Se Origins rappresentò la svolta e Odyssey la metamorfosi finale, Assassin’s Creed Valhalla è l’opera che sancisce la maturità di questo nuovo corso della serie dedicata agli Occulti.
Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Montreal / Ubisoft Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile su: PC (Uplay ed Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S
Appena due anni fa scrivevo delle peripezie di Alexios e Kassandra: nella recensione di Odyssey affermai che il franchise aveva cambiato definitivamente pelle, lasciandosi abbracciare da tutte quelle dinamiche tipiche dei giochi di ruolo con una fortissima declinazione action. Nell’Antica Grecia funestata dal conflitto tra Sparta e Atene avevamo scelte morali, una progressione del personaggio articolata e tanti oggetti di equipaggiamento con cui personalizzare il protagonista, il tutto ambientato in un vastissimo open world liberamente esplorabile.
Sulla base di questi elementi, il primo impatto con Assassin’s Creed Valhalla è stato incredibilmente spiazzante. Mi sarei aspettato un titolo in linea con il diretto precursore, un semplicissimo “more of the same” se volete, invece mi sono ritrovato tra le mani un’opera che si erge su quelle fondamenta gettate da Origins prima, e da Odyssey poi, ma la sua struttura portante è al contempo molto simile e drammaticamente diversa dai due videogiochi che lo hanno preceduto.
I’VE WAITED SO LONG
Difficile mettere nero su bianco le sensazioni provate al primo avvio dell’ultima fatica targata Ubisoft Montreal. Al di là del cambiamento dello schema dei controlli, che richiede un rapido esercizio di rielaborazione di tutte quelle dinamiche legate alla memoria muscolare circa le azioni svolte con maggior frequenza, lo sforzo maggiore che ci viene richiesto è quello di modificare radicalmente l’immagine che si ha del tipico protagonista di un Assassin’s Creed. Eivor non ha la prontezza di riflessi di Ezio Auditore, né l’agilità di Arno Victor Dorian o l’eleganza marziale di Bayek di Siwa. Siamo al cospetto di un possente guerriero vichingo: brutale, impulsivo, animalesco. Una macchina bellica forgiata nel fuoco di decine, se non centinaia di battaglie e scontri all’ultimo sangue.
La sua stazza, il suo addestramento militare e la cultura norrena di cui si è cibato sin dalla nascita si manifestano prepotentemente sin dall’inizio dell’avventura. Un esempio su tutti: la lama celata, simbolo di ogni assassino, viene sfoggiata con orgoglio da un Eivor che reputa disonorevole eliminare i suoi nemici assalendoli dalle ombre.
Siamo al cospetto di un possente guerriero vichingo: brutale, impulsivo, animalesco
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