Dopo aver provato cosa significa dover stare tappati dentro casa per la pandemia, quale periodo migliore per fare una bella scampagnata virtuale in un mondo che riesce a essere pure peggiore del nostro?
All’uscita su PS4, a novembre 2018, Death Stranding è riuscito senza dubbio a mostrare quanto possa essere soggettiva l’interpretazione di un gioco puramente autoriale, nato per innovare, raccontare e farsi ammirare piuttosto che semplicemente divertire. Il titolo ha immediatamente fatto breccia nel cuore di tantissimi critici ma ha subito un feroce e spietato review bombing da parte di altrettanti giocatori. A circa un anno di distanza, ora anche noi giocatori su PC avremo la possibilità di giudicare con i nostri occhi questa particolarissima opera e (in quanto Master Race) decidere una volta per tutte a chi dare ragione.
Noi di TGM abbiamo avuto la fortuna di poter provare in anticipo i primi capitoli e iniziare così ad analizzare non tanto i meriti artistici quanto le potenzialità tecniche del primo “strand game” di sempre.
INIZIO D’IMPATTO
Sinceramente, non è affatto difficile capire il motivo per cui Death Stranding sia un gioco tanto discusso. Il solo intro ci catapulta istantaneamente in un mondo al di fuori di ogni logica e ci richiede una buona dose di sospensione dell’incredulità. Da un punto di vista personale, ho trovato le prime ore un perfetto bilanciamento tra esposizione e azione, che lascia decisamente perplessi ma apre allo stesso tempo le porte a qualcosa di ben più grande.
All’uscita su PS4, Death Stranding è riuscito senza dubbio a mostrare quanto possa essere soggettiva l’interpretazione di un gioco puramente autorale
Nella storia ci viene richiesto di “riunire” l’America, camminando, scalando o guidando verso una serie di città e singoli individui per collegarli tra loro grazie a un’avveniristica rete di comunicazione. Si tratta di una serie di lunghe escursioni in una natura selvaggia, un’esperienza molto meno rilassante di quanto non si penserebbe.
Nonostante il gioco si basi su una serie di lunghe escursioni nella natura selvaggia, in realtà il livello di attenzione richiesto è sempre molto alto
UN VERO E PROPRIO PORT
Andiamo ora al sodo. Dal punto di vista prettamente tecnico, per quanto visto finora, questo port di Death Strandingsi può definire parzialmente riuscito, per quanto sicuramente superiore sul piano visivo.
Continua nella prossima pagina…
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