Il fascino vichingo sommato a quello della cultura norrena è un richiamo irresistibile per molti
La colonia però non è solo un posto dove sgobbare o pianificare le prossime mosse, ma è anche
un cantuccio accogliente dove rilassarsi con le mini attività come l’Orlog e quei suoi dannati dadi o le sfide di poesia (ricordate i duelli d’insulti in rima tra capitani pirati in The Curse of Monkey Island? Qualcosa di simile). Vi state chiedendo perché mai uno dovrebbe sentire la necessità di relax se abita immerso nella natura? Be’, l’Inghilterra brulica di perigli e persone che non vedono di buon occhio l’invasione nordica, ma soprattutto casa dolce casa vale anche per i vichinghi più duri.
UN’INSAZIABILE SETE DI SANGUE
Le risorse per l’insediamento si possono recuperare tramite l’esplorazione oppure compiendo i Raid, un’attività molto in voga tra i predoni che prevede delle spedizioni sanguinarie scandite dal suono del corno di Eivor. Si possono improvvisare durante lo svolgimento delle quest oppure pianificare da Ravensthorpe, ma il risultato non cambia: si sceglie un luogo indicato da un’icona rossa sulla mappa e lo si mette a ferro e fuoco finché non si ripuliscono tutti gli scrigni che ci sono, ovviamente dopo aver massacrato le guardie e recuperato le chiavi dai cadaveri dei nemici più arcigni. A momenti sforo il tempo a disposizione con la demo a causa di questo mio vizietto, la possibilità di deviare dalla missione e concedermi una capatina a saccheggiare un tranquillo avamposto mi ha divertito, ma ho il dubbio che, alla lunga, l’entusiasmo iniziale per la violenza ignorante dei Raid possa scemare fino a relegarli a mero pretesto per sgraffignare risorse.

Anche indossando il cappuccio, avvicinarsi troppo alle guardie è un errore.
La meccanica che mi ha mollato una sberla di adrenalina mica da ridere è senza dubbio l’Assalto: avete presente quando, in Braveheart, Mel “William Wallace” Gibson aiuta i compagni che stanno cadendo sotto i colpi degli arcieri nemici (anche lì inglesi, ora che ci penso) a spingere l’ariete contro il cancello della roccaforte? Si può fare anche in Valhalla!
gli Assalti sono ben riusciti e avvincenti
Gli Assalti sono la versione caciarona dei Raid, ma oltre al maggior tasso di spettacolarità
possiedono anche un tocco di assedio in salsa medievale che rende le cose decisamente più avvincenti: ripararsi dalla pioggia di frecce, arretrare con l’ariete per poi lanciarsi contro il cancello e, dopo qualche colpo ben assestato, sfondare le difese dei nemici e – alleluia – le loro teste è un’esperienza che funziona alla grande, giacché contribuisce parecchio all’immedesimazione facendoti sentire il leader di cui quegli sciamannati avevano bisogno. Il fatto di impugnare un pad anziché una spada è irrilevante, ci si sente gagliardi comunque.

In caso di indecisione o difficoltà, scalare una torre aiuta a trovare la soluzione migliore.
Gli Assalti sono collegati alla storia principale e si sente pulsare una vena epica in loro, lasciando l’impressione che siano assai più coinvolgenti e ispirati dei Raid. Inoltre, spesso queste mattanze si concludono con uno scontro “importante”, cioè contro il mini boss di turno: mentre nel raid in un accampamento arrangiato me la sono vista con un soldato taglia XXXL che caricava come un toro, per concludere l’Assalto alla fortezza di Tamworth ho dovuto far fuori due Skirmisher élite particolarmente agitati.
Conquistare le fortezze, oltre che divertente, è anche funzionale al prosieguo della trama e ad aumentare la fama del Raven Clan
Conquistare le fortezze è quindi
funzionale al prosieguo della trama, ma aumenta anche la fama del Raven Clan oltre i confini dell’insediamento, permettendo così a Eivor di ottenere maggior peso politico e sfruttarlo a suo favore in diversi modi durante il susseguirsi degli eventi. Mettendo il naso fuori dalla colonia non solo si estende la fama del temerario vichingo, ma ci si può anche imbattere negli
eventi casuali, come quando sono corso in aiuto di una donzella in difficoltà solo per scoprire, dopo aver ucciso l’individuo che la disturbava, che era tutta una messa in scena a sfondo sessuale. A quel punto, colto in fallo e per di più con le mani nel sacco del defunto, ho accettato di proteggerla da un balordo che passava di lì, ma soltanto per abbandonarla dove l’avevo incontrata subito dopo aver ottenuto una ricompensa che non c’entra nulla col sesso.
Continua nella prossima pagina…