozza prevedeva l’intero gioco nella sola casa di Willy, con una trama molto diversa, poi la storia si è evoluta», Ciro Camera, Imaginarylab
Continua nella prossima pagina…
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